Serie A, per la nuova stagione stadi aperti al 50% e solo con green pass: le nuove regole

La prossima stagione di Serie A ripartirà con gli stadi aperti al 50% in zona bianca e accesso consentito solo ai possessori di green pass.

Dal 5 agosto, come per cinema, teatri e palestre, anche per entrare allo stadio sarà sufficiente aver effettuato la prima dose di vaccino (da almeno 15 giorni), presentare un tampone negativo effettuato da al massimo 48 ore, o essere guariti dal Covid-19 da non oltre sei mesi.

La decisione arriva da un compromesso politico tra chi spingeva per mettere altri limiti e chi invece chiedeva maggiori aperture, come il Sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali.

I club non sembrano però soddisfatti. Infatti le nuove misure rischiano di non essere sufficienti per far ‘respirare’ le casse delle società. A spiegarlo è anche il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini: “Sono convinto che chiunque abbia il green pass debba poter entrare negli stadi. Non vedo perché non al 100%. Il 50% ci preoccupa, perché rischia di essere una misura fittizia, nel senso che con il distanziamento la percentuale rischia di scendere al 30 e non è sufficiente”.

Per quanto riguarda i tifosi invece sono contenti. Ma la domanda che è sorta è: si potrà tornare a seguire la squadra in trasferta? Nel decreto non c’è nulla che lo vieti. Se ci si potrà spostare tra regioni, con il distanziamento e la mascherina, si potranno raggiungere anche stadi in trasferta.

Il limite del 50% del pubblico è stato fissato solamente per la zona bianca, mentre in zona gialla sarebbe al 25%, comunque non oltre i 2500 spettatori negli impianti all’aperto.

“Proponiamo il green pass per gli agonisti. Non so se sia una decisione che si può prendere a livello federale o più alto, ma questo permetterebbe di circoscrivere ciò che ora sta succedendo in cluster come Spezia ed Empoli”. Sono le parole del professor Enrico Castellacci, medico storico della Nazionale Italiana e attuale presidente della Libera Associazione Medici Italiani del Calcio (LAMICA), che ha affrontato l’argomento dei vaccini in Serie A in una intervista a ‘sport-lab.it’.

“Ci vuole certamente una presa di posizione forte, anche difficile. Capisco che culturalmente e socialmente può essere contraddetta, ma è chiaro che nel mondo degli agonisti se si ha il green pass ci sono maggiori garanzie – aggiunge -. Io spero che la federazione possa accettare un’idea di questo genere perché l’importante è non mettere a rischio la salute dei calciatori e il campionato”.

Sul ruolo dei medici sociali, “il discorso è politico e culturale. È politico perché l’obbligatorietà del vaccino è una presa di posizione esclusivamente politica e riguarda tutta la società. È culturale perché ciò che possono fare i medici sociali è far capire ai calciatori quanto sia importante vaccinarsi, sia per loro che per gli altri”.

Riguardo la riapertura degli stadi al pubblico, per Castellacci “dovrebbe essere abbastanza graduale. La situazione non è cosi’ seria a livello di ricoveri, ma proprio perché ci sono i vaccinati: chi non si vaccina è tranquillo perché tanto ci sono i vaccinati… è una forma un po’ egoistica e paradossale”.

Articolo a cura di Davide Teta – SportPress24.com

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