Australian Open, Djokovic costretto a cedere lo scettro: Jannik Sinner in finale

Dopo due set apparentemente facili per Sinner, Nole inizia a carburare ma deve arrendersi, (di nuovo), sotto il talento italiano.

Jannik Sinner è nella storia. Per più di un motivo: ha battuto Novak Djokovic per la terza volta negli ultimi quattro incontri ed è il primo italiano a raggiungere la finale degli Australian Open. L’azzurro ha battuto il serbo numero uno al mondo in quattro set (6-1, 6-2, 6-7, 6-3). Sinner adesso aspetta il vincitore della sfida tra Daniil Medvedev Aleksander Zverev.

MIRACOLO SINNER IN 4 SET

Primo set

L’inizio fulminante è di Jannik: tiene il servizio, poi lo toglie a Djokovic e va al primo cambio campo sul 3-0 a proprio favore. Un quarto d’ora di fuoco. Il box di Djokovic è impietrito. I colpi di Sinner, pesanti, impediscono al serbo di tessere la sua trama. Non solo: le traiettorie di Sinner, paradossalmente, sono più centrale che angolate, e impediscono gli allunghi soliti a Djokovic, che ha meno forza sulla palla rispetto all’avversario. Subisce anche il secondo break e il primo set si chiude dopo 35 minuti di schiacciante superiorità dell’italiano: 6-1.

Secondo set

Non ci si può che attendere una reazione, uno scatto, un sussulto del leader mondiale: il serbo ora sembra più attento. Sembra applicarsi meglio, ma Sinner non sembra arretrare di un centimetro. Le geometrie solitamente funzionanti e vincenti per Djokovic oggi non lo sono, c’è un muro di fronte: Sinner gli risponde con palline a filo rete, oppure con un rimbalzo in top. Non ce n’è una uguale all’altra. Arriva anche il terzo break del match: Jannik si porta avanti 2-1, e perfino Rod Laver, in tribuna, osserva ammirato l’italiano. Sul servizio dell’azzurro il serbo rompe definitivamente gli indugi e gioca a tutto braccio: spara e forza ogni colpo che tira. Ma non è sufficiente. Riesce, Djokovic, ad annullare un primo set point, ma deve cedere alla seconda possibilità. Il punteggio? Sinner 6-1, 6-2 dopo un’ora e tredici minuti. Incredibile.

Terzo set

Il primo game, con Djokovic al servizio, potrebbe essere un buon indicatore: un paio di scambi durissimi, lunghissimi, e stavolta è Djokovic a incassare il palleggio. Ma Sinner risponde senza battere ciglio: a zero il suo, di servizio. Un episodio importante arriva sul 5-5 vantaggio pari con Djokovic al servizio: uno spettatore avverte un malessere, il match viene sospeso per permettere i soccorsi. I minuti di pausa aiutano Djokovic a resettarsi: un ace e poi un nastro gli offrono la garanzia del tie-break, l’ultima chance di restare in partita che il serbo coglie, annullando un match point all’azzurro. E’ il primo set che Sinner perde nel torneo.

Quarto set

Dopo la toilet break di Djokovic si riparte con Sinner al servizio. Poi Djokovic, nel suo turno di servizio, salva ben due palle break, da 15-40. Ma è sul 2-1 Sinner, con di nuovo il servo alla battuta, che accade il fatto decisivo: Djokovic, 40-0, non riesce a chiudere e poi, con un doppio fallo, offre a Sinner l’undicesima palla break della semifinale, che l’azzurro coglie portandosi sul 3-1 con seria ipoteca per la vittoria. E’ però battaglia nel game successivo: si va ai vantaggi, ma Sinner tiene duro e s’invola sul 4-1. Punteggio roboante, vistoso, ma in realtà il vantaggio è minimo: all’altoatesino serve conservare sempre il proprio servizio, compito che svolge egregiamente: alle 8 del mattino italiano, dopo tre ore e un quarto di gioco, Jannik Sinner conduce 5-2 nel quarto set, e l’impressione è che Djokovic non possa invertire la tendenza. E così è: Sinner non ha mai dovuto fronteggiare una palla break.

Grande festa italiana.

Articolo a cura di Michela Catena – Sportpress24.com

 

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