Champions League, Simeone : “La Lazio mi ha dato tanto. E’ nel cuore”

Alla vigilia di Atletico Madrid-Lazio di Champions League, Simeone allenatore degli spagnoli e Hermoso hanno presentato la sfida in conferenza stampa.

Inizia il difensore dei biancorosso Mario Hermoso, il quale è uno dei titolari dell’Atleti di Simeone. Il difensore ha riposato contro l’Almería e tutto fa pensare che tornerà in undici contro la Lazio, nella sfida per il primo posto.

Come ti avvicini alla partita sapendo che vale la pena pareggiare?

Ovviamente con l’importanza di cosa significhi per noi continuare con questa bella dinamica di risultati in casa e fare quel passo in più arrivando primi nel girone.

Che sensazioni ha lo spogliatoio in vista della Champions League?

Il passo che abbiamo fatto è importante. Sappiamo cosa significa come gruppo, come atleti, come squadra che vuole competere assolutamente per tutto.

La nostra capacità e la nostra mentalità è consolidare il primo posto e da lì prendere quel tempo fino ai playoff per continuare a lavorare.

La Lega è molto importante, vogliamo fare molto bene. Anche in Supercoppa e Coppa. Vogliamo giocarci tutto fino all’ultima giornata. Per ambizione e desiderio non lo sarà.

La densità del calendario è preoccupante? Sono i calciatori quelli che possono cambiarlo?

Gli infortuni, come quello di Gavi, sono spiacevoli, ce ne sono stati tanti in questo periodo, noi ne abbiamo subiti pochi e nessuno vuole arrivare a quei punti, dove il giocatore arriva al limite.

Succede di più con le nazionali, che passano 10 o 11 mesi senza sosta. Bisogna riflettere e anche ripensare. Se vogliamo spettacolo e che i calciatori diano il massimo livello giorno dopo giorno diventa complicato.

Inizi a caricare con i minuti le squadre che hanno molti infortuni.

Dobbiamo fare altro, cercare di più l’atleta. Che le gare continuino ad essere belle e per questo abbiamo bisogno anche di riposo.

Sei nella versione migliore della tua carriera?

Quando ti adatti e riesci a mantenere la fiducia dell’allenatore per avere molti minuti, sei capace di ottenere una versione migliore.

La conoscenza che abbiamo già nel gruppo, il modo in cui parliamo in campo, i giocatori che si conoscono, quelli che giocano in corsia, a centrocampo… diventa più dinamico.

Potrebbe essere uno dei momenti migliori della mia carriera e speriamo che duri e mantenga quel livello per continuare ad avere fiducia e divertirmi.

Il contratto scade il 30 giugno. La tua priorità è restare all’Atlético?

E’ una cosa a cui rispondo da mesi. La decisione che potrai prendere sarà quando sarà il momento. Mi sembra più importante che la squadra continui con il dinamismo che ha, che continui nelle competizioni… S

ono molti anni all’Atlético, è la mia quinta stagione, a parte tutto quello che comporta l’Atlético e la vita quotidiana con ottimi compagni di squadra e tutto il tempo che ho trascorso con il Cholo, che ha riguardato l’imparare a essere migliore.

Sono tutte cose di cui tengo conto, ma è una risposta alla quale non ho ancora deciso. Sono cose che quando arriverà il momento di riposare, dopo la partita contro il Siviglia, mi siederò e valuterò.

L’Atlético è sopra, ma non è solo una mia decisione personale, ci sono tanti fattori.

PAROLA A SIMEONE

Le rotazioni saranno comuni data la densità del calendario?

Andiamo secondo ciò che crediamo sia meglio per ogni gioco. Ognuno ha una grande responsabilità e cercheremo sempre di generare con i ragazzi chi crediamo di poter fare bene.

Cosa è cambiato al Metropolitano rispetto allo scorso anno?

La scorsa stagione, soprattutto l’inizio, è stata la più complessa degli ultimi 12 anni. Può succedere che la squadra non trovi la strada che cercava.

È arrivata la sosta dei Mondiali, abbiamo recuperato capacità di gioco, fatica, giocando da squadra e sulla base dei buoni risultati, che aiutano sempre e danno fiducia, siamo cresciuti, aggiungendo ciò che stavano facendo gli chics, il che è molto bello.

Dobbiamo continuare in questa dinamica di buona energia e buon gioco. Cosa succede al Metropolitano: abbiamo un pubblico meraviglioso.

Quando è forte e vicino, si sente e ne abbiamo bisogno. Per raggiungere i nostri obiettivi dobbiamo essere forti in casa. Si avvicina una partita dura, cercheremo di portarla dove crediamo di poter fare danni.

La partita contro l’Almería è servita da campanello d’allarme o è stato qualcosa di isolato?

In tutti i giochi ci sono difficoltà. Non ci sono partite in cui gestisci i 90 minuti. Ero corto quando ho detto 35 minuti, abbiamo fatto un ottimo primo tempo.

Nel secondo non siamo partiti bene, abbiamo preso gol, potevamo fare il 3-1, loro potevano fare il 2-2.

Camminò in quello spazio. Conviviamo bene con l’esigenza di arrivare a vincere e dobbiamo anche imparare quando la squadra non attraversa un momento di buon gioco.

Qual è il segreto per vedere il miglior Morata della sua carriera?

Da parte mia, zero influenza. E’ tutto opera sua. È tutto lavoro sportivo. Probabilmente è in uno dei suoi momenti migliori per la continuità. Anche per giocare.

È andato un paio di partite senza segnare e gli ho detto che non aveva importanza perché sta bene e quando stai bene le cose belle accadono naturalmente. È tutta opera di Álvaro.

Si riunisce alla Lazio.

Entrambe le squadre passeranno al turno successivo, quindi sono felice. La Lazio mi ha dato tanto amore, è una cosa che non dimenticherò mai. È una squadra che amo moltissimo. La tifoseria è nel mio cuore.

Articolo a cura di Stefano Ghezzi – SportPress24.com 

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