Roma, Tiago Pinto: “Non posso garantire che Zaniolo resterà”

Ieri alle 20 si è chiusa la sessione di calciomercato di riparazione. Il general manager della Roma, Tiago Pinto, è intervenuto in conferenza stampa per parlare del mercato svolto dal club giallorosso, in particolare dei nuovi acquisti, già titolari nella squadra di José Mourinho, Ainsley Maitland-Niles e Sergio Oliveira.

Pinto ha anche parlato dei colpi di mercato che non sono stati concretizzati, e ha parlato anche della situazione Zaniolo, il cui contratto scade in estate. La Roma punta al rinnovo con un adeguamento, ma la partenza non è ancora da escludere. Di seguito le sue parole.

LA CONFERENZA STAMPA

Qual è il tuo titolo per il mercato della Roma? E poi: ci puoi svelare un retroscena di mercato, che non è stato scritto, non è stato dato in televisione. Qual è stata l’offerta più alta che ti hanno fatto per un giocatore della Roma in questa finestra di mercato? “Cominciano bene. Come ho sempre detto, mi fa piacere fare la conferenza stampa perché sono uno che non parla tanto e questa è sempre un’opportunità per chiarire ciò che successo. Sul titolo: tutti noi impariamo tutti i giorni, nell’ultima conferenza stampa, mi hanno invitato a fare le pagelle, io ho imparato che non devo farlo più perché sono stato un po’ male interpretato e il titolo può essere lo stesso, io faccio il mio lavoro e lascio questo a voi, domani vedrò quelli che avete fatto voi e le pagelle. Sulle offerte, io credo che ci sono delle cose di cui preferisco non parlare. Sappiamo che il calcio è molto dinamico, ma anche un po’ sempre la stessa cosa: i giocatori con più rendimento hanno molte più offerte, la cosa importante è che, nelle ultime tre finestre di calciomercato, noi siamo sempre riusciti a lasciare in casa, a non permettere che i giocatori più importanti non andassero via. Sul numero delle offerte preferisco non parlare, ma devo dire che sono soddisfatto che i giocatori più importanti della Roma, nelle ultime tre finestre, sono rimasti a Roma. Il mercato è sempre pieno di retroscena, tante volte, in futuro, potrò avere l’opportunità che si possa parlare di retroscena, ma io ho sempre un po’ di parlare di queste cose di backstage. Qua, principalmente in Italia, per me, continua a essere un momento per imparare la passione con cui i club, i dirigenti vivono gli ultimi giorni di mercato ed è qualcosa che a me colpisce. Cerco sempre di essere metodico e ci sono delle storie che si possono raccontare, ma ora non è il momento”.

Nelle ultime tre finestre di calciomercato non sono stati ceduti dei big, mi proietto un po’ sul futuro: c’è stato il rinnovo significativo di Pellegrini, tra i big, i pilastri c’è anche Zaniolo? Sarà uno dei primi con cui intavolerete un incontro, dato il contratto fino al 2024?. “Mi ricordo che una settimana dopo la fine del mercato estivo la conversazione era la stessa. C’erano 6-7 giocatori che dovevano rinnovare. Io credo, con molta onestà, dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto: questo è il momento del collettivo, questo è il momento in cui tutti noi dobbiamo aiutare il mister, nei prossimi quattro mesi, per concentrarsi nei risultati della squadra, migliorare il nostro lavoro e portare a casa i risultati che ci possono rendere soddisfatti. Per gli interessi individuali, chiaro che il calcio è così, a suo tempo parleremo di tutto, ma adesso non è il momento di parlare del mercato estivo, rinnovi, è il momento in cui questa squadra, questa famiglia deve lottare su tutti e tre i fronti e, secondo me, abbiamo anche la possibilità di fare una bella stagione”.

Il giorno della presentazione di Mourinho lei ha detto che avrebbe fatto una squadra degna di Mourinho, in grado di competere per la Champions League. Questo mercato di gennaio, ha accorciato le distanze della Roma dalla Champions o meno? “Sì, credo che in tutte le finestre di mercato il principale obiettivo è migliorare la squadra, diventare la squadra più forte, più equilibrata e più coesa. Con umiltà, riconoscere che anche il mister ha parlato di questo: con il mercato che abbiamo fatto, siamo riusciti a portare a casa due ragazzi che sono subito hanno avuto un impatto sulla squadra e dei progetti giusti per ragazzi che non giocavano così tanto. Io credo che tutti sappiate, con l’esperienza che avete, che il mercato di gennaio è molto particolare, un mercato in cui, tante volte, quello che noi vogliamo è capire quello che manca alla squadra e se siamo capaci di portare giocatori che possono avere un rendimento subito. Io, con umiltà, credo che alla fine di dicembre abbiamo fatto un lavoro molto interessante con il mister, la proprietà e con lo scoutinh per capire quali erano le mancanze, quali ruoli da rinforzare e quali erano i profili che volevamo prendere e poi abbiamo fatto un lavoro veloce, per fortuna, i ragazzi sono arrivati e hanno subito migliorato la squadra, e questo è evidente, lo ha detto anche il mister. C’è la voglia di riscattarli a giugno? Come ho detto per i rinnovi e per il mercato estivo: ci sarà tempo per pensarci”.

Per lei è stato un mercato importante, perché è riuscito a chiudere due colpi importanti senza liquidità. Come pensa di risolvere la Roma in vista della prossima sessione: ci sarà la voglia e l’intenzione di vendere i giocatori migliori per migliorare la rosa oppure si continuerà a seguire la linea di non vendere i titolari e continuare a comprare giocatori giovani di prospettiva? Come pensa, quindi, di risolvere il problema di liquidità? “Io credo che una delle cose più belle di questo progetto è il modo allineato con cui lavoriamo. Abbiamo una proprietà che è sempre presente e ci accompagna in tutto il nostro lavoro. Abbiamo un allenatore che è stato preso come il nostro direttore d’orchestra, uno dei migliori al mondo. E su di lui abbiamo riposto tanta fiducia. Il nostro lavoro è unire tutti questi pezzi, la parte tecnica e finanziaria, e quella calcistica. Non ho paura del futuro. Stiamo facendo il lavoro giusto per far diventare la Roma più forte, anche dal punto di vista economico. Penso che nei prossimi due/tre mesi faremo le cose giuste e stabiliremo un piano: ho la certezza che l’1 di settembre del 2022 saremo qua e la rosa sarà più forte”.

La politica di non cedere i migliori continuerà? “La tua domanda è interessante e riflette quello che è il calcio. Dobbiamo fare delle scelte per migliorare la squadra, al di là di quello che prendiamo e di quello che vendiamo. Certe volte si possono fare entrambe le cose e diventare la squadra più forte. Se vogliamo far diventare la Roma una squadra vincente, da Champions, che lotta per i titoli, così faremo, al di là se compriamo o se vendiamo”.

Voto più alto in entrata o in uscita? “Io credo che siamo stati veloci a capire quello che dovevamo fare, siamo stati pratici a capire chi vendere e comprare con le condizioni che avevamo per fare le cose e poi siamo riusciti a fare tutto velocemente. Credo che gli obiettivi sono stati centrati. Nelle uscite, come ho spiegato prima, quando i giocatori non giocano, abbiamo due possibilità per l’uscita: uno, diventare la squadra più compatta, più coesa, magari avere meno giocatori e poi cercare delle opportunità, poi fare un bilancio tra ciò che spendiamo e risparmiamo per migliorare la squadra. Sono genericamente soddisfatto anche nelle uscite”.

Diawara ha bloccato il mercato? “Non ha bloccato niente. Quello che è successo è che il calcio è come il matrimonio. Io ne ho fatto uno ma è finito (ride, ndr). Non è vero che un terzo acquisto non è arrivato per colpa di Diawara. Ci sono poi cose che io non capisco e vi devo chiedere scusa: noi il 12 gennaio abbiamo portato Sergio Oliveira, poi abbiamo sempre detto che il mercato era chiuso. Poi è chiaro che nessuno può dire che è 100% chiuso. Dopodiché qualcuno di voi ha accostato una serie di nomi: Joao Moutinho da quello che ho capito era stato addirittura uno scherzo dei social media poi finito sui giornali. Noi abbiamo trovato una strategia nel dire qualcosa: per tutti questi nomi usciti non c’è stata una trattativa, solo bugie. Anche Kamara. Quello che mi dispiace che per tutti questi ragazzi non c’è mai stata una trattativa e poi qualcuno ha detto che erano obiettivi sfumati”.

Cosa è successo con Zakaria? “Per lui è diverso, dico la verità. Quando tu cerchi di prendere un calciatore ci sono tanti fattori che influenzano la decisione. Il calciatore, il contratto… Non voglio commentare il caso specifico ma credo che sia vero che era un calciatore seguito dal nostro scouting. Almeno lo scouting lavora bene (ride, ndr)”.

Siete preoccupati per il diritto di recompra del Chelsea per Abraham? “Sì esiste, nel 2023, ma non siamo preoccupati. Sono felice perché gioca bene e ha rendimento, ma anche lui può fare meglio. Voi sapete quanto sia difficile il primo anno in Italia per un attaccante ma lui sta facendo bene”.

La Juventus si è rinforzata molto più della Roma per la corsa al quarto posto… “Io mi devo concentrare sulla Roma, non tanto sulle altre squadre. Io devo pensare alla nostra strategia. Devo pensare anche agli altri, ma non perdo tempo a sentire ciò che fanno gli altri. Per quanto riguarda l’algoritmo, io non capisco questo tema. Sono sincero. Nel calcio abbiamo un rischio molto alto: prende un calciatore che poi non rende. Quello che noi facciamo, con tutte le informazioni che cerchiamo, è ridurre il rischio al massimo. Ma mai abbiamo preso un calciatore per un algoritmo. Appena sono arrivato ho preso El Shaarawy. Non c’è bisogno di un algoritmo per prenderlo. Stesso discorso per Rui Patricio. Reynolds è la scelta sbagliata di un direttore sportivo, non un algoritmo. Ma non possiamo dimenticare che oggi questi dati, poi elaborati da persone, sono importanti anche per il lavoro di Mourinho”.

Lei in Portogallo ha lavorato per una squadra che non ha bisogno del biglietto da visita. La Juve si è quasi ripagata con Bentancur e Kulusevski, i contatti diretti aiutano. La Roma com’è messa in quest’ambito? “È diverso lavorare in Portogallo e in Italia. Nella Roma e nel Benfica è diverso. Io ti posso fare diversi esempi, non solo di Juve e Paratici. Qui quando sono arrivati Pau Lopez era in panchina, aveva un valore di zero. Poi ha giocato, ma si è fatto male. Abbiamo scelto un progetto giusto per lui e poi ha avuto una valutazione di 12 milioni di euro. Under ne rappresenta 8,4 con un percorso simile. Il valore economico viene dopo, non capisco cosa vuol dire con i ‘rapporti’, perché io parlo con tutti i club. La Roma è un’istituzione molto grande, se non voglio aprire la porta a Tiago Pinto, la aprono alla Roma”.

Può garantire che Zaniolo l’anno prossimo sarà alla Roma? “Non posso garantirlo per nessuno”.

Perché uscivano nomi dopo che avevate detto che il mercato era chiuso? Se non sbaglio Mourinho ha detto che il mercato non era chiuso, ma non si aspettava nessuno. “Secondo me, il mercato estivo è molto lontano. Quello che dobbiamo fare è che quando finisce il mercato per noi inizia una nuova stagione. Dobbiamo avere la testa al campo e migliorare tutto. Questo è il momento di migliorare gli strumenti dopo che abbiamo portato nuovi musicisti, usando la metafora dell’orchestra. Dobbiamo capire con Mourinho cosa fare nei prossimi mesi”.

Si aspettava colpi di mercato così onerosi visto il momento attuale? “Credo che sia vero che ci sono state trattative con molti soldi. Oltre al tema economico però c’è anche quello sportivo. I club devono reagire quando hanno dei problemi e quindi succede questo. Ora stiamo imparando a vivere con il Covid, aspettiamo che la situazione vada avanti. Credo che nelle prossime finestre di mercato, si tornerà a quelli che erano gli anni scorsi ma mai tornerà a 3-4 anni fa, operazioni come Neymar, Coutinho, Dembele… Mi pare che oggi siamo tutti più equilibrati in quella che è la gestione economica del calcio”.

Articolo a cura di Davide Teta – SportPress24.com

Translate »