Si è aperta queata mattina a Passariano (UD), presso Villa Manin, la mostra d’arte “Confini” da Gauguin a Hopper – Canto con variazioni.
La mostra esplora, attraverso circa 135 opere tra dipinti e lavori su carta provenienti da importanti musei europei e statunitensi e collezioni private, il concetto di confine come spazio fisico, interiore, simbolico e spirituale, in pittura tra Ottocento e Novecento.
Il percorso espositivo si apre con una sala introduttiva di forte impatto emotivo, con sette opere chiave. Protagonista iniziale è la grande tela Märkische Heide (anni ’70) di Anselm Kiefer, simbolo di un confine cosmico tra cielo e terra. Di fronte, una tela estrema e intima di Mark Rothko, che rappresenta il confine interiore. Al centro, l’Autoritratto di Vincent van Gogh suggella la riflessione sull’identità e sull’io. Seguono celebri paesaggi di Courbet, Monet e Nolde, dove il confine naturale prende forma tra mare, cielo e giardini. Infine, un’opera di Edward Hopper introduce il tema delle figure solitarie che si confrontano con lo spazio e l’altrove.
La mostra
Cosa spinge un artista a guardare oltre l’orizzonte? Cosa lo attrae verso quella linea sottile dove la terra e il mare incontrano il cielo? La grande mostra Confini da Gauguin a Hopper risponde a queste domande attraverso un viaggio straordinario nell’arte degli ultimi due secoli, tra Europa e America.
Il percorso si articola in tre macroaree tematiche:
Il cielo
Il cielo diventa luogo del confine per eccellenza, da Friedrich, Turner e Constable fino a Boudin, Monet, Munch, Mondrian, Hodler, Hopper, Rothko e Nicolas de Staël. Una narrazione che attraversa Romanticismo, Impressionismo e astrazione per raccontare l’infinito visibile e invisibile.
Figure che guardano
Un’esplorazione post-romantica del volto e della figura che si protende verso il confine, tra osservazione e introspezione. Dalla Hudson River School americana (Church, Durand, Kensett) a Winslow Homer, Böcklin, Van Gogh, Gauguin, fino a Hopper, Diebenkorn e Andrew Wyeth, l’individuo diventa luogo di incontro tra spazio esterno e paesaggio interiore.
Confini più o meno lontani
La pittura come ricerca di altrove: da Gauguin, con i suoi viaggi dalla Martinica a Tahiti passando per la Bretagna, a Monet, Van Gogh, Cézanne e Bonnard nelle campagne di Normandia, Provenza e Sud della Francia. Una geografia pittorica del sogno, della luce e della memoria.
La mostra propone un viaggio tra mondi, epoche e sensibilità diverse, così come gli stili di pitturache, attraverso il tema del confine, ci restituiscono una profonda riflessione sull’identità dell’uomo e sul senso del paesaggio nella pittura moderna.
Dove
Dall’ 11 ottobre 2025 al 12 aprile 2026
Villa Manin
Stradone Manin, 10
Passariano (Udine)
Orario mostra
Da martedì a domenica dalle h. 9.30 alle h. 18.00
Chiuso il lunedì ed il 24 dicembre
Articolo a cura di Massimiliano Vienna – Sportpress24.com – (Foto da X e Massimiliano Vienna)