Le parole del Sarri matematico non dicono nulla di nuovo, lui sapeva benissimo

Hanno fatto rumore le parole di Sarri relative al mercato (ho chiesto A e B, ho avuto X ed Y), dopo la sconfitta contro il Milan.

La domanda proveniva da un noto giornalista, che peraltro ha sempre avversato la presidenza Lotito.

Nasce il sospetto che la domanda, lecita per carità, fosse discretamente strumentale e volesse arrivare ad una risposta tendente

a svalutare il mercato e quindi a colpevolizzare la società per il mancato arrivo dei giocatori chiesti dell’allenatore toscano.

A parte la strumentalizzazione che ha avuto la risposta di Sarri, ovviamente veicolata per dare tutte le colpe a

Lotito per questo inizio deludente di stagione, è necessario partire da una premessa.

Sarri, e lo ha dichiarato più volte, sa perfettamente che la Lazio non è un fondo monetario come il Milan, o non può accumulare centinaia e centinaia di milioni di euro di debiti, come altre squadre, senza incorrere in procedure fallimentari, che, per la Lazio, sarebbero immediate.

Peraltro Sarri dixit: “Meglio una società familiare di una proprietà estera o un fondi americano”.

Quindi sa che il mercato della Lazio non potrà mai essere roboante e che è vincolato a paletti insuperabili.

Peraltro quest’anno Lotito si è svenato perché sono stati investiti oltre 100 ml (a cui bisogna aggiungere le imposte)

e dunque si può dire tutto meno che soldi non siano stati immessi nella campagna acquisti.

Vero è che Sarri ha chiesto Berardi e Zielinski (od altri top players) ed è altrettanto vero che Lotito ha cercato di prenderli, malgrado i prezzi folli stabiliti da Sassuolo e Napoli.

Non ci è riuscito, come non ci sono riuscite altre società, ed infatti i due giocatori non si sono mossi dalle loro rispettive squadre.

Allora, si è virato su giovani di prospettiva (Castellanos, Isaksen, Rovella e Pellegrini) più due giocatori pronti (Kamada e Guendouzi).

Sarri, ed il suo staff tecnico, hanno approvato queste scelte e dunque rinfacciarle ora sembra quantomeno inopportuno.

Più logico pensare che era tutto previsto. Sarri lo ha detto più volte, a lui serve tempo per inserire i nuovi, soprattutto se giovani ed ancora acerbi a livello di esperienza, e quindi nessuna sorpresa nel vedere questa Lazio in difficoltà.

Al netto di un calendario infame (affrontare nelle prime otto giornate tre trasferte come Napoli, Torino sponda Juventus,

Milano sponda rossonera, tutte squadre da scudetto, ed Atalanta in casa, sarebbe stato un inizio terribile per tutti), quelle che pesano sono le inopinate sconfitte con Lecce e Genoa.

Con 3 o 4 punti in più il discorso sul mercato probabilmente non sarebbe

fatto. Concludendo, tanto rumore per nulla riguardo le formule matematiche sarriane.

Serve tempo e pazienza prima di vedere una Lazio pronta ad essere quella di sempre, non questa balbettante delle prime 7 giornate, a parte qualche sprazzo di bellezza.

Ma serve anche, e lo diciamo a Sarri, unità d’intenti. Inutile evitare responsabilità o sconfessare una campagna acquisti condivisa da tutti.

Solo così si potranno raggiungere gli obiettivi prefissati.

Foto Claudio Pasquazi – Articolo a cura di Carlo Cagnetti – Sportpress24.com

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