Conferenza stampa Formello: Parlano Sarri e Luis Alberto

La vigilia dell’esordio in Champions League. Maurizio Sarri prepara la sfida con l’Atletico Madrid, ecco quello che hanno riferito in conferenza stampa con Luis Alberto.

Mister che risposte si aspetta dalla squadra dopo la sconfitta di Torino ?

“Mi aspetto che la squadra prosegua nei miglioramenti togliendo i difetti di inizio stagione.

I difetti più evidenti sono gli approcci alla partita in cui facciamo molta fatica a livello mentale, poi nei momenti decisivi e nelle zone decisive del campo Troppo morbidi in area nostra e poco presenti in quella avversaria.

A livello di gioco negli altri 70 metri di campo stiamo facendo anche dei passi in avanti ed il gioco mi sta piacendo”.

Simeone ha uno stile difensivo e differente, ha cambiato opinione su di lui dopo le parole dette in passato?

“Dissi che il mio modo di vedere calcio era differente rispetto al suo, ma che avevo stima nei suoi confronti. Ha il suo modo di giocare, ma con quello ha fatto benissimo in Spagna e in Europa”.

Un impegno del genere, di questo livello dopo un inizio così difficile è un’occasione per svoltare o potrebbe essere un problema?

“Penso che bisogna giocare ed affrontare gara per gara, ora abbiamoquesto avversario importante,  abbiamo dei problemi da risolvere, ma abbiamo la consapevolezza di aver fatto meglio contro Napoli e Juventus rispetto alle prime due di campionato. Ora serve il passo decisivo, contro le squadre forti ci sono sempre opportunità e rischi”.

Meglio affrontare l’Atletico Madrid subito nel girone o era meglio affrontare un’altra magari meno blasonata? Domani conterà più la tattica, visto che in Europa c’è un modo diverso di affrontare le gare?

“La nostra squadra è rimasta corta nelle ultime due. C’è stato un approccio meno deciso, per questo il baricentro è stato più basso all’inizio. Ma non ci siamo mai scomposti e non abbiamo concesso ripartenze agli avversari. Mi dispiace che stiamo subendo gol in situazioni facilmente evitabili, anche quando siamo disposti bene. Sono stati 54 i palloni giocati nell’area avversaria, senza tradurre in qualcosa di concreto e questo è un problema.

Questo mi fa rabbia, serve fare meglio nelle situazioni sporche nelle due aree. Domani giochiamo con l’Atletico Madrid e serve un risultato, se sia il migliore o il peggiore avversario in questo momento non lo so.

I risultati non sono positivi ad oggi, dovrebbe essere teoricamente un brutto momento per noi, ma non dobbiamo pensare a questo. Fare un risultato positivo sarebbe importante in ottica qualificazione”.

La squadra cosa può e deve fare per far rendere al meglio Immobile? In futuro insieme Guendouzi e Kamada?

“Immobile ha il destino dei grandi bomber, è un giocatore di cui non puoi fare a meno quando segna, che viene criticato quando non lo fa. È sempre così per chi fa 30 gol a stagione, ora la squadra sta dando poca profondità, questo ci costa qualcosa a livello realizzativo. La squadra deve aiutarlo e deve farlo anche lui cercando maggiormente profondità invece di venire troppe volte incontro. Kamada e Guendouzi penso che ci sia la possibilità di vederli insieme, quando Luis andrà in fatica ci sarà la chance (ride, ndr)”.

Cosa ha in mente per domani a livello tattico e di uomini?

“Noi siamo più strategici che tattici. Andiamo sulla filosofia e non sulla singola partita, l’idea è far funzionare al meglio le nostre cose. Ora non ci stiamo riuscendo”.

Il difetto di subire all’inizio è tornato. 

“Ti dovessi dire che il nostro approccio è stato sbagliato sarebbe troppo. Riguardando la partita è durata 12 minuti la vera situazione di difficoltà. Mancava più che altro furore agonistico. La squadra era abbastanza ordinata, ci è mancata più che altro la cattiveria a livello 10 e non a livello 5”.

Perché il problema all’inizio dei tempi? 

“L’approccio al secondo tempo era un problema anche l’anno scorso, quello alla partita un po’ meno. Ci fosse una spiegazione logica sarebbe facilmente risolvibile, così invece con 30 teste con cui avere a che fare è complicato capire il motivo. Fondamentalmente ci alleniamo anche nella maniera giusta, con un bel piglio. Ne stiamo parlando per cercare di risolvere il problema”.

Perché il silenzio stampa dopo la Juve? La Champion’s League per indirizzare la rabbia?

“Per la partita di Torino la società ci ha chiesto di non commentarla e noi seguiamo le indicazioni. La Champions è un’altra storia, è la competizione di club più importante, un onore e un piacere esserci dentro, come deve esserlo lottare su ogni palla per fare il massimo”.

Come ha visto la squadra dopo il ko di Torino?

“Quando si gioca ogni 70 ore c’è poco da vedere, dal punto di vista fisico non vedi nulla. Una seduta scarico e una di preparazione alla sfida. Mentalmente non c’è né tempo, né sarebbe giusto soffermarsi sulla partita precedente. Bisogna proiettarsi alla prossima”.

Guendouzi impossibile davanti alla difesa? Dove trovare la reazione? 

“Sì, è impossibile. Non rappresenta per caratteristiche quello che intendo io come vertice basso. I ragazzi hanno lottato per due anni per giocare questa partita, ora lo devono fare. Si deve pensare ai sacrifici fatti, il livello di motivazione quindi deve essere altissimo”.

Dove può arrivare la Lazio in Champions, può pensare di fare strada?

“Ci poniamo obiettivi di gara in gara, pensiamo solo a domani, trovare un risultato positivo è importante. Poi uno vede il Celtic e sulla carta si accorge che è la squadra più forte del girone, non conosco gli scozzesi, conosco a metà il Feyenoord. Stiamo facendo tutte ipotesi ora, serve solo il massimo per domani”.

Come è cambiata la Champions negli anni? 

“Grandi stravolgimenti non li ho visti, le partite sono sempre complicate, le squadre solitamente sono di livello qualitativo e fisico molto alto, gare semplici sono impossibili da trovare. Poi negli anni si è allargato il divario tra le 7-8 grandi e le altre, ma la Champions era difficile anche 7-8 anni fa”.

Che Luis Alberto ritrova l’Atletico 7 anni dopo l’ultima volta contro il suo Deportivo?

“Se ricordo bene ho perso 3-0 l’ultima volta, nemmeno lo ricordavo (ride)… La squadra di Simeone è difficile da affrontare, l’ha dimostrato in questi anni. Lui è un emblema, una leggenda per il club. Sarà difficilissima come partita, ci vuole cattiveria e personalità”.

L’Atletico Madrid è cambiato rispetto al passato? Ora è più offensivo?

“Da gennaio dello scorso anno sta giocando con più possesso, mostrano un calcio con più sicurezza. L’ha dimostrato vincendo 7-0, adesso attaccano molto, hanno calciatori di livello internazionale che possono cambiare la partita da un momento all’altro”.

Il significato per te di giocare contro una squadra spagnola? Il tuo desiderio è sempre quello di chiudere la carriera in Liga?

“Sì, l’ho detto sempre. Se sto bene voglio finire la carriera al Cadice. Giocando in Champions la motivazione arriva da sola, altrimenti vuol dire che non ti piace il calcio”.

Che emozione la Champions con il pubblico domani rispetto all’ultima volta in cui non c’erano i tifosi? Cosa vi sta mancando ora?

“Sarà più bello ancora giocare in uno stadio pieno, quando l’abbiamo fatto qualche anno fa è stato un po’ strano senza tifosi. Il calcio rimane loro. Serve più cattiveria nelle due aree, bisogna difendere meglio tutti, non possiamo prendere certi gol. I gol presi contro la Juve nemmeno una squadra di quarta-quinta categoria li subisce… Sta mancando un po’ di personalità. Per il resto stiamo giocando bene, dobbiamo essere più forti nelle due aree”.

Sei uno che non ha mai paura di parlare con gli arbitri, ti hanno fatto arrabbiare nelle ultime due gare; cosa cambia per te giocare con Guendouzi o Kamada, come giudichi loro e Rovella?

“Abbiamo detto che non parliamo della Juve come vuole la società, quindi lasciamo perdere. Kamada, Guendouzi e Rovella sono giocatori fantastici. Guendouzi ha giocato all’Arsenal e all’Olympique Marsiglia, già questo dice tutto su di lui, è un ragazzo serio. Daichi mi piace tanto, tutti a centrocampo troveranno spazio. Sicuramente faranno benissimo nel corso della stagione”.

Cosa puoi fare di più per aiutare Immobile ad ritrovare la lucidità ed i gol?

“Quello che ho fatto sempre. La vita dell’attaccante è così, quando fa gol è un fenomeno, altrimenti è scarso. Lui è tranquillo, quando farà 2 gol tutti staranno zitti”.

Senti di poter essere convocato in Nazionale?

“Non ci penso, giocare per il mio Paese è importante. Sono a disposizione, ma non ci penso perché è una cosa che toglie energie. Ci pensa il mister alla lista, si vede che non gli piaccio, ce ne sono tanti forti in Nazionale. Ce ne sono 10-12 nel mio ruolo. Io devo fare prima bene qua, poi si vedrà”.

Questa è la Lazio più forte da quando sei qui, a livello di completezza di organico? Al di là dei risultati centrati finora.

“Penso di sì, è la rosa più completa degli 8 anni che sono qui. Altri anni abbiamo fatto bene, ma ci mancava qualcosina in più. L’importante è continuare a lavorare, poi se vinci una partita o due dopo può cambiare tutto, anche il modo di affrontare la partita successiva”.

Ti senti più leader dopo l’addio di Milinkovic?

“Io leader non mi sento. Il leader è Ciro, che è il capitano e quello che ha fatto di più di tutti nella Lazio. Io provo ad aiutare e fare il massimo. È il mio modo di vedere il calcio, quando parlo è solo per dire qualcosa di positivo”.

Cambia qualcosa con Kamada o Guendouzi?

“Con Mateo ho giocato poco, ma non cambia tanto. Sappiamo cosa dobbiamo fare con la palla e in fase di rientro. Lavoriamo tutti i giorni su questo. Magari a seconda del compagno so quando devo dargliela più sui piedi o nello spazio”.

Per il rinnovo del contratto è tutto risolto? Cosa hai detto ai tifosi dopo Lazio-Genoa?

“Andiamo a parlare con loro dopo ogni gara, soprattutto se non va bene. Dobbiamo essere dodici invece che undici, soprattutto ora. Loro sono fantastici in casa e fuori, era giusto parlarci in quel momento ma succede spesso. Contratto? A dicembre vado via (ride). Siamo tranquilli, mi piacerebbe finire al mio Paese per un anno, ma dipende tutto da come starò fisicamente”.

Sembri conoscere i nuovi da anni, ti sta riuscendo tutto. Luis Alberto ha limiti? Dove può arrivare? 

“Spero di non avere limiti (ride). Lavoro per la squadra, sono in un momento in cui riesco a fare le cose bene, la vittoria però è più importante. Puoi segnare 100 gol, ma se non arrivano i 3 punti non sono contento quando torno a casa”.

Quanto ti servono i migliori Felipe e Zaccagni per esaltare il tuo gioco?

“Felipe a Napoli l’ho visto benissimo, ha attaccato e difeso alla grande. Gli esterni devono fare il 60% degli uno contro uno. Zaccagni mi è piaciuto, difficile giocare contro la Juve. Ti raddoppiano sempre, ci ha provato. Devono continuare a tentare, troveranno il gol, gli darà più fiducia. Abbiamo tanto bisogno di loro e anche di Isaksen che è fortissimo”.

Foto S.S. Lazio

A cura di Edoardo Massetti — Sportpress24.com 

One thought on “Conferenza stampa Formello: Parlano Sarri e Luis Alberto

Comments are closed.

Translate »