Lazio, Lotito : “Al mercato ci penso io. Immobile? Non so nulla”

Claudio Lotito presidente della S.S. Lazio ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport parlando a 360° della sua esperienza alla guida della Lazio.

Tanti i temi toccati dal presidente biancoceleste.

Dall’inizio dell’avventura nel 2004 all’assalto degli arabi a Ciro Immobile passando per la separazione da Igli Tare, Maurizio Sarri, il calciomercato, i diritti tv e gli interventi politici per proteggere il mondo dello sport :

“Mi davano della macchietta, oggi tutti mi riconoscono le capacità. Ho salvato lo sport italiano, non solo il calcio. Mi avevano dato un mese di vita come presidente e invece…”. 

“Sarri deve indicarmi le posizioni da coprire, io scelgo i giocatori. Ho proposto il rinnovo a Milinkovic, ma l’Arabia gli offriva 18 mln netti. A me ne volevano dare 15, sono arrivato a 40”. 

“Gli Arabi vogliono anche Immobile? Non mi ha detto niente nessuno”, ha proseguito Lotito.

L’ADDIO DI IGLI TARE

Dopo 18 anni insieme, Igli Tare a la Lazio hanno preso strade diverse.

“Mica l’ho mollato, è andato via lui e mi è dispiaciuto su piano personale, umano. Diciotto anni insieme, un grande amico e un uomo d’azienda. Un giorno ha telefonato e mi ha detto che voleva andarsene”.

“Le incomprensioni c’erano state tra Sarri e Igli, integralista il primo, rigido il secondo. Sono dovuto intervenire tre volte.

La prima ho menato la squadra, poi quando Sarri stava scricchiolando ho chiarito alcune cose, infine ho detto a Igli che avrebbe dovuto usare la vaselina.

Alla squadra ho promesso che avrei pagato dopo ogni vittoria e a settembre m’è toccato versare gennaio in anticipo di quattro mesi”. 

LA ‘SUA’ LAZIO

Giovedì 20 luglio Claudio Lotito festeggerà 19 anni da presidente della Lazio. Un’avventura iniziata per risolvere una situazione complicata.

“La Lazio me la fece prendere Berslusconi. ‘Claudio, mi hanno detto che sei l’unico che può mettere a posto questa drammatica situazione, dammi una mano’. 

Era il 19 luglio del 2004, la Lazio allora fatturava 84 milioni di lire l’anno, ne costava 86,5 e aveva 550 miliardi di debiti, ovviamente non miei”.

“Misi 150 miliardi di lire e mi caricari 1070 miliardi di debiti. Non resisterà più di un mese, dicevano….

Nei primi anni ero la macchietta, oggi tutti mi riconoscono le capacità. Sono un uomo di sfide io. Quando mi metto in testa una cosa faccio tutto ciò che è possibile per riuscirci”

LA SALERNITANA E LE INNOVAZIONI NEL CALCIO ITALIANO

“Ho introdotto la multiproprietà nel calcio, che non è la seconda squadra. Garantisce i ricavi del territorio.

Io sono stato obbligato a vendere la Salernitana per 10 milioni alle 23.55 dell’ultimo giorno. Me l’hanno sottratta. L’avevo presa dal fondo e portata in Serie A”.

“Ho introdotto la quotazione in Borsa con il sistema duale, poi la transizione col Fisco, la rivalutazione del marchio da valore storico a valore commerciale”. 

MAURIZIO SARRI E IL MERCATO ESTIVO

“Ho le idee chiare, a Sarri ho chiesto di indicarmi non dei nomi, ma delle posizioni da coprire, le sue esigenze tecnico-tattiche.

I giocatori li scelgo io”.

“A Formello c’è un intero settore che si occupa dello scouting. Castellanos è arrivato e l’ho pagato un botto”. “

Ora Maurizio mi chiede un vertice basso, un difensore, non necessariamente un terzino sinistro, un esterno e una mezzala. I nomi li ho tutti in testa”. 

LA VENDITA DI MILINKOVIC SAVIC

“Gli avevo offerto il rinnovo a una cifra blu. E’ arrivato il suo procuratore e mi ha detto che l’Arabia garantiva 20 milioni l’anno, 18 netti. Il giocatore mi ha confessato che cercava qualcosa di nuovo.

Quando mi hanno spiegato che c’erano 15 milioni per la Lazio ho risposto che 15 o zero per me era lo stesso e che gli avrei fatto fare tanti giri di campo a Formello”.

“Quindi sono diventati venti, poi trenta, infine quaranta. Al calcio italiano non mancano i giocatori, ma i presidenti. Manca la competenza al vertice”.

DIRITTI TV E POLITICA

“Sono circondato da masochisti, non sappiamo vendere il prodotto. Aurelio dice che è tutto una merda, che non vale niente. E gli altri lo seguono. Abbiamo enormi potenzialità invece”.

“Dovremmo occuparci delle infrastrutture prima che dei diritti tv. Tutti curano gli interessi individuali, io ho sempre lavorato per il sistema.

Guarda il decreto salvacalcio. Se non mi fossi battuto per farlo passare non solo il calcio, ma tutto lo sport italiano sarebbe fallito”

LO STADIO DELLA LAZIO

“Stavo per costruirne uno nei miei terreni, ma Veltroni mi bocciò il progetto. Si arrivava anche in battello, la rete viaria era perfetta. Chi dice che non ci stia lavorando oggi…”. 

LE VOCI SU IMMOBILE IN ARABIA

“Gli arabi vogliono anche Ciro? Non mi ha detto nulla nessuno”.

Articolo a cura di Stefano Ghezzi – Sportpress24.com

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