Da Immobile a Palomino, insulti e minacce da chi non sa perdere

Dopo Theo Hernandez e Ciro Immobile, continua il brutto fenomeno di insultare e minacciare i calciatori suoi Social Network al termine delle partite.

MINACCE E INSULTI VERSO PALOMINO

Questa volta è toccato a Jose Palomino, difensore argentino dell’Atalanta, colpito da migliaia di insulti e minacce da parte di alcuni tifosi romanisti per aver commesso un fallo molto irruento su Dybala durante Atalanta-Roma.

Il difensore argentino si è visto invadere il proprio profilo Instagram da migliaia di insulti diretti a lui e alla sua famiglia provenienti anche da diversi profili creati solo per inveire contro Palomino.

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Foto da Twitter – insulti sotto l’ultimo post di Palomino

Molti tifosi della Roma sono recidivi. Lo hanno fatto e lo fanno verso i morti senza pensare alle famiglie e a chi ha perso i propri cari. Quello che lascia al quanto perplessi, da sempre, è la mancata presa di posizione della stessa società giallorossa, mai intervenuta a tutela del rispetto altrui; quell’altrui dalla maglia dai colori diversi.

Questo fenomeno sta diventando fin troppo diffuso nel mondo del calcio italiano e apre un’interessante dibattito che coinvolge lo sport e i Social Network.

In un tempo in cui ogni evento sportivo è commentato in tempo reale da centinaia o migliaia di appassionati sui Social Network è molto facile che, soprattutto per partite importanti e in momenti delicati di esse, si sfoci in commenti esagerati e offensivi.

L’adrenalina che provoca un evento sportivo, però, non può giustificare minacce di morte e insulti che alcuni giocatori si trovano ad affrontare.

I Social Network concedono a tutti la libertà di esprimersi che, in questi casi, può essere un’arma a doppio taglio. Se da una parte è possibile esprimere la propria opinione liberamente, dall’altra è molto frequente trovare commenti di persone che alimentano odio e cattiveria senza motivo.

I CASI PIÙ RECENTI

Nei casi più recenti, la colpa dei calciatori colpiti da queste maree d’odio è quella di offrire grandi prestazioni per le proprie squadre e per questo attirare l’invidia degli avversari. In occasione del quarto di finale di Champions League tra Milan e Napoli è stato Theo Hernandez il bersaglio di una serie di insulti e minacce dirette a lui e a suo figlio di appena un anno “colpevole” di essere un giocatore molto forte e fastidioso da affrontare per i suoi avversari.

Anche Ciro Immobile è stato di recente al centro di un’enorme tempesta di insulti e commenti sgradevoli dopo il suo incidente con un tram dello scorso 16 aprile che ha coinvolto anche le sue figlie.

L’attaccante della Lazio è spesso bersaglio di molti “tifosi” che si sentono liberi di scrivere qualsiasi cosa a lui e a sua moglie per via delle prestazioni del numero 17 con la nazionale italiana.

CONCLUSIONI

Pensare anche solo che un’arte nobile come lo sport possa essere contaminata da questi comportamenti di massa dovrebbe portare ad una seria riflessione su ciò che sta accadendo nel mondo del calcio continuamente al centro di casi di odio e razzismo.

Il cambiamento dovrebbe iniziare da una scuola che non presta troppa attenzione allo sport ma che dovrebbe insegnare i suoi valori di condivisione e rispetto così da migliorare una società basata su odio e invidia.

Foto da Twitter – Articolo a cura di Andrea Marino – SportPress24.com 

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