Razzismo negli stadi: disparità di trattamento della Stampa italiana

Daspo di cinque anni per Razzismo!

Questa la decisione del Questore di Roma nei confronti del tifoso tedesco che, la scorsa domenica, nel corso del derby Lazio-Roma, ha indossato una maglia con la scritta “Hitlerson 88”.

All’uomo è stata contestata la violazione della legge Mancino sull’incitamento all’odio razziale.

Provvedimento disposto sulla base di una istruttoria della Divisione Anticrimine.

Ecco le dichiarazioni di Giampietro Lionetti, capo Digos di Roma: 

“Fuori dallo stadio abbiamo ricostruito, tramite le telecamere di sorveglianza, tutto il percorso del tifoso della Lazio che indossava la maglietta con la scritta ‘Hitlerson’.

Al momento dell’ingresso in tribuna Monte Mario, lo stesso ha coperto la maglietta indossando il giubbotto, per non dare nell’occhio. Poi, sempre con le telecamere di sicurezza interne allo stadio, siamo riusciti ad arrivare al posto che occupava”.

Il tifoso è stato, quindi, identificato dalle forze dell’ordine e deferito all’autorità giudiziaria, proprio grazie alle telecamere poste all’ingresso della tribuna Monte Mario, allo stadio Olimpico.

Immortalato mentre assisteva al derby Lazio-Roma con indosso la maglietta “Hitlerson” e il numero 88, chiaro riferimento al saluto nazista.

Si tratta di un tedesco simpatizzante della Lazio, scovato grazie alla visione dei filmati delle telecamere dell’impianto sportivo.

L’uomo è stato identificato insieme con altre due persone, di nazionalità rumena, riprese mentre facevano il saluto romano e sottoposte al Daspo da parte del Questore di Roma, sulla base di un’istruttoria della Divisione Anticrimine.

L’uomo sarebbe, inoltre, già gravato da un precedente di polizia risalente al 2009 quando, sempre in occasione del derby della Capitale Lazio-Roma dell’11 aprile di quell’anno, era stato denunciato per invasione di campo.

La Federcalcio ha acquisito i video per avviare un supplemento di indagini e valutare eventuali sanzioni per la tifoseria biancoceleste.

E fin qui nulla di strano se solamente non pensassimo che, durante una partita di calcio, le tifoserie siano due soprattutto in una stracittadina come quella romana.

Allora perchè si parla “solo” di “tifoseria biancoceleste” e non semplicemente di indagini riguardo la tifoseria tutta presente allo stadio?

Una tabella sotto ci indica nello specifico una sorta di “disparità di trattamento”.

Scendendo nello specifico, la responsabilità è sempre e Solo dei Laziali!

Per ogni volta che appare un’immagine inneggiante il Duce, si canti un coro antisemita o razzista in entrambe le curve del tifo romano con le rispettive reazioni di politici, media, stampa e della comunità ebraica, la colpa è sempre e sola dei tifosi Biancocelesti.Tabella Razzismo Media

Probabilmente non lo direbbe nessuno, ma la Roma, (mai dissociatasi con un comunicato ufficiale al contrario della Lazio come si vede nella tabella), vincerebbe il derby con un netto 0-3 a tavolino.

Mano pesante invece da parte della Lazio:

Non soltanto ha annunciato che si costituirà parte civile negli eventuali procedimenti penali che seguiranno ma, fa sapere il club biancoceleste :

che disporrà il non gradimento e quindi l’allontanamento a vita dallo stadio della persona che indossava la maglia con il numero 88 recante la scritta “HITLERSON” e di “altre due che ostentatamente compivano il gesto del saluto romano”.

Tali persone, fa sapere il club, sono state individuate grazie alla collaborazione tra il proprio servizio di sicurezza, gli steward e le forze dell’ordine, anche mediante l’utilizzo delle telecamere di sorveglianza dello Stadio Olimpico.

Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha ribadito l’indignazione per quanto avvenuto chiedendo un maggiore impiego della tecnologia.

“Chi sbaglia paga – ha detto -, e per far questo serve più tecnologia negli stadi”. “Non dobbiamo trovare alibi, bisogna intervenire a livello culturale partendo dalle scuole e ci deve essere collaborazione tra le istituzioni”, ha concluso.

Sulla questione Razzismo è intervenuto anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri:

“Quelli di domenica sono stati episodi inaccettabili, un’infamia a cui bisogna reagire con grande compattezza.

Ho apprezzato che la Lazio si sia dissociata e quanto fatto dalle Istituzioni come riportato anche dal ministro Abodi.

Bisogna lavorare sul piano culturale, noi stiamo lavorando molto, l’antisemitismo che alcuni pensano che sia una goliardia da stadio, in realtà è una piaga che ha portato delitti e sangue sulle strade.

Su questo non si può scherzare, sono episodi gravissimi ed è bene che siano stati denunciati, isolati e contrastati”.

LA COMUNITA’ EBRAICA CONTRO IL RAZZISMO…MA SOLO CONTRO I LAZIALI

Anche la comunità ebraica di Roma, in un post della presidente Ruth Dureghello, ha espresso la propria indignazione per l’atto antisemita allo stadio.

Ma perché proprio noi – penseranno i tre – visto e considerato che il saluto romano, i cori antisemiti, l’odio razziale sono una pratica di massa non solo in quella curva, ma in moltissime altre, in Italia e in Europa?

Che c’è di così strano, visto che in mezzo a questi cori, a questo clima, a queste bardature e a questi striscioni noi ci siamo nati, e non è un modo di dire: proprio nati, e poi serenamente cresciuti?

Lo stesso ministro Abodi posta una foto della curva giallorossa.

Immagini inneggianti Benito Mussolini con la quale si chiede collaborazione affinchè tutti i casi vengano egualmente puniti e chiedendo di non usare il modus operandi : “due pesi e due misure”.

Questo è l’auspicio che ogni buon tifoso dovrebbe farsi ma, dati alla mano, sembra che ai media e perfino alla comunità ebraica stessa, a parità di grave violazione della Legge Mancino, ne parli e si indigni a seconda di chi lo fa.

Ecco la tabella in questione con i casi più eclatanti: dopo averla consultata, crediamo sia molto improbabile riuscire a dire che non ci sia una chiara forma di disparità fra le due curve del tifo romano.

Sperando che questi dati siano visionati e che :

il questore,

i vari politici,

la Federcalcio

e tutti gli organi competenti

non solo diano una risposta a questo, ma che :

si adoperino affinchè chiunque sbagli in qualsiasi parte del Tevere od in qualsiasi curva d’Italia, si DEVE avere lo stesso trattamento, anche mediatico.

Articolo a cura di Michela Catena – Sportpress24.com

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