Ecco la nuova Superlega : “Competizione basata sul merito”

Dopo la sentenza del Tribunale di Madrid, che ha vietato a FIFA e UEFA di sanzionare i club promotori della Superlega, ecco che Bernd Reichart, Ceo della ‘A22 Sports Management’, la società che si occupa dell’organizzazione, ha presentato le nuove idee sul format del campionato europeo per club:

“Il formato non prevede membri permanenti, non sarà più una competizione elitaria chiusa, ma aperta e basata sul merito. Sarà gestita dai club e compatibile con i campionati nazionali”.

”Ci sarà un rigido fair-play finanziario. Oggi troppi pochi club generano profitto, la maggior parte di essi si indebitano e rischiano di scomparire, altri invece rinunciano proprio agli investimenti.

Le società non potranno dedicare più del 55% del loro budget agli stipendi e vogliamo anche vietare sponsorizzazioni ‘gonfiate’. Non è possibile spendere più di quanto si genera”.

Mano pesante pertanto di Reichart sulle spese folli dei club. Impossibile vedere prezzi esorbitanti per giocatori e agenti.

Critiche alla UEFA e al presidente Alexander Ceferin :

“Il calcio sta perdendo attrattività e potere economico, molte società condividono questa preoccupazione e stanno discutendo con noi per risolvere i problemi. Il sistema attuale e la nuova Champions League non sono adatte.

Ci sono troppe partite inutili, pochi big match tra squadre forti e la competizione entra nel vivo soltanto nel mese di febbraio. Vogliamo avere il diritto di portare proposte senza avere la minaccia di essere sanzionati.

La Uefa è resistente a ogni tipo di cambiamento perché vive bene così, senza concorrenza, senza rischi imprenditoriali ed esercitando un’influenza significativa. E’ un monopolio che dura da 45 anni.

Questa però è discriminazione, l’autorizzazione di lanciare un nuovo campionato deve essere approvata da un soggetto terzo, perché dobbiamo dipendere da un’organizzazione svizzera?

Chiediamo che i club recuperino la loro sovranità e che siano padroni del loro destino.

Ci sembra ingiusto che le società si prendano enormi rischi dal punto di vista economico e poi non abbiano potere decisionale”.

Articolo a cura di Stefano Ghezzi – Sportpress24.com

Translate »