Chi era Sinisa Mihajlovic

Sinisa Mihajlovic é scomparso oggi all’età di 53 a causa di una leucemia. Malattia che portava con se dal 2019 e che lo ha costretto alle dimissioni da allenatore del Bologna nel 2022. Oggi ci lascia un vero e proprio senatore del calcio. Un uomo carismatico che ha evidenziato i propri ideali di gioco imponendo la sua personalità sul calcio italiano sia da giocatore che da allenatore. Lascia di se un ricordo forte, di un uomo tutto d’un pezzo , carismatico e onesto.

Il giovane Sinisa a soli 23 anni sbarca nel panorama calcistico italiano alla Roma, squadra con cui passerà ben 2 stagioni (1992-1994) dopo aver vinto 3 campionati jugoslavi ( 1 Vodjvodina, 2 Stella Rossa) ed una Coppa dei Campioni ( Stella Rossa 1990-1991) ; poi si sposta a Genova, sponda Sampdoria (1994-1998); nel 1998 torna a Roma ma con colori diversi che rimaranno per sempre nel cuore di Mihajlovic, alla Lazio vince tutto: 1 CAMPIONATO ITALIANO; 2 SUPERCOPPA ITALIANA; 2 COPPA ITALIA; COPPA DELLE COPPE; SUPERCOPPA UEFA. La sua carriera da giocatore si conclude nell’ Inter. Società che lo porterà alla vittoria di un  campionato italiano, una coppa italiana ed una supercoppa italiana.

Era temuto da tutti i difensori avversari nonostante fosse anche lui un giocatore prettamente difensivo grazie alle famosissime punizioni che non lasciavano scampo al portiere.

La sua carriera da allenatore è stata molto variegata per quanto riguarda le squadre allenate ma purtroppo assente di palmeres. Anche questa sua seconda vita calcistica si è concentrata principalmente nella penisola italiana. Ad eccezione per lo Sporting Lisbona nel 2018 e per la Nazionale Serba nel 2012-2013. In Italia ha allenato: Milan, Catania, Fiorentina, Bologna, Sampdoria e Torino con una doppia avventura con la squadra emiliana purtroppo terminata precocemente agli inizi di questa stagione a causa di alcune ricadute della malattia.

Senza ombra di dubbio tutto il mondo del calcio oggi è in lutto, in particolare il calcio Italiano. Un campione dentro e fuori dal campo che non ha smesso di sostenere i propri familiari e tifosi fino all’ultimo giorni, sempre con il sorriso nonostante le condizioni fossero precarie.

Articolo a cura di Valerio Giuseppe Bellingheri – Sporpress24.com

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