Roma, Mourinho: “Non sono qui in vacanza, voglio la Roma dei romanisti”

Oggi 8 luglio, Josè Mourinho è stato presentato come nuovo allenatore della Roma nella Terrazza Caffarelli in Campidoglio.

La conferenza stampa è stata trasmetto in chiaro per la prima volta nella storia.

Presenti anche giornalisti provenienti da diverse parti del mondo. Di seguito le parole di Mourinho, di Tiago Pinto (presente anche lui), e le domande fatte dalle varie testate e giornalisti.

Tiago Pinto: “Scusate se il mio italiano non è perfetto. Ecco Mourinho, credo che basti… Oggi è un giorno molto felice per noi, è il primo step per un cambio di mentalità. La sua carriera parla da solo., Voglio solo ringraziare Dan e Ryan per l’opportunità, e a Mourinho per aver accettato la nostra proposta. Siamo tutti contenti di far crescere la Roma con Mourinho”. 

Le parole di Mourinho: “Ringrazio i tifosi, sono stati eccezionali. Io mi sono sentito subito in debito con loro, l’accoglienza è stata emozionante e questa è la prima cosa che devo fare, ringraziare loro. Poi i Friedkin, Tiago Pinto e tutti gli altri. Ma il modo in cui mi hanno accolto i tifosi mi ha colpito veramente. Perchè sono qui? Perchè siamo vicini alla statua di Marco Aurelio. E nulla ritorna nel nulla e questo ha un significato ha un significato molto simile a quando ho parlato con Dan e Ryan. Quello che loro voglio per questo club, un progetto molto chiaro, l’eredità e il passato fantastico del club. La parola tempo nel calcio non esiste, in questo caso esiste e lo è in un modo fondamentale perché quello che la società vuole è una situazione sostenibile nel futuro e vogliono fare qualcosa con grande passione. Questa è la ragione principale per cui sono qui. Adesso è tempo di lavorare insieme ai miei, però il concetto di miei è cambiato subito quando sono arrivato a Trigoria, i miei sono tutti quelli che vogliono lavorare con me. Non siamo qui per la bellezza della città, non sono qui in vacanza, il simbolo, i colori, il nome, nel mondo si confonde la città col club”. 

DAZN: “Qui a Roma ci sono cinque radio che parlano di Roma. E’ eccitato da questa pressione?”

“Ho già dovuto cambiare tre volte il numero di telefono. Scherzi a parte, è fantastico, è incredibile. Per qualcuno che ha lavorato già in Italia, quando non sei qui ti manca. C’è un lavoro da fare internamente e noi dobbiamo concentrarci sul nostro lavoro. Tutti noi all’interno di Trigoria dobbiamo pensare che abbiamo un lavoro da fare”.

Sky Sport: “Come ha intenzione di cambiare la mentalità di questo gruppo?”

“Per prima cosa devo conoscere il gruppo, perché non cambiano delle cose quando non siamo ancora consapevoli di quello che c’è all’interno del gruppo. Ovviamente ci sono principi fondamentali, che non sono negoziabili. Oggi c’è il primo giorno di allenamento e i calciatori devono capire come lavoriamo noi ed è molto semplice: tutto quello che non è al 100% non va bene e parliamo solo dell’allenamento. Tu parli dei giocatori e io invece parlo di tutti quelli all’interno del club, la quarantena mi ha permesso di stare dentro al centro sportivo e parlare con le persone. Ho visto una gioia terribile di tutti di lavorare insieme, di dare tutte le condizioni possibili per lavorare e questo è incredibile”.

Giornalista straniero: “Sui giornali dicono sempre che lei chiama tutti, Donnarumma, Ramos. E’ importante il suo carisma per attrarre i giocatori?”

“Io non ho parlato con nessuno. Tu puoi pensare che è vero no, ma è la verità. Non ho parlato con nessuno, parlo solo con Tiago e il mio club, con i giocatori non ho parlato con nessuno”.

Gazzetta dello Sport: “Questa è la sfida più importante della sua carriera visto che il club non è in grande salute?”

“In questo senso, la prossima sfida è sempre la più importante della mia carriera. E ovviamente lo è in questo caso. Quando parli del campionato italiano però stiamo parlando come minimo di una nazione almeno finalista degli Europei. E la maggior parte di quei giocatori gioca in Italia, se non è visto dall’estero come un campionato principale la responsabilità è nostra e tutti abbiamo la necessità di fare qualcosa in più. Io lavoro per la Roma ma in maniera indiretta anche per il calcio italiano e se possiamo fare qualcosa in più, dobbiamo farlo”.

Corriere dello Sport: “Come si pone con Dzeko? Tornerà lui il capitano?”

“Non ti rispondo, perchè non ti devo dire quello che faccio nel club. Se entriamo in questa dinamica, sarò antipatico, ma non lo dico. La domanda del capitano sarà una situazione che prima di tutti devono sapere i giocatori prima di voi”.

Domanda di un giornalista straniero: “Dopo l’infortunio di Spinazzola ha già qualcosa in mente? Come ha visto lui e Cristante?”

“Prima di tutto siamo molto felici di avere questi giocatori in una Nazionale che sta facendo molto, molto bene in Nazionale. Anche se non ho mai lavorato con loro, li sento già come i ‘miei’ giocatori. La Nazionale è piena di giocatori di talento, Cristante ha avuto meno spazio ma Mancini ha un grande rispetto del giocatore perché in ogni momento di difficoltà delle partite Cristante è stato lì ad aiutare. Credo sia un giocatore di personalità che aspetto a braccia aperte, Spinazzola è incredibile perché è arrivato con gioia al centro sportivo nonostante un infortunio tremendo. E’ una situazione dura per lui ma anche per noi. Abbiamo un ragazzo giovane come Riccardo Calafiori che deve lavorare molto ma sarà un giocatore della prima squadra”.

Giornalista straniero: “Cosa vi siete detti con Spinazzola? C’è un budget di mercato?”

Risponde Tiago Pinto: “Sappiamo tutti quello di cui abbiamo bisogno, ma questo è un mercato molto difficile. Lavoriamo ogni giorno per trovare soluzioni, sicuramente alla fine del mercato avremo una squadra degna di Mourinho”.

Il Messaggero: “Pensi di rimetterti al centro del ring come prima all’Inter?”

“Sono l’allenatore della Roma, prima di tutto. Non voglio essere nulla di più perché c’è tanto da fare qui e devo concentrarmi su questo. Se come conseguenza del nostro lavoro, nel club, possiamo dare qualcosa in più nel calcio italiano, è fantastico. Per difendere i miei farò di tutto, per cercare io dei problemi ovviamente no. Mi voglio divertire e penso possiamo farlo tutti ma non ho tempo per cercare altro però ripeto: per difendere la mia squadra, la mia società, siamo qui”

Corriere della Sera: “Lei è ossessionato dalla vittoria?

“Sono una vittima di quello che ho fatto, del modo in cui la gente mi guarda. Nel Man UTD ho vinto 3 titoli ed è stato un disastro, nel Tottenham ho fatto finale che non mi hanno fatto disputare ed è stato un disastro. Quello che per gli altri è una cosa importante, per me è un disastro. Abbiamo in mente di vincere la prima partita ufficiale, finita la prima penseremo alla seconda. La prima sarà la Conference League e vogliamo vicnerla. Questa società deve migliorare ogni giorno. Posso dire che le strutture di Trigoria sono diverse dal giorno di quando sono arrivato. La gente lavora 24h per migliorarla. Per la struttura umana i calciatori hanno fatto tanto lavoro prima che arrivassi e continueremo a partire da oggi. Ogni giorno dobbiamo migliorare come squadre”.

La Repubblica: “Non tutti sono entusiasti, c’è anche chi dice che lei non è arrivato al top. Vuole rispondere?”

“Niente, ho risposto già prima. I miei ultimi tre club: scudetto con Chelsea, tre coppe con lo United, e una finale col Tottenham. Quello che per me è un disastro, qualcun altro non lo ha mai fatto nella vita”.

Giornalista straniero: “Questa Roma è già abbastanza forte per vincere?”

“Non penso in questa maniera. C’è una cosa da cui non possiamo scappare, abbiamo chiuso il campionato 29 punti dietro lo scudetto e 16 punti dietro il 4° posto. Non possiamo scappare da questo ma prima di tutto vogliamo capire il perché. Ovviamente parliamo di tempo, è stata una parola chiave nel primo incontro con la proprietà, è una parola chiave in questo progetto, poi se possiamo accelerare questo processo, meglio. Questa è la mia natura e vorrei che tutti all’interno del club avessero questa mentalità”.

Le piace dire che è la Roma di Mourinho?

“Voglio la Roma dei romanisti, non la Roma di Mourinho. Sono uno in più. Se vuoi parlare della Juve di Allegri o del Napoli di Spalletti può farlo, ma la Roma di Mourinho non mi piace”.

Roma già forte per vincere lo scudetto?

“C’è una cosa da cui non possiamo scappare: abbiamo finito il campionato a 29 punti dallo scudetto. Non possiamo scappare da questa realtà, però prima di tutto vogliamo capire il perché. Siamo parlando di tempo, una parola con cui tutti noi conviviamo, è stata una parola chiave quando ci siamo incontrati la prima volta con la proprietà, però se possiamo accelerare questo processo meglio”.

Il Tempo: “Come ha trovato Zaniolo? Pensa che sia pronto a tornare protagonista? Dove lo vede meglio?”

“”Dobbiamo capire, dobbiamo comunicare, analizzare. Ho una squadra tecnicamente fantastica, che mi piace molto, con tanto talento e passione. Abbiamo giocatori che hanno lasciato situazioni confortevoli in altri club per venire da noi, dobbiamo lavorare tanto e capire tutte queste cose. Zaniolo ha un talento fantastico come altri all’interno della squadra, sappiamo cos’è successo sugli infortuni, dovremo trovare all’interno della dinamica della squadra il suo habitat naturale”.

Il Romanista: “Quello che si è visto in ‘All or nothing’ fa uscire il vero Mourinho? Ha già un’idea tattica di come potrà cominciare con la Roma?”

“Abbiamo un’idea ovviamente ma deve essere lavorata ogni giorno e come possa far esprimere i giocatori al massimo. Dobbiamo mettere i giocatori in situazioni confortevoli, facendoli giocare in una maniera che non piace a loro. Il modo migliore di giocare per una squadra è quello in cui i giocatori si sentono a loro agio. Durante la partita oggi devi avere la capacità di cambiare, tu puoi giocare in un modo quando hai il pallone e in un altro quando non ce l’hai. All or nothing? Non l’ho visto però sì perché noi eravamo naturali. La prima/seconda settimana tu sei preoccupato e lo sai però poi dopo sei naturale, nello spogliatoio dopo la partita sei quello”.

Le dispiacerà non affrontare Conte? Ronaldo?

“Ci sono allenatore che nelle storie dei club che tu non puoi paragonare. Qui non puoi paragonare Capello o Liedholm, quando parli dell’Inter non puoi paragonare me o Herrera con altri. Ronaldo non si deve preoccupare di me perché sono troppo vecchio per giocare contro lui”.

Come si immagina la Roma tra tre anni?

“Festeggiando qualcosa”.

Lo sa che se si dovesse vincere i nati nel 2022 si chiameranno tutti José?

“Si chiameranno Giuseppe”.

Translate »