Roland Garros, Alcaraz raggiunge Musetti in semifinale: Paul finsce ko

Il campione in carica ha superato Tommy Paul per 60 61 64 e ora attende in semifinale in nostro Lorenzo Musetti.

Nel giorno del 39esimo compleanno di Rafa Nadal, Carlitos Alcaraz raggiunge per il terzo anno di fila le semifinali al Roland Garros seppellendo lo statunitense Tommy Paul con un pesantissimo 60 61 64 in un’ora e 34 minuti.

Per trovare un quarto di finale Slam con meno game ceduti bisogna risalire al quarto di finale vinto da Rafael Nadal all’Open degli Stati Uniti del 2013 su Tommy Robredo per 60 62 62. Da allora Nadal è l’unico ad aver vinto un quarto di finale Slam perdendo 5 game: contro a Kei Nishikori al Roland Garros 2019 (61 61 63) e contro Andrey Rublev al Roland Garros 2017 (61 62 62). A Parigi invece l’ultimo quarto di finale così rapido in termini di game era stato quello del 2013 vinto 62 61 61 da David Ferrer su Tommy Robredo.

“Per me oggi è stata la partita perfetta – ha detto Alcaraz a fine match – potevo chiudere gli occhi e la palla stava sempre in campo. Ho tirato tutti i colpi al 100% delle mie possibilità senza pensare a niente. Sono davvero contento di come è andato il mio tennis. Nei quarti di uno Slam non è mai facile, tutte le partite precedenti che ho giocato contro Tommy sono state molto dure.

Ho perso due volte e questo mi ha aiutato molto. Tommy è un giocatore molto forte, non facile da battere. Per me è molto speciale aver raggiunto per la terza volta di fila le semifinali in questo torneo. Prima dell’inizio di questo torneo avevo voglia di sentire il calore del pubblico e di provare queste sensazioni. Giocare a Parigi è sempre bello e divertente. Mi dispiace oggi per il pubblico che voleva vedere più tennis, più partite. Ma io oggi avevo un lavoro da fare e l’ho svolto nel più breve tempo possibile. Grazie per tutto il sostegno che mi date”.

E’ un match fantasma, dominato dalle accelerazioni di dritto dello spagnolo, sempre in spinta, sempre preciso, mai in difficoltà. Per un’ora è una mattanza: un solo punto perso al servizio da Alcaraz nel primo set, tre break messi a segno e 6-0 iniziale. La serie dei game di fila si allunga a sette, poi Paul tiene un game a zero, ma Alcaraz continua allo stesso ritmo del primo set e fa 6-1.

Nel terzo Paul prova a scuotersi, tiene il primo gioco, e appare decisamente più reattivo e mobile. L’americano rimane in partita ed è vivo nel set fino al 4 pari, poi Alcaraz torna a pressare in modo indifendibile, fa il break e va a servire per il match. Alcaraz è ancora perfetto e chiude con l’ultima accelerazione di dritto del match.

Ora per Alcaraz c’è la semifinale contro il nostro Lorenzo Musetti. I precedenti ufficiali sono 5 vittorie a una per Alcaraz. L’unica vittoria di Musetti in finale ad Amburgo nel 2022 (64 67 64). Da allora 12 set giocati e 11 set vinti da Alcaraz. L’unico vinto da Musetti in finale a Monte Carlo un paio di mesi fa.

Musetti tra sofferenza ed estasi:

Vincere il terzo set ha rappresentato la svolta del match, il momento di maggiore difficoltà in cui Musetti è riuscito a trovare la chiave per mettere una distanza decisiva con il generoso e ispirato statunitense: “Quel set è stato una battaglia – racconta –  ho cercato dentro di me le energie per portarlo a casa, e vincerlo poi mi ha dato le motivazioni e un po’ di energia extra per aiutarmi a prendere l’ultimo set”.
Siamo italiani, siamo eleganti”. Lorenzo scherza quando Alizé Cornet, nell’intervista in campo a caldo gli chiede di quello stile di gioco unico… uno stile di gioco che mai il suo storico coach Simone Tartarini ha voluto fargli cambiare.
Lorenzo e Simone, un rapporto unico che va oltre il campo da tennis: “Il nostro rapporto è nato tantissimo tempo fa – spiega – abbiamo fatto tutta la gavetta possibile insieme, abbiamo attraversato tutti i passaggi, da bambino a ragazzino, da ragazzo a uomo, tutte le fasi della vita. Siamo sempre stati insieme e sempre uniti, e questa è la nostra forza. È bello condividere questo percorso con persone che realmente mi vogliono bene e che ci sono anche quando le cose non vanno per il verso giusto. Abbiamo vissuto molti bassi, ma lui c’è sempre stato, mi ha tenuto su la testa quando stavamo attraversando dei momenti bui e mi ha riportato con i piedi per terra quando invece ce c’era bisogno”.
Simone, un pezzo di famiglia per Lorenzo Musetti. L’altra parte di famiglia, invece, è rimasta in Italia e il primo pensiero è proprio per Veronica, per il piccolo Ludovico e per il bimbo in arrivo: “Anche se non sono qui, questo risultato è per loro”.

Articolo a cura di Michela Catena – Sportpress24.com

 

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