Esclusiva, Loukia Kasamaki la bambina prodigio che ha commosso l’Europa

Manos Staramopoulos ha parlato in esclusiva per Sportpress24 con Loukia Kasamaki, 10 anni la bambina-fenomeno, che tutti abbiamo ammirato alla finale di Supercoppa, disputata al “Georgios Karaiskakis”, e che ci dà lezioni di vita e di comportamento

Sta di fatto che la sera di mercoledì 16 agosto, alcuni di noi hanno vissuto in diretta ed altri dalla televisione, uno spettacolo calcistico, allo stadio “Georgios Karaiskakis”, degno di due grandi squadre come il detentore della Champions League, il Manchester City (e ora supercampione d’Europa) e Siviglia detentore dell’Europa League.

Ma al di là della parte agonistica che è stata una pubblicità per il nostro Paese, c’è stato un altro dato che dovrebbe preoccuparci e mostrare a tutti noi, indipendentemente dai distinguo dei tifosi, che il calcio unisce. E non solo: consente ai bambini non vedenti di amarlo, di giocarci e di essere un esempio da seguire con il loro comportamento generale e la loro morale.

E mi riferisco specificamente a due bambini, Loukia Kasamaki di 10 anni di Veria e Leandros di 11 anni di Salonicco. Due bambini, i nostri “della porta accanto”, che hanno fatto parte della campagna “Un pallone per tutti” che la UEFA Foundation for Children ha scelto per partecipare alla finale, oltre che delle azioni inclusive realizzate la vigilia e il giorno della la partita.

Lucia che finalmente è stata scelta tra tanti bambini per accompagnare in campo e poi alla consegna delle medaglie il presidente Uefa Aleksandar Ceferin (ne ha regalata una anche a lei, giustamente dal massimo dirigente amministrativo del calcio europeo). Oserei dire che questo è un fenomeno infantile! Parla 3 lingue straniere (oltre al greco ovviamente, suona il pianoforte e vuole diventare psichiatra per aiutare i giovani che hanno la stessa disabilità e altri problemi.

Ho parlato con Lucia, 10 anni, che devo ammettere che mi ha impressionato con le sue risposte.

Signore e signori, Loukia Kasamaki

Ciao LuKia, sono molto felice di parlare con te. Prima di tutto, dicci come si è presentato il tuo problema?

“Sono nata con cecità totale e questo è stato uno shock per i miei genitori (SS: Lucia non l’ha mai vissuto come uno shock). Ma crescendo li ho aiutati a superarla e a capire che è molto facile crescere un bambino con cecità . . È stato il secondo caso di malattia rara al mondo. Poi sono andato a scuola e lì con le attività, con una palla speciale con i campanelli, che ci hanno portato, ho iniziato a piacermi il calcio. E giocare con i miei compagni di classe…”

Sei un tifoso di qualche squadra?

“Sì, sono PAOK”

Qual è la tua opinione sulla violenza dei tifosi che ha tanto colpito il nostro paese negli ultimi anni?

“Non dovrebbe esserci violenza nello sport. È una partita, una festa come la finale di Supercoppa al “Georgios Karaiskakis”, tra Manchester City e Siviglia. Non dovrebbero esserci lotte o scontri”.

Siamo stati informati che hai incontrato il centrocampista croato del Siviglia Ivan Rakic ​​e gli hai fatto alcune domande. Cosa gli hai chiesto?

Parlami della violenza sportiva. E lui mi ha risposto: “Tutti noi dobbiamo lavorare insieme per fare un buon gioco che piaccia alla gente”.

Continua Loukia: “Infatti martedì sera al municipio del Pireo ero con le leggende del 2004, ho parlato, abbiamo riso. Mi sono divertito.

Raccontaci come la UEFA (Tanya Baima la direttrice della Fondazione) ti ha scelto per accompagnare il Presidente della UEFA sul campo da gioco?

“Penso che il fatto che quando mi hanno fatto varie domande sulla valutazione, ho detto loro che conosco l’inglese, il francese e l’italiano abbia avuto un ruolo. (SS: Qui devo sottolineare che Tania Baima che ha preso la decisione finale, mi ha detto che “Quando le ho parlato, a un certo punto in italiano, mi ha sorpreso perché parlava così bene, che ho pensato che io, che sono mezzo italo-svizzero, che sto parlando con una donna italiana.-E questo ha contato a suo favore.”

Allora, quando il presidente della UEFA, il signor Ceferin, vi prende per mano ed entrate in campo insieme, quali sono le vostre sensazioni in quel momento?

“Sono molto contento, felice. Orgoglioso. . E mi ha avuto al suo fianco durante la consegna delle medaglie a fine gara. Infatti, mi ha dato un premio a Youssef ElNassiri (n. 15). E mi ha anche regalato una medaglia come ricordo, invitandomi a visitare gli uffici Uefa a Nyon, in Svizzera, per incontrare tutti i lavoratori”.

Quali sono i tuoi hobby?

“Mi piace suonare la musica al pianoforte, ma anche comporre. Calma la persona..”

Cosa vuoi fare da grande?

“Voglio diventare uno psichiatra e suonare la musica al pianoforte in modo da poter calmare i miei pazienti e discutere con calma del loro problema.”

Loukia ha due sorelle a Nikos, 7 anni, e Konstantinos, 12. I suoi genitori sono Penelope Karavida (biologo-professore) e Chrysostomos Kasamakis (professore TEFAA_…)

Complimenti a Penelope e Chrysostomos per i loro figli e mille complimenti a Loukia, che rende (e continuerà a rendere) orgogliosa la Grecia

Manos Staramopoulos

Giornalista – Analista di calcio e affari internazionali

Membro del comitato calcistico AIPS e della IFFHS World Statistics Federation

Corrispondente: France Football, A Bola, Discoveryfootball.com, Mundo Deportivo, Sportpress24.com

Translate »