Premier League, un ‘tritacarne’ di allenatori e carriere a rischio

La Premier League si conferma un ‘tritacarne’ per quanto riguarda gli allenatori assunti e licenziati.

Andoni Iraola è stato l’ultimo allenatore ad arrivare in una competizione ambita si, ma anche molto complicata.

Delle 20 squadre che hanno giocato la Premier League 2022-23, 11 hanno cambiato allenatore almeno una volta, per un totale di 23 cambi di panchina e 40 allenatori totali aggiungendo quelli temporanei (altri due non sono riusciti ad allenare nessuna partita).

I 14 licenziamenti avvenuti nel mezzo rappresentano un record storico nell’era Premier, superando i 10 avvenuti il ​​13-14, 17-18 e 21-22.

In altre parole, il record di cessazioni è stato eguagliato e battuto in due stagioni consecutive.

I CLUB IN PREMIER LEAGUE CHE LICENZIANO DI PIU’

La palma va a Chelsea, Southampton e Leeds United che, interim a parte, hanno avuto fino a tre tecnici ai comandi durante la stagione.

Queste cifre rappresentano anche il massimo all’interno dei cinque principali campionati europei :

LaLiga ha avuto 31 allenatori diversi e ha fatto otto espulsioni nonostante sia, insieme ai francesi, la competizione nazionale che ha accumulato più espulsioni nell’ultimo decennio.

La Bundesliga ha aggiunto 29 allenatori e nove licenziamenti ; la Serie A 30 e otto licenziamenti ; e Ligue1 36 e 11 licenziamenti.

Jürgen Klopp , l’allenatore del campionato inglese che è stato in carica per più tempo (sette anni e 206 giorni), ha scherzato su questa situazione.
Sotto il suo comando, il Liverpool ha avuto una stagione molto deludente in cui non si è nemmeno qualificato per la Champions League.

Klopp è uno dei cinque allenatori che hanno trascorso più di due anni sulla stessa panchina. Lo accompagnano Guardiola, Frank, Arteta e Moyes.

Ben 13 allenatori diversi si sono seduti sulle panchine della Premier League in questa stagione.

Rubén Selles, ad esempio, ha dovuto prendere il posto al Southampton dopo le espulsioni di Ralph Hasenhüttl e Nathan Jones per concludere la stagione come allenatore regolare.

Soprattutto per i sei punti (dei 25 finali della squadra) che ha ottenuto nelle due partite condotte ad interim.

Tra tutti i tecnici provvisori, questi hanno accumulato 52 partite dirette, nelle quali le loro squadre hanno aggiunto 50 punti.

Cioè, meno di un punto a partita. Solo i già citati Selles e Gary O’Neil al Bournemouth sono riusciti a ribaltare la situazione chiudendo la stagione in positivo.

LA DELUSIONE PUNTI

Christian Stellini, la cui reputazione è crollata dopo aver perso 6-1 contro il Newcastle, dimostra quanto la Premier League possa dare tanto ma in un attimo riprendersi tutto con gli interessi.

Il vortice di licenziamenti ha lasciato anche qualche segno in più.

Per esempio lo spagnolo Javi Gracia, che dopo aver firmato per il Leeds United il 23 febbraio con l’obiettivo di far uscire la squadra dalla retrocessione, è diventato il 5 maggio il secondo allenatore più effimero della storia della Premier League: 70 giorni in carica.

Solo Les Reed ha impiegato meno tempo per essere licenziato tra novembre e dicembre 2006 con il Charlton Athletic: 40 giorni.

LAMPARD E UN RITORNO AMARO

Un altro allenatore noto è stato Frank Lampard cui il Chelsea si è dovuto rivolgere per cercare di chiudere la stagione in maniera dignitosa.

L’ex giocatore ha iniziato il percorso sulla panchina dell’Everton, che ha guidato per 21 partite, lasciandolo in 19esima posizione con sole tre vittorie e 15 punti.

Non è andata molto meglio con il Chelsea, per il quale ha allenato nove partite di campionato aggiungendo cinque punti grazie a una vittoria e due pareggi. Il saldo totale è di 0,69 punti per partita.

ALLENATORI E SPESE PAZZE

Con la chiusura dell’ultimo mercato invernale, la Premier ha battuto qualsiasi record di spesa in un anno solare con oltre 3.000 milioni di euro spesi in acquisti tra l’estate 2022 e gennaio 2023.

Il campionato inglese ha definitivamente aperto le porte ai grandi capitali stranieri, che consentono un accaparramento di talenti su tutti i fronti senza pari in altri campionati.

Tuttavia, ciò comporta esigenze che solo poche squadre sono disposte a soddisfare.

Ma alla fine si sa che chi paga, è sempre e solo l’allenatore…

Articolo a cura di Stefano Ghezzi – Sportpress24.com

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