Italia, Sara Gama fuori dalle convocate per il Mondiale

La c.t. dell’Italia femminile Milena Bertolini ha deciso ieri in serata l’elenco delle 32 pre-convocate per il Mondiale che si giocherà in luglio in Australia e Nuova Zelanda e a sorpresa ha escluso Sara Gama, capitana, ormai ex, della Nazionale, capitana della Juve e per un lungo periodo volto più conosciuto del calcio femminile.

La notizia è uscita in coda al riassunto delle prossime attività del gruppo azzurro, da lunedì al lavoro a Riscone di Brunico.

Trentadue ragazze, che saranno ridotte a 23 (o 25), dopo l’amichevole del primo luglio contro il Marocco a Ferrara.

Il 5, partenza per Auckland. Ma si sa già che Sara non sarà su quell’aereo.

Voci L’esclusione del difensore della Juve è stata una sorpresa, anche se le voci su possibili scelte drastiche si rincorrevano da tempo e la stessa Bertolini nei giorni scorsi aveva precisato che avrebbe dovuto affrontare scelte complicate. «Vedo lo spirito giusto, non sarà facile decidere le convocate per i Mondiali».

Detto, fatto con un taglio netto col passato invocato da parte della critica già dopo l’Europeo. Il Mondiale dall’altra parte del mondo sarà molto probabilmente l’ultima recita anche per Cristiana Girelli, Barbara Bonansea e altre senatrici.

Sara è uscita di scena in anticipo, con tutto il peso della sua popolarità, del carisma e della centralità nel movimento del calcio femminile, visto anche il suo ruolo fuori dal campo: è consigliere federale, vicepresidente dell’Aic e membro della commissione atleti del Coni.

Lo strappo potrebbe avere conseguenze profonde.

Favola Sara Gama ha 34 anni e l’esclusione dal Mondiale pone fine alla sua carriera in azzurro, cominciata nel 2006.

Padre congolese e madre triestina, una laurea, quattro lingue parlate. una esperienza di due anni con il Psg e lo sguardo aperto sul mondo: il curriculum di Sara è ricco di successi, ma anche di significati sociali.

Prima del Mondiale 2019 le era stata dedicata anche una Barbie. «Mi ha fatto sorridere questa cosa, perché da piccola preferivo giocare a calcio anziché giocare con le bambole», commentò lei.

«Ma il bello è che questa Barbie è diventata un messaggio, il fatto di dire alle ragazzine che possono diventare quello che vogliono. E’ stato come un cerchio che si chiude».

L’altro cerchio si è chiuso con un comunicato senza una riga di titolo. L’onda azzurra del Mondiale 2019 si era già esaurita agli Europei in Inghilterra, un anno fa. Dopo il disastro si cominciò a sussurrare la parola rifondazione.

Per ora non c’è un nuovo ciclo. C’è un ciclo senza Sara.

Fonte ilnapolionline.com – Articolo a cura di Luca Monaco – Sportpress24.com

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