FEI World Championships, bagno di folla ai Pratoni. Le prove degli italiani – FOTO

Giornata memorabile per il FEI World Championship di Completo ai Pratoni 2022 dove, in oltre 22mila, hanno risposto all’appello con il grande sport.

È stato questo il riscontro che l’attesissimo evento ha riscosso nella giornata clou del cross-country che ha riacceso l’emozione salto dopo salto

Ancora nel segno di Michael Jung, i FEI World Championships di concorso completo. Al comando della classifica dopo la prova di dressage conclusasi ieri, oggi ai Pratoni del Vivaro, il fuoriclasse tedesco ha consolidato la propria posizione di leader in quella di cross country.

Nessun errore per lui sui 30 ostacoli del percorso disegnato da Giuseppe Della Chiesa, completato in 9’41’’, entro quindi l’optimum time di 9’50” previsto sulla prova. L’impresa è riuscita anche ad altri dieci concorrenti.

Protagonista di un’altra prestazione da manuale con fischerChipmunk FRH, Jung guida la classifica provvisoria dopo il cross con i 18,8 punti negativi accumulati in rettangolo.

Lo segue ancora la britannica Yasmin Ingham (Banzai du Loir), questa però adesso con 23,2 (1,2 i punti rimediati per aver chiuso il cross con un tempo di poco superiore all’optimum time).

Terza è la statunitense Tamra Smith (Mai Baum), con 24,0.

Giovanni Ugolotti (Duke of Champions) si è confermato migliore degli italiani. Al momento è trentesimo con 40,9 (ai 27,7 del dressage ha sommato i 13,2 rimediati per non essere rientrato nel tempo).

La Germania con 76,1 punti negativi è passata in testa alla classifica a squadre. Con 77,4 anche gli Stati Uniti hanno superato la Gran Bretagna, che invece ne ha 80,9. Nonostante l’eliminazione della Francia, l’Italia è scivolata in undicesima posizione con 151,1

UNA PROMESSA MANTENUTA

Era stato detto che il cross-country di questo Mondiale sarebbe stato emozionante e questa previsione è stata perfettamente rispettata, con tanto di colpi di scena per quanto riguarda la competizione a squadre.

La Germania conduce ora la classifica provvisoria, con ben tre percorsi netti e nel tempo. E con Michael Jung che ha mantenuto la testa della classifica individuale mantenendosi sul solo punteggio conquistato in rettangolo e una barriera di ‘agio’ per la prova di salto.

Tra la squadra tedesca e quella statunitense, ora in seconda posizione, c’è meno di una barriera di distacco. Mentre tra i leader e la Gran Bretagna, ora terza dopo una giornata di alterna fortuna, ci sono esattamente 4 punti.

La 25enne britannica Yasmin Ingham, esordiente in una competizione mondiale senior, è ora in seconda posizione dopo una bella prova di campagna mentre l’americana Tamra Smith ha risalito un paio di posizioni attestandosi al terzo posto della classifica provvisoria.

«fischerChipmunk è un cavallo incredibile – ha dichiarato Jung -. Durante il riscaldamento giocava e si è messo a fare dei cambi. Sentire tutta la sua potenza sotto la sella dà una sensazione incredibile. È anche molto reattivo nelle situazioni più complicate. Mi ha dato la possibilità di affrontare gli angoli in totale serenità. I primi dieci binomi sono tutti nel risicato spazio di una barriera… Anche domani sarà una gara interessante».

La finale di domani si disputerà sul percorso da 1,30 pensato dallo chef de piste Uliano Vezzani e avrà inizio alle 11,30.

L’ispezione veterinaria invece si terrà alle ore 9.

Per chi ama i numeri… In cross ci sono stati 48 netti, undici dei quali nel tempo. 77 binomi su 88 hanno portato a termine la prova. Ci sono state 7 cadute (senza conseguenze) e sugli ostacoli frangibili si sono registrati 9 errori.

Secondo le statistiche di Equiratings, i migliori 10 saltatori sono: Toledo de Kerser (GBR), Falco (NZL), McClaren (NZL), Vassily de Lassos (AUS), Amande de B’Neville (GER), Lordships Gruffalo (GBR), FischerChipmunk (GER), Banzai du Loir (GBR), Mai Baum (USA) e Virgil (AUS).

I PERCORSI DEGLI ITALIANI

Dopo la prova in rettangolo, l’Italia si è presentata allo start del cross in decima posizione nella classifica provvisoria, con buona prossimità con il gruppo di centro.

La prima al via è stata Arianna Schivo che ha portato a termine un buon percorso netto, penalizzato solo dal cronometro. Il suo tempo di 10,26, rispetto ai 9,50 previsti è costato 14,40 punti di penalità ma Quefira si è mostrata ancora una volta una certezza, con tutta la qualità che è riuscita a esprimere su questo faticosissimo percorso, che proprio nella fase iniziale l’aveva fatta sembrare un po’ in affanno.

Il secondo binomio azzurro sul tracciato di Giuseppe Della Chiesa è stato quello composto da Marco Cappai e Uter. Il cavaliere italiano ha avuto un unico problema che ha sporcato una performance altrimenti al diapason. Sul numero 7, la combinazione dello scivolo Kep Italia, Uter si è un po’ spento tra il secondo e il terzo elemento, producendo un rifiuto proprio sull’uscita dalla combinazione. 20 più 10 quindi le penalità finali per questo binomio.

Evelina Bertoli con Fidjy des Mezels, in campo a titolo individuale è stato l’atteso terzo binomio azzurro in campo. E seppur non impegnata per il risultato di squadra, l’amazzone romana ha condotto una gara sicuramente valida. Netta agli ostacoli, ha concesso a Fidjy sono l’aggravio del tempo, dovuto più che altro all’esuberanza che Evelina si è trovata a dover gestire lungo tutto il tracciato.

Ha lasciato incredulità il percorso di Susanna Bordone che si è inspiegabilmente vista tradita dal fido ‘Impy’ che sugli angoli dell’ostacolo n. 11 ha improvvisamente dettato uno stop alla performance Mondiale della sua amazzone che fin lì aveva prodotto un buon tracciato.

L’ultimo cavaliere azzurro sul percorso è stato Giovanni Ugolotti con Duke of Champions. La loro prova si è svolta all’insegno della regolarità, seppur a un’andatura conservativa. Il nostro atleta ha preferito partire non troppo veloce per evitare di far sfilare troppo il suo Duke e questo ha determinato poi, l’aggravio, in parte recuperato, del cronometro. Detto ciò, quella di Ugolotti è stata la migliore espressione in campo per l’Italia e il binomio ha confermato la buona forma espressa già in rettangolo.

Arianna Schivo/Quefira de l’Ormeau«Sono molto soddisfatta, perché non è mai semplice partire per primi nella squadra, senza riferimenti. L’importante è stato aver portato a casa un bel netto: il mio obiettivo era anche quello di entrare nel tempo ma è fallito per un paio di scelte che mi hanno penalizzato. Il percorso era molto stancante, specie con i saliscendi iniziali, e quindi a metà è stato necessario far rifiatare Quefira che però ha chiuso molto bene».

Marco Cappai/Uter: «L’amarezza c’è come atleta, per aver compromesso l’esito complessivo della squadra in questa prova. Peccato, perché era una gara di cross preparata al meglio. Uter ha dimostrato di essere un fuoriclasse, lo scarto sull’ultimo elemento dello scivolo è arrivato per un’incomprensione, una distrazione che non ci voleva in un’occasione così importante: il salto era molto stretto, c’era tanto pubblico dietro ed è andata così…».

Susanna Bordone/Imperial van de Holtakkers: «Non so davvero spiegarmi i tre scarti di Imperial. È una roba che non aveva mai fatto in precedenza, e peraltro fino a quel punto aveva saltato benissimo. Addirittura allo “scivolo” avevo perso una briglia e lui invece non si era scomposto affatto. Sulla combinazione del numero 11, invece, non ne ha voluto sapere: neppure sull’alternativa, né da mano destra né riprovandoci a mano sinistra. Pensavo di chiudere la sua annata qui, a questo punto valuteremo la sua condizione fisica e decideremo se farlo gareggiare altrove prima che finisca l’annata».

Giovanni Ugolotti/Duke of Champions: «Non è mai semplice aspettare quando c’è un rinvio dell’entrata in gara, come oggi, ma ho pensato alle mie cose, in tranquillità, e alla fine non c’è stato alcun problema. Duke of Champions è stato fantastico: avrei voluto e col senno di poi avrei potuto galoppare un po’ più rapidamente per avvicinare maggiormente al tempo, ma sono soddisfatto di come ha saltato e di come ha risposto a tutte le mie richieste. Peccato per la posizione di classifica della squadra, sono ovviamente particolarmente felice di essere il migliore degli italiani».

Evelina Bertoli/Fidjy des Melezes: «Sono felicissima, per il netto di Fidjy e per l’entusiasmo e il tifo che c’erano su ogni ostacolo di un percorso davvero impegnativo. La cavalla di andatura era un po’ forte e alla fine ero più stanca io di lei, ma il sostegno della folla sembrava quello che c’è a New York per la maratona,.. Con urla e bandiere mi hanno sostenuto fino all’ultimo metro».

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Foto di Claudio Pasquazi – Articolo a cura di Stefano Ghezzi – Sportpress24.com

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