Wimbledon, Nadal si ritira

Il capolinea del sogno (im)possibile di Rafa Nadal è in Church Road, a Londra, un mesto giovedì sera di luglio.

L’infortunio agli addominali — il quotidiano sportivo Marca aveva parlato nel pomeriggio di un’elongazione di 7 millimetri —, aggravatosi nel corso della battaglia nei quarti di finale con l’americano Taylor Fritz, non permette al campione dei 22 titoli Major di scendere in campo nella semifinale contro Nick Kyrgios.

«Mi dispiace ma non ce la faccio —confessa l’eroe triste in una conferenza stampa convocata ad hoc —, mi ritiro dal torneo. I miei addominali non sono migliorati, è confermato che c’è uno stiramento. Ho pensato tutto il giorno a cosa fosse meglio per me fare. Ho deciso che non ha senso rischiare di peggiorare l’infortunio. In queste condizioni non posso né giocare né vincere due match: non riesco a servire a piena velocità, il movimento è limitato. Ho già rischiato con il piede a Parigi: devo rispetto a me stesso. Non sarei competitivo a questo livello. Più importanti di qualsiasi titolo, a questo punto, sono la mia salute e la mia felicità». Servirà un po’ per rivederlo in campo: «Starò fuori 3-4 settimane, spero di poter continuare la programmazione come avevo immaginato».

Bad boy

È in semifinale in uno Slam per la prima volta in carriera. Il bad boy del tennis (ma lo è per davvero o è tutta scena?), Nick Kyrgios da Canberra, ha battuto nei quarti di finale di Wimbledon — il torneo che lo ha lanciato otto anni fa — il cileno Cristian Garin in tre set (6-4, 6-3, 7-6). E ora viene il bello, la semifinale contro Rafa Nadal che, pur acciaccato, ha battuto l’americano Fritz. Kyrgios, l’uomo che serve a oltre 200 km/h oppure da sotto, che ha litigato con tanti colleghi, che dagli stessi dice di essere stimato. Ha 27 anni ma ne è già combinate di tutti i colori.

L’ultima polemica, in ordine di tempo, in questo Wimbledon, nella partita poi vinta contro Stefanos Tsitsipas. Il greco in un momento di rabbia tira una pallata verso il pubblico e rischia di colpire uno spettatore. Kyrgios si infuria: vuole la squalifica del suo avversario, chiama il supervisor, fa il diavolo a quattro. Stefanos prende un warning, a fine match non si risparmiano critiche: «Nick è un bullo malvagio», dice il greco, «Nel tour non lo sopporta nessuno», replica Kyrgios.

Le notti in discoteca (da ragazzo prima durante Wimbledon il suo agente lo è andato a ripescare in piena notte ubriaco fuori da un pub, allenamenti saltati, racchette lanciate (ad Indian Wells) col rischio di colpire un raccattapalle: Kyrgios ne ha fatte tante, ma ora sembra aver messo la testa a posto.

Testa da mantenere ora lucida più che mai per il gran finale di Wimbledon.

Articolo a cura di Michela Catena – Sportpress24.com

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