Leo Junior su Paolo Rossi: “È stato come Maradona per l’Argentina”

“Anche se nel 1982 ci ha fatto provare uno dei più grandi dispiaceri della storia del calcio, la gente qui ha avuto sempre un enorme rispetto per lui. Perché anche se ci ha segnato tre gol eliminando uno dei Brasile più forti di sempre, l’ha fatto con umiltà e con rispetto. Da campione vero”. É così che Leo Junior, in un’intervista rilasciata a Repubblica, ha ricordato Paolo Rossi con la sua famosa tripletta contro la Seleçao ai Mondiali di Spagna 1982 che ha portato la Nazionale Italiana (a quel tempo guidata da Bearzot) nella finale di Madrid contro la Germania Ovest (che poi è stata vinta).

Junior ha voluto ricordare Pablito come uomo, e l’ha descritto così: “Non ha mai pronunciato una parola fuori posto, aveva grande rispetto per gli avversari e per il Brasile così come tutti noi rispettavamo e rispettiamo lui. Paolo Rossi era prima di tutto una grandissima persona, la sua morte è stata un dispiacere grandissimo per me e per il Brasile”.

Poi continua: “Se avessimo fatto gol ne avrebbe magari segnato un altro anche lui, quel giorno era sempre nel posto giusto, quasi una missione divina. Diciamo che Paolo è stato per l’Italia come Maradona per l’Argentina nel 1986. Quella partita con il Brasile è stata una finale anticipata, da lì in poi l’Italia ha preso coraggio dopo aver eliminato la favorita per il Mondiale”.

Conclude infine con il suo ultimo ricordo di Paolo Rossi: “Mi chiese di andare al Maracana, che in quel giorno era chiuso. Riuscimmo ad entrare e rimanemmo nell’impianto vuoto, silenzioso, enorme. Noi dicevamo sempre che in quella partita contro l’Italia lui fece 3 tiri e segnò 3 gol. Allora mi guardò e sorridendo mi disse: ‘Vedi Leo, anche adesso se volessi potrei fare tre gol con tre tiri. È il destino’. E per colpa del destino dovremo fare a meno di uno come lui”.

Foto da Web

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