F1, Incidente Groesjan nel GP Bahrain: come si è salvato il pilota dell’Haas

Gli effetti dei lavori che la Formula 1 ha aumentato da quel 1° maggio 1994 che portò via prima Roland Ratzenberger nelle qualifiche del GP di Imola il giorno prima e poi Ayrton Senna durante la gara per garantire la sicurezza dei piloti sono evidenti. Nonostante le gare rimangano pericolose, a dimostrarlo i casi Bianchi e Hubert, lo spaventoso incidente a cui è sopravvissuto Romain Groesjan nel GP di Barhein di ieri certifica che il lavoro effettuato in questi venticinque anni, in particolare sulla scocca e sulla cellula di sopravvivenza, come ha anche confermato Lewis Hamilton nel posti gara.

“Qualche anno fa ho detto di essere contrario all”Halo, ma senza di lui oggi non sarei qui a parlare con voi… Grazie alla FIA, agli steward e ai medici che mi hanno assistito sul circuito qui in ospedale. Spero di vedervi presto”. Ha dichiarato Groesjan.

LA SCOCCA: UNA GARANZIA

La cosa che si nota più evidentemente nelle foto dell’incidente è la condizione della monoposto: la macchina era spezzata in due. Si nota anche un’altra cosa, nonostante la spezzatura dovuta probabilmente dovuta al fatto che la barriera abbia trattenuto la monoposto invece che farla rimbalzare, la scocca era intatta. La cellula di sopravvivenza ha resistito in maniera ottima, a parte dei cedimenti nella zona delle gambe del piota. Ma è proprio grazie alla garanzia che ha dato la scocca, che Grosjean è riuscito a restare cosciente ed uscire dall’abitacolo.

L’HALO

L’Halo, un sistema di protezione che consiste in una barra curva posta per proteggere la testa del pilota, è stato decisivo. Da una parte la scocca ha tenuto proteggendo il corpo del pilota della Haas, dall’altra l’Halo gli ha letteralmente salvato la testa. Il sistema era stato criticato dopo la sua sperimentazione nel 2015 per l’impatto visivo, ma l’utilità le smentisce tutte. L’incidente di Grosjean ha dimostrato che l’Halo gli ha salvato la vita.

IL CIRCUITO

l’intervento sia della medical car che dei commissari è stato rapido ed efficace, ma le condizioni di sicurezza generali del circuito creano dei dubbi. Quella barriera in cui è andato a sbattere Romain, anche se non è in un punto non delicato della pista, si è rivelata pericolosissima. Le barriere infatti non devono per così dire “trattenere” la macchina, come accaduto ieri, che ha portato a spezzarla in due e a prendere fuoco per non aver scaricato l’energia dell’impatto. L’importante è però che il pilota francese non ne è uscito con gravi danni. Bastavano pochi centimetri da una parte o dall’altra e la situazione sarebbe potuta cambiare.

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Foto da Web

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