Brescia – Il Tribunale Federale Nazionale ha inflitto al Brescia una penalizzazione di 4 punti da applicare nella stagione attuale e altri 4 punti da scontare nella prima stagione utile a partire dal campionato 2025/26, a causa di irregolarità di tipo amministrativo, tra cui il mancato adempimento degli obblighi di versamento” di Irpef e Inps per quattro mensilità
Penalizzazione anche per il Trapani
Le “Rondinelle” rischiano la retrocessione in Serie C, mentre la Sampdoria disputerebbe i playout contro la Salernitana. Il presidente del Brescia, Massimo Cellino, e l’amministratore delegato, Edoardo Cellino, sono stati inoltre inibiti per sei mesi.
Penalizzazione di 8 punti per il Trapani, da applicare nella prima stagione utile a partire dal 2025/26. Le sanzioni verso entrambe le società, ed i rispettivi dirigenti, derivano da deferimenti seguiti a segnalazioni della Co.Vi.So.C., che ha rilevato diverse violazioni di carattere amministrativo.
L’ appello disperato di Cellino
Sto male. Mi hanno ammazzato, morirò infangato, vituperato, stuprato – ha detto a riguardo il presidente delle Rondinelle, Massimo Cellino, in un’intervista a La Gazzetta dello Sport – E perché? Perché sono stato truffato. Hanno truffato me, la Covisoc e l’Agenzia delle Entrate. Hanno truffato tutti, siamo tutti vittime e mi dispiace in un modo devastante. Avrei preferito morire sotto una macchina che subire una cosa del genere”.
“Temo che la sentenza sia già scritta. Se la Figc fissa la data del playout prima che si possa esprimere un vero tribunale, ma solo dopo le due sentenze dei giudici federali, vuol dire che le cose sono già chiare – ha detto Cellino, che ha spiegato di non sentirsi tutelato – Sento di non avere la possibilità di dimostrare che ho ragione. Abbiamo tutto per provarlo, compresa la comunicazione con la Covisoc che approva l’operazione dopo averci chiesto una serie di documenti come la quietanza dell’Agenzia delle Entrate, e se l’udienza fosse davanti al Tar avrei dormito tutte le notti. Ma sono spaventato da quest’atteggiamento del presidente federale. Questa è ingiustizia sportiva, è una truffa. La squadra è vittima e sta subendo un processo ingiusto. È un calcio sporco che con questa vicenda ha perso la poca credibilità che aveva”.
Una città distrutta
Allora perché è successo tutto questo? “Si dice che è stato fatto per dare una possibilità di salvezza alla Samp, che temo sia comunque già fallita. Io non ho prove, ma mi viene da crederci perché non vedo altre motivazioni”.
“È giusto che il campionato sia a 20. Con il Brescia – ha aggiunto – E se mi dicessero oggi ‘non facciamo il processo e portiamo la B a 22’ direi di no, perché non sarebbe giusto, non faccio i comodi miei sui principi in cui credo”.
“Brescia è una città distrutta – conclude Cellino, che svela anche che prima di questo caos aveva già venduto il club – A quasi 70 anni vorrei fare un passo indietro, questo mondo che è cambiato, non mi piace più. Avevo persone (Andrea Radrizzani, l’ex socio del Leeds, ndr) interessate all’acquisizione del Brescia, praticamente avevo già venduto. A quattro soldi ma avevo venduto, perché il mio tempo in questo club era concluso. Questa roba qui ci ha anche bloccato la cessione. Io non ce la faccio più, davvero”.
Un malessere che va oltre il calcio
La vicenda che coinvolge il Brescia scuote nel profondo non solo la società ma l’intero ambiente calcistico cittadino, già provato da una stagione difficile e ora colpito da una sanzione che rischia di avere conseguenze devastanti. Le parole forti e amare di Massimo Cellino testimoniano un malessere che va oltre il calcio, tra accuse di ingiustizia, senso di impotenza e un futuro societario ora più incerto che mai. In attesa dell’esito del ricorso e dei possibili sviluppi giudiziari, resta una ferita aperta che segna un’altra pagina controversa del nostro calcio. E mentre il campo attende i suoi verdetti, fuori dal rettangolo di gioco si consuma un dramma umano, sportivo e istituzionale destinato a lasciare il segno.
Articolo a cura di Rebecca Olivieri – SportPress24.com