E’ proprio vero, il talento non ha genere ed è proprio per questo motivo che mi piace immaginare un mondo alla pari. Ma è già successo per la prima volta, in Germania, un allenatrice donna guida una squadra professionistica di uomini e lei si chiama Inka Grings che si è trovata sulla panchina del SV Straelen, squadra della quarta divisione in Germania. Le presenze sono 96 e con 64 gol con la maglia della Germania tra il 1996 e 2012. Le reti in Bundesliga sono tantissime 314, la migliore di sempre. Le competenze di Inka Grings hanno abbattuto ogni barriera permettendole di intraprendere una esperienza particolare, nuova ma non unica. Non è la prima volta che in Europa, ma non solo, una donna viene scelta alla guida di una squadra maschile. Nel calcio la pratica è ancora poco diffusa.
E anche in Italia il talento non ha genere
Non ha genere il talento, non dovrebbe mai averlo. Proprio per questo anche in Italia abbiamo degli esempi del tutto tangibili. Patrizia Panico, la prima donna a sedere su una panchina di una nazionale di calcio maschile. Lei stessa ha guidato infatti nel 2017 l’Under 16 di Daniele Zoratto. Ma una scelta che fece ancora più clamore fu quella di Luciano Guacci, che nel 1999 affidò la panchina della Viterbese in C1 a Carolina Morace. L’esperienza purtroppo dura molto poco, solo due partite, nello specifico una vittoria e una sconfitta. Forse il calcio Italiano non è ancora pronto, come d’altronde neanche quello europeo. Abbiamo fatto grandi progressi per quanto riguarda l’arbitraggio femminile, ma di grandi allenatrici ancora si fatica a parlarne. Gli stessi videogame della Playstation o il conosciutissimo Football Manager danno la possibilità di creare degli avatar identici a noi ma indovinate? nessuna chance di generare l’allenatrice che noi donne sogniamo. E chi lo sa, qualora il mondo del calcio cambiasse da questo punto di vista se le donne non avrebbero la meglio sugli uomini.
Articolo a cura di Beatrice Bezzi – Sportpress24.com