Rebecca Busi: “La Dakar più dura. Ora testa al Mondiale di Abu Dhabi”

Rebecca Busi termina la Dakar tra fatica, incidenti e un viaggio adrenalinico misto di emozioni e competizione.

Con i 328 km dell’ultima prova si è conclusa oggi la 46ma edizione della Dakar: 22ma posizione in classifica assoluta di categoria (SSV) per la bolognese Rebecca Busi, unica pilota italiana in gara.

Un’edizione durissima per la 27enne alla sua terza competizione, a causa soprattutto dell’incidente provocato da una macchina che guidava in direzione opposta alla gara e che ha centrato la sua vettura, costandole 51 ore di penalità.

“È stata la mia Dakar più difficile, in realtà a detta di tutti la più difficile da almeno 10 anni. Una battaglia di sopravvivenza: senza l’incidente probabilmente sarei stata nella top ten” dice Busi. 

Poche ore di riposo e poi via nuovamente alla volta del Cile per affrontare la preparazione in vista della prossima tappa del Mondiale Rally Raid, in programma ad Abu Dhabi dal 25 febbraio al 2 marzo.

La Storia

Un sogno coltivato fin da bambina, una passione, quella per le auto, ereditata dal padre e dallo zio, il primo rallysta di moto con tre partecipazioni al leggendario Pharaon’s Rally, il secondo di auto: le prime gare con papà Roberto come navigatrice, la testardaggine che la porta a convincerlo, con l’aiuto di mamma, a mettersi lei al volante.
Così, quando si tratta di scegliere da che parte iniziare, Rebecca non ha dubbi, e dopo aver venduto la sua macchina chiede come regalo di Laurea (in Economia) il restante budget per partecipare alla sua prima gara, la Dakar appunto: giocarsi il tutto per tutto, subito.

Articolo a cura di Stefano Ghezzi – Sportpress24.com

 

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