As Roma, con Friedkin 600 milioni di perdite ma senza conseguenze o quasi

L’ AS Roma ha totalizzato perdite di circa il 50 percento rispetto ai guadagni senza alcuna penalità. “Il Financial Fair Play non è equo perché aiuta le grandi”. Cosìdichiarò ad inizio stagione Josè Mourinho commentando la notizia che la Roma era finita nuovamente sotto osservazione della UEFA per il mancato rispetto dei parametri. Affermazione corretta nella forma, molto meno nella sostanza, visto che proprio la sua Roma rappresenta uno degli esempi di quanto sia poco equo il FFP.

Infatti, secondo un articolo de “Il Fatto Quotidiano”, la società romana, attualmente gestita dai Friedkin sarebbe sotto di moltissimi milioni di euro. Un club che in tre anni guadagna 600 milioni di euro e spende 1.2 miliardi senza pagare alcuna conseguenza in termini sportivi, è proprio l’opposto del principio di fair play finanziario.

L’ AS Roma quest’anno è stata la seconda società, dopo il Paris Saint Germain, a ricevere la sanzione più alta dalla UEFA per mancato rispetto dei parametri finanziari. La cifra si aggira intorno ai 5 milioni di euro, più 30 di condizionale.

Nella stagione 2021/22 la Roma ha presentato un bilancio che sfiorato il record di perdite nella storia del calcio italiano: 220 milioni di euro. I conti in rosso non sono una novità in casa giallorossa, visto che sono quattordici anni consecutivi che producono perdite.

Gestione Friedkin dell’AS Roma

Nel primo anno di gestione Friedkin , i nuovi padroni americani realizzano una grande minusvalenza con la cessione di Schick per 16 milioni in meno di quanto era stato pagato, incassando complessivamente dal player trading meno della metà delle cifre presentate sopra. La stagione successiva il flusso quasi si prosciuga, con soli 16 milioni ricavati dalle cessioni. In più arrivano le risoluzioni contrattuali anticipate con giocatori quali Javier Pastore e Steven Nzonzi a causare ulteriore esborso di denaro.

Tre i fattori che hanno giocato a favore della Roma nel periodo analizzato. La pandemia, che ha allentato fortemente i vincoli previsti dal FFP; la battaglia legale persa dalla UEFA contro il Manchester City, che ha revocato la squalifica dalla Champions per gli inglesi costringendo la UEFA a rivedere i propri regolamenti sul fair play finanziario; le tempistiche per l’entrata in vigore di un nuovo sistema di controllo finanziario, che sarà pienamente operativo tra tre anni. Questo é quanto si apprende da “Il Fatto Quotidiano”

Questo discorso vale anche per Inter e Juventus, società pesantemente indebitate tra i 150 e i 250 milioni. Il calcio italiano dovrebbe accendere un cero alla UEFA.

Articolo a cura di Orazio Bellinghieri – Sportpress24.com

 

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