Roma, Bayern Monaco e PSG contro la Super League. Motivi morali o economici?

“Ci rivolgiamo ai nostri incredibili tifosi e sostenitori dopo il recente annuncio di una “Super League” divisiva. L’AS Roma è fortemente contraria a questo modello “chiuso”, perché totalmente in contrasto con lo spirito del gioco che tutti noi amiamo. Certe cose sono più importanti del denaro e noi restiamo assolutamente impegnati nel calcio italiano e nelle competizioni europee aperte a tutti. Non vediamo l’ora di continuare a lavorare con la Lega Serie A la Federazione Italiana, l’ECA e l’UEFA per far crescere e sviluppare il gioco del calcio in Italia e in tutto il mondo. I tifosi e un calcio accessibile a tutti sono al centro del nostro sport e questo non deve essere mai dimenticato”.

É questo il comunicato emesso dall’AS Roma nel giorno, o meglio nelle ore, nelle quali la Super League è nata e subito ‘morta’. Un comunicato che si schiera con il pensiero della maggior parte dei tifosi e dei club che si sono schierati contro la nuova Superlega, e che condivide anche le posizioni di altri club europei come il Bayern Monaco ed il PSG.

Ma quali sono le motivazioni che hanno spinto i club a dire no alla Super League? Come riporta il sito sololalazio.it a firma di Daniele Caroleo, ci sono sì dei motivi morali, ma dietro ci sono ovviamente anche dei motivi economici che hanno fatto prendere queste decisioni.

Riguardo la squadra tedesca, il suo bilancio fa capire il motivo della mancata partecipazione. La Super League era stata infatti fondata con la volontà principale di sanare i debiti (infatti i club partecipanti sono fortemente indebitati), ed il Bayern non avrebbe avuto motivo di lanciarsi in questo progetto.

“Ma la prospettiva cambia sensibilmente se invece si parla della Roma, la cui situazione finanziaria, come è risaputo, non è certamente idilliaca. Anzi, tutt’altro”, si legge.

Quindi, cos’è che accomuna Bayern Monaco, PSG e Roma? La risposta arriva direttamente dalla Francia con il club parigino che si è opposto dall’inizio alla Super League.

Il Paris Saint Germain è di proprietà della famiglia reale del Qatar. Quello stesso Qatar nel 2022 ospiterà i mondiali di calcio targati FIFA. Inoltre, il presidente del club di Parigi, Nasser Al Khelaifi, siede nel board della UEFA, e da poco è stato eletto nuovo presidente dell’ECA in sostituzione del dimesso Agnelli, ed è inoltre a capo del network BeIN Media Group, partner significativo della massima confederazione calcistica europea che detiene i diritti tv nei paesi arabi della Champions League e di vari campionati nazionali.

Il PSG, nel 2020, ha aperto una partnership con la Qatar Airways, un colosso del trasporto aereo, che è diventato Premium Partner del club parigino. Una partnership naturale, data la nazionalità della proprietà del PSG.

La Qatar Airways è uno degli sponsor principali della FIFA Word Cup Qatar 2022, come lo è stato per il mondiale per club del 2019 e del 2020, sempre in Qatar, ed in occasione del mondiale femminile del 2019 in Francia. Inoltre è la compagnia aerea ufficiale degli imminenti campionati europei targati UEFA.

Soprattutto è anche uno dei partner principali proprio del Bayern Monaco e dell’AS Roma.

Uno sponsor, insomma, fondamentale, che si è schierato contro la nascita di questa Super League, creata in contrapposizione a UEFA e FIFA e che avrebbe potuto danneggiare enormemente gli introiti derivati dagli accordi ottenuti con quest’ultime.

Dunque il peso di un così importante sponsor come la Qatar Airways, è presumibile abbia spinto, come il PSG, anche la Roma ed il Bayern Monaco a dichiararsi contrarie all’ipotesi di Florentino Perez.

Nel caso in cui i club avrebbero partecipato alla Superlega, gli importanti accordi di sponsorizzazione sarebbero caduti. La Roma è attualmente in trattativa per il rinnovo del contratto, in scadenza il prossimo 30 giugno, con l’accordo che si assestava sui 40 milioni di euro più bonus.

In conclusione, nel mezzo di una guerra (con motivi prettamente economici) tra i ‘grandi’ del calcio che si è vista negli ultimi giorni in questa Super League, anche chi si è schierato contro il progetto, ha preso sempre decisioni basate anche sugli interessi economici.

Gli stessi interessi economici che potrebbero aver preso parte anche nello scioglimento della Super League, dato che da alcune indiscrezioni la UEFA avrebbe promesso del denaro in cambio alle squadre che sarebbero uscite dalla competizione.

Foto in Copertina dal Web – Articolo a cura di Davide Teta

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