Genoa-Lazio, sfida ultracentenaria e pirotecnica come quel 2-3 del 1993

Parlare di Genoa Lazio è come aprire un deposito di fuochi d’artificio. Rivalità greve, acre come l’odore dei fumi pirotecnici, forse risalente al lontanissimo 1915 in cui la Lazio fu privata di un titolo che i documenti emersi negli ultimi anni ne hanno dimostrato l’ineccepibilita’ (a proposito, caro Gravina presidente Figc, dov’è finita la commissione dei saggi che doveva decidere in materia?), rivalità che si tramuta in gare durissime, quasi rugbystiche tanta è la foga delle contendenti.

E anche nel 28 febbraio 1993 la storia di questa disfida si ripete nelle sue forme tradizionali. Gara pazza, a tutto campo, senza esclusione di colpi. È la Lazio di Gazza Gascoigne, asso inglese, ed è il Genoa di Skuhravy, bomber del grifone.

I liguri pensano di aver vinto la gara visto che dopo soli 24 minuti stavano sopra di 2 gol. Ma non avevano fatto i conti con una Lazio indomita capace di ridurre subito lo svantaggio con l’aquila volante Riedle e nel secondo tempo di ribaltare la partita con Signori e a 4 dalla fine piazzare il colpo del KO sempre con il teutonico Riedle.

Il successo assume più valore perché ottenuto in inferiorità numerica dopo l’espulsione a metà ripresa di un Gascoigne un po’ nervosetto. I furibondi tifosi genoani tentavano anche un’invasione di campo per sbollire la loro delusione, ma l’immagine dei giocatori della Lazio sotto il settore dei 1.000 tifosi al seguito è l’istantanea più bella di una contesa così avvelenata e rapsodica.

E ora si aprano le danze di questo ennesimo scontro tra Grifoni Vs Aquile. Chi volerà più alto?

Foto LazioStory

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