“Se fai il mio mestiere”, diceva, “alla morte non ci pensi spesso, altrimenti vai a piedi”. Questo è stato sempre il motto del Campione Mondiale di Formula 1 Michael Schumacher. Ancora risuonano nella nostra mente quelle tristissime parole del primo bollettino medico datato 29 dicembre 2013 :
“Michael Schumacher è in condizioni critiche dopo l’incidente occorsogli mentre sciava”
Sembrava impossibile che un incidente sugli sci avesse potuto ridurre in fin di vita l’uomo che aveva scelto come mestiere di correre a 300 all’ora e che lo aveva fatto così bene da diventare campione del mondo per sette volte, come nessuno mai.
Invece durante una discesa fuori pista sulle nevi di Meribel alle 11 della mattina di quel 29 dicembre, Michael cade e batte violentemente la testa contro una roccia. Trauma cranico, emorragia cerebrale, operazione e coma da cui uscirà sei mesi dopo. Riserbo totale per scelta della famiglia sulle cure successive e la riabilitazione nella sua abitazione in Svizzera.
7 anni, 7 lunghissimi anni sono trascorsi, eppure Michael Schumacher continua ad esistere nella mente e nel cuore dei milioni di tifosi in tutto il mondo. Proprio il 2021 vedrà suo figlio Mick solcare l’asfalto delle piste di Formula 1 in tutto il mondo. Papà Michael è stato sempre un punto fermo della sua crescita e ispirazione di vita : “Essere come Schumi, l’uomo che aveva solo se stesso da battere”.
Il pilota salito su un kart a 4 anni e che ha dominato gli anni Novanta e Duemila. Due titoli mondiali con la Benetton, 1994, l’anno in cui morì Senna, e 1995, altri cinque con la Ferrari dal 2000 in poi. 91 vittorie, 155 podi, 68 pole, 77 giri veloci.
Sportpress24 lo ricorda cosi, con il sorriso che lo caratterizzava e quel salto su ogni podio che lo ha sempre distinto dagli altri. Il Campione che la Formula 1 attuale non avrà mai, ma che vivrà davanti agli occhi di ogni pilota, tifoso, giornalista e meccanico nella Pit Lane.
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