Spadafora canta vittoria ma… : “A volte ho temuto che non ce l’avremmo fatta”

Dopo che ieri ha dato l’ok alla ripesa del campionato nel vertice, Spadafora è tornato sull’argomento ai microfoni di Tg5: “Ora che il paese riparte è giustissimo che anche il calcio riparta. È un segnale importante, perché l’Italia si sta rimettendo in moto e il calcio e lo sport diventano protagonisti di questa ripartenza, soprattutto ora che è possibile farlo in sicurezza e nel rispetto della salute di tutti”.

Poi ha anche ammesso che avvolte ha temuto per il destino della stagione: “Nei momenti più difficili, nei giorni in cui i dati della curva erano più alti, ho pensato che non ce l’avremmo fatta. Ancora adesso incrocio le dita per sperare che il campionato possa andare avanti fino alla fine”.

Continua poi spiegando le settimane prima della decisione e il suo pensiero: “È un mondo fatto di presidenti molto diversi tra loro, per approcci e per sensibilità. Tutti appassionati, ma anche giustamente interessati al giro di affari e di interessi economici, legittimi, che ci sono intorno al calcio. Se ero visto come l’uomo nero? Mi sono molto arrabbiato quando, un mese fa, mi chiedevano di decidere una data. Quando ancora avevamo problemi con le terapie intensive o trasferivamo le bare sui mezzi della Difesa. Ho trovato assurdo che mi si chiedesse del calcio in un momento del genere”.

In conclusione parla  della riforma complessiva del mondo dello sport: “Non voglio perdere l’occasione che mi viene data da una legge delega approvata dal precedente Governo che ci consente di riformare il mondo dello sport. Per esempio quello dei lavoratori sportivi, un mondo straordinario di centinaia di migliaia di persone che dedicano la loro vita allo sport, ma che non hanno nessun tipo di tutela. Questa e altre cose saranno presenti nella riforma che approveremo entro il mese di agosto”.

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