L’Italia del calcio è tornata al centro dell’attenzione internazionale, ma non per meriti sportivi.
Dopo la delusione sul campo e l’addio di Luciano Spalletti, la situazione federale sta diventando motivo di scherno, sfottò e un’assurda presa in giro all’estero.
Il nome dell’Italia oggi viene associato più al disordine interno che alla gloria calcistica.
Il nodo Gravina
Gabriele Gravina, presidente FIGC, è al centro di una bufera crescente.
Considerato da molti il vero ostacolo alla rinascita del calcio italiano, viene criticato per mancanza di visione, gestione personalistica e incapacità di costruire un progetto credibile.
L’estero osserva: “In Italia cambiano gli allenatori, ma non il vertice”, scriveva recentemente un giornale tedesco.
Nessuno vuole la panchina dell’Italia
Da De Zerbi passando per Cannavaro per arrivare fino a Ranieri, tutti restano alla larga dalla Nazionale. Non per disinteresse, ma per la consapevolezza che oggi accettare quel ruolo significherebbe entrare in un sistema ingestibile.
Roberto Mancini si è detto pronto a tornare in panchina, ma il costo è elevatissimo. Chiede le scuse pubbliche di Gravina, cosa che non sarà mai accolta…
Ora l’ultima spiaggia si sposta su Gennaro Gattuso che sta valutando il da farsi e se accettare o meno la patata bollente dell’Italia Nazionale.
I media spagnoli e francesi parlano di “panchina tossica” e “ambiente avvelenato”.
L’ironia internazionale
I titoli dei media esteri non lasciano spazio ai dubbi: “Italia, ancora nel caos dopo Spalletti”, “Una grande storia calcistica ostaggio della sua federazione”.
Un tempo modello di tattica e rigore, oggi l’Italia è vista come un gigante in crisi d’identità.
Finché non ci sarà un vero cambiamento strutturale, la Nazionale rischia di perdere non solo prestigio, ma anche dignità agli occhi del mondo.
E il calcio italiano, già fragile, non può permetterselo.
Foto da X – Articolo a cura di Stefano Ghezzi – SportPress24.com