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Lazio, di ‘Epico’ c’è il fallimento Europeo. Toccato il punto più basso dell’era Lotito

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La stagione 2024/2025 si è chiusa con un’amara verità per la Lazio: nessuna qualificazione alle coppe europee.

Dopo otto anni di presenza continua tra Champions, Europa e Conference League, il club biancoceleste rimane fuori da tutto.

Un segnale chiaro e inequivocabile: il progetto si è fermato, e questa volta non ci sono alibi. Perdere in casa contro un Lecce in 10 ina giornata che poteva dare gloria, non ha nessun alibi.

Bastava un punto per l’Europa, bastava poco, bastava un nulla…

La delusione non può essere scaricata solo sull’allenatore. Le dimissioni di Sarri nella stagione precedente, l’arrivo di Igor Tudor e la qualificazione all’Europa League, avevano dato l’illusione di un qualcosa di buono e sperato.

Una cavalcata in Europa importante, crollata e terminata contro il Bodo Glimt proprio allo Stadio Olimpico, hanno consegnato una squadra spenta, svuotata e senza identità.

Critiche esasperate verso tutti, soprattutto verso Marco Baroni, colpevole di non aver dato una vera identità alla squadra. Ma la verità è un’altra: il vero nodo è più in alto.

Il presidente Claudio Lotito è chiamato in causa più che mai. Dopo anni di gestione attenta sotto il profilo economico, i limiti della sua visione calcistica sono esplosi.

Mercato poco ambizioso, rosa indebolita e una comunicazione spesso sorda ai segnali del campo e dei tifosi.

La politica del “basta il minimo” ha presentato il conto

In un campionato sempre più competitivo, la Lazio ha perso terreno su tutti i fronti. Mancata Champions, fuori ai quarti di Europa League e ora addirittura l’assenza da ogni competizione internazionale: un crollo verticale che chiama responsabilità precise.

I tifosi, delusi e amareggiati, chiedono risposte. Per tornare competitivi non basta tagliare costi e fare bilanci in attivo.

Serve progettualità vera, investimenti mirati, e un cambio di passo anche nella mentalità societaria.

La possibilità in questa stagione c’è stata soprattutto dopo che la Lazio aveva dominato il girone di Europa League. Sempre prima, fino alla fase a eliminazione diretta.

Il Mercato di Gennaio fatto dal DS Fabiani, ha consegnato 3 ragazzini, che non sono serviti a nulla a Baroni e alla squadra. Usati pochissimo e sconosciuti e li si è rotto qualcosa.

Baroni in confusione e squadra tutt’altro che oculata.

Tanti punti persi per strada e tanta delusione, in un anno che poteva vedere la Lazio tornare nell’Europa che conta grazie anche ad altri club che non hanno risposto ‘presenti’ come il Milan.

Da pareggio ‘Epico’ a fallimento ‘Epico è un attimo

Il pareggio contro l’Inter a San Siro è stato denominato ‘Epico’ dalla comunicazione biancoceleste. Forse sarebbe stato cosi se al termine della stagione, i risultati fossero stati diversi. Ma la realta è tutt’altra.

Il fallimento targato Claudio Lotito è ormai ai minimi storici.

Sarà difficilissimo rialzarsi, conoscendo anche la politica aziendale del Presidente. Nessun investimento importante quando ci sono introiti, figuriamoci ora senza Europa.

I pochi pezzi pregiati del gruppo squadra dovranno necessariamente essere ceduti per far spazio a giovani in prospettiva. Ormai è una consuetudine.

E’ vero, l’assenza dell’Europa non è sempre un male, vedi il Napoli che nell’anno senza coppe ha vinto lo Scudetto. Ma la Lazio non è il Napoli. Lotito non è De Laurentiis e in panchina non arriverà mai l’Antonio Conte di turno.

Una realtà difficile da accettare, ma è la realtà e nessuno può cambiarla o dare l’illusione che non sia cosi.

La stagione 2024/2025 segna il punto più basso dell’era Lotito. E stavolta, la colpa non è (solo) dell’allenatore.

Articolo a cura di Stefano Ghezzi – SportPress24.com 

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