Ciao Rino: Grande perdita per il mondo dello sport e del giornalismo

 Riposa in pace Rino Tommasi. Oggi, 8 gennaio 2025, tifosi, professionisti, atleti, giornalisti, appassionati di tennis e boxe, e non solo, piangono la scomparsa di Salvatore Tommasi, detto Rino. Lottava contro il Parkinson ormai da 15 anni.

Aveva 90 anni, e ne avrebbe compiuti 91, il 23 febbraio. Nacque a Verona, in una casa di sportivi, sia il padre Virgilio sia lo zio Angelo avevano preso parte a tre diverse edizioni dei Giochi Olimpici nel salto in lungo e in alto tra il 1924 e il 1932.

Giornalista, conduttore tv, telecronista, organizzatore di eventi di boxe, nonché profondo conoscitore del tennis.

«Pochi sono stati in grado di parlare, raccontare e narrare la nobile arte come hai fatto tu, Rino. Siamo certi che continuerai a farlo nei cuori di tutti noi, amanti della grande Boxe. Fai buon viaggio, Maestro». «È stato un protagonista indiscusso del nostro mondo — le parole del presidente del Coni Gianni Malagò — Siamo vicini alla famiglia e al figlio Guido in questo momento di grande dolore e di tristezza per il movimento sportivo italiano».

La Federboxe ha voluto ricordarlo così, proprio perché questa disciplina, oltre al tennis, fu una delle sue più grandi passioni. Infatti, oltre ad essere tifoso del Verona, del tennis in genere, negli anni Ottanta si inventa e conduce anche «La grande boxe», programma televisivo settimanale, poi diventa anche uno dei primi impresari italiani con la sua Itos, (Italiana Organizzazioni Sportive).

Maestro del racconto sportivo, Tommasi ha trasformato per sempre la telecronaca sportiva in Italia.

Rigoroso, appassionato di sport e di numeri, ha vissuto una carriera lunghissima, iniziata nel 1953, passata per la Gazzetta dello Sport, per la storica emittente italo slovena Telecapodistria, e da lì per il ruolo di direttore dei servizi sportivi di Canale 5. Il primo della storia, grazie a Silvio Berlusconi, il quale gli affidò la direzione della redazione. Successivamente, Tommasi acquistò i diritti degli sport americani, con un totale di 157 trasferte negli USA,  facendo sbarcare in Italia il SuperBowl e il basket della Nba fino all’approdo a Telepiù e Sky Sport.

Con l’avvento delle piattaforme satellitari, divenne un’icona, inserendosi come  primo direttore dell’ emittente Telepiù, e rivoluzionando le telecronache del tennis accanto a  Gianni Clerici, che ci ha lasciati nel 2022, con il quale apriva le notizie, contribuendo a far crescere la disciplina sportiva in Italia, fino al giorno d’oggi.

“ComputeRino” e “DottorVago”

Dalla cronaca normale, al piacere del racconto, dello storytelling, del botta e risposta. Tommasi e Clerici hanno innalzato fortemente il livello della sceneggiatura del racconto sportivo, ponendo un nuovo standard che ad oggi è quasi dato per scontato. Reciprocamente si chiamavano «ComputeRino» e «Dottor Divago», proprio perché non sbagliava una data o il risultato di un incontro, o un dato, nemmeno nel calcio. E grazie a questa alleanza lavorativa, si può dire che fu proprio Tommasi a “inventarsi” la figura del secondo commentatore nel tennis, idea platonica che poi ha trovato forma e sostanza nel compagno di lavoro e di avventura.

Alcune sue frasi sono diventate celebri, entrando per sempre nel gergo del tennis italiano. La più famosa è forse “circoletto rosso”, utilizzata per quei colpi meritevoli di una sottolineatura particolare. “Pioggia di circoletti rossi“, diceva ad esempio Tommasi quando assisteva a una serie di scambi particolarmente spettacolari. Ma anche tante altre sue espressioni vengono ricordate oggi dagli appassionati. Un altro dei suoi meriti, è che, lui fu il primo a scrivere libri di statistica, in onore della sua passione per i numeri.

Da giovane discreto tennista, da adulto è stato per due volte — nel 1982 e nel 1991 — premiato dalla Atp come «Tennis Writer of the Year», riconoscimento internazionale senza paragoni, ed ha vinto anche il prestigioso Ron Bookman Media Excellence Award, nel 1993. Suoi anche la Penna d’Oro del Coni, nel 1979, e due premi di Letteratura Sportiva del Coni con i volumi «Storia del tennis» e «La grande boxe», mentre a Londra nel 2012, il Cio lo ha premiato come uno dei giornalisti ad aver seguito il maggior numero di Giochi Olimpici, grazie alle sue undici partecipazioni.

Il suo ricordo resterà però vivo nel cuore di tutti gli italiani appassionati di sport.

Articolo a cura di Rebecca Olivieri – SportPress24.com

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