Sci, Sofia Goggia trionfa nel Supergigante Beaver Creek

Alla sua seconda gara al rientro dopo l’infortunio, Sofia Goggia domina in SuperG precedendo Lara Gut-Behrami e Ariane Raedler

Sofia Goggia taglia il traguardo ed esulta ballando la samba con gli scarponi ai piedi. Lo ha fatto nel supergigante di Beaver Creek con una prestazione sublime. A conferma che quella brutta frattura della tibia e del malleolo tibiale destro, che è stata ridotta chirurgicamente, fa parte del passato. Ieri l’azzurra era giunta seconda in discesa a pochissimo, 16 centesimi dalla vittoria, ma oggi ha voluto stupire il mondo mettendo tutte alle sue spalle. Era dalla discesa libera di Altenmark dello scorso 13 gennaio che la campionessa bergamasca non vinceva in Coppa del mondo.

La Goggia ha chiuso con il tempo di 1.03.90 davanti alla svizzera Lara Gut-Behrami (+0.48) e all’austriaca Ariane Raedler +0.55.

Le parole della Goggia

“Sono molto contenta di questa prestazione, rispetto alla discesa sono riuscita a sciare meglio, ho messo in pista un misto fra cattiveria agonistica, tecnica e tanto istinto. Sono grata per essere tornata a fare Coppa del mondo, è stata una sfida dura nei mesi scorsi, adesso sono ancora qui e all’infortunio non penso”. Sofia Goggia commenta così al sito della Fisi, la vittoria nel Super G di Beaver Creek dieci mesi dopo il brutto infortunio.
Un successo che la bergamasca definisce ‘una pietra miliare del mio percorso”. “Stamattina mi sono alzata molto gioiosa e mi sono detta: ‘Se arrivo al traguardo con luce verde faccio un balletto alla Braathen’, il problema è che non sono brasiliana ma italiana e di Bergamo e l’unica cosa che mi viene bene è fare la polenta – dice ancora – Sono scesa con grande solidità. Sapevo che dovevo stare attenta alle prime cinque porte per poi scatenare i miei cavalli e così è stato. Forse è stato uno dei miei più belli supergiganti di sempre.
La vittoria più importante è sempre la prossima, però chiaramente è una pietra miliare nel mio percorso. Devo ringraziare i dottori che il 5 febbraio erano pronti ad aspettarmi in ospedale per ridurre la frattura, il mio percorso è stato come l’operazione, ho rimesso insieme curva dopo curva, pezzo dopo pezzo, alla fine però sei i pezzi vengono messi bene insieme, escono cose straordinarie.

Articolo a cura di Orazio Bellinghieri – Sportpress24.com

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