Serie A: Le parole di DeRossi in conferenza stampa pre Roma-Genoa

Le parole di Daniele DeRossi alla vigilia della sfida della sua Roma contro il Genoa di Alberto Gilardino.

Come sta Dybala e se può dirci qualcosa di idee di calciomercato con la proprietà?

DeRossi: “Sono un paio di settimane che Paulo è fuori, dobbiamo capire oggi le sue condizioni e vedremo.

Con il Fair play finanziario tutti sono condizionati dagli entroiti, per ora non abbiamo parlato di budget con la società, ma vogliamo spendere bene e non per forza tanti.

Ci sono tante squadre che fanno un calcio interessante senza spendere cifre folli”.

Domani sarà una giornata particolare, ultima in casa e sfida all’amico Gilardino ed all’ex Strootman, come la vive?

DeRossi: “Sarà ricco di tante cose emozionanti lo stadio domani, abbiamo un obiettivo importante da raggiungere.

Loro giocano bene ma sono senza stimoli rispetto a noi, anche se stanno giocando in maniera professionale al massimo.

Bello tutto, ma dobbiamo vincere, Gila mi sorprende: è speciale, taciturno, non pensavo diventasse così bravo da allenatore.

Ha fatto tanta gavetta partendo dalle categorie più dietro es ora il Genoa è una realtà tra le migliori in Italia.

Mi farà piacere rivederlo, è un buono; Su Kevin, sarà un piacere, chi ha onorato la maglia della Roma e non solo, ma proprio il calcio in generale va salutato dignitosamente”.

Quando arriverà l’ufficialità del tuo contratto? Si aspetta il direttore sportivo? Lukaku andrà via con Abraham che sarà l’attaccante del futuro?

DeRossi: “Non aspettiamo nessuno, chiacchieriamo ed è l’ultimo dei miei pensieri, l’accordo è arrivato in 10 minuti, ma va visto tutto bene con gli avvocati, non è un problema, manca pochissimo.”

Eravamo i padroni del nostro destino, ma c’erano tantissime partite toste ancora.

Non abbiamo parlato di nessun calciatore, ma abbiamo fatto valutazioni su quanto fatto negli ultimi anni, pensando che forse è meglio valorizzare i giocatori nostri e creare un asset che ti dà continuità, ma è presto.

Manca ancora la figura che metterà a posto i tasselli e con cui parlerò del mercato, ma non manca tanto”.

Le parole di Gasperini sul vostro rinvio e sul recupero dell’Atalanta con la Fiorentina?

“È passato troppo tempo, ci siamo sentiti e abbiamo chiarito, ci sono stati degli spunti di stima reciproca, sono polemiche che si creano qua.

Noi non avevamo perplessità sull’Atalanta, ma in generale e siamo in pace con la coscienza, avevamo qualche dubbio sul recupero post campionato perché non è mai accaduto ma è durato poco.

Non c’è bisogno di fare favori, abbiamo fatto i complimenti agli avversari”.

C’è un asset di calciatori intoccabili?

“Sì, ma non li dico perché non sarebbe giusto parlarne prima che con loro e soprattutto per chi non dovesse essere nominato.

Qualche incedibile potrebbe andare via e viceversa qualcun altro potrebbe rimanere e dovrò farlo rendere al meglio. Tutto è ancora prematuro”.

Pretenderai top player?

“Ora ci sono io, prima Mourinho, prima ancora Fonseca, ognuno ha il suo modo di fare mercato, ma la costante è che siamo sempre arrivati sesti o settimi.”

Va cambiato qualcosa, perché le aspettative sono più alte, l’allenatore forte deve imporsi per farsi comprare chi vuole e la società forte le deve accontentare, nei limiti delle possibilità.

Il primo requisito sarà la fame, devono sentirsi a Roma come se fosse la miglior cosa che gli sia mai capitata.

Non c’entrano top player o giovani, serve gente che fa le fiamme in campo e non parlo di maglia di curva o altro ma in generale devono dare sempre il massimo.

Pjanic andò alla Juve e venne insultato, ma a Roma andava a 2000 pur non essendo romano o tifoso.

Renderli affamati e farli rendere in campo toccherà a me, serve la fame e che in campo vadano forte”.

C’è una zona del campo da sistemare?

“Sì, ma non lo dico, non entro nel dettaglio, abbiamo una partita, ieri sono stato 11 ore e mezza qui, non posso pensare a questo più di tanto.”

Ci sarà gente che mi aiuterà a rendere la rosa più forte possibile al momento giusto, già ho letto che ho chiesto quello, voglio quell’altro ho chiamato lui, mai successo.

Ho letto qualche nome che mi è piaciuto, ed ho pensato vedi questo potrebbe essere buono ma non più di questo, sia per rispetto ai calciatori che per le due partite da vincere rimaste”.

Foto da archivio

A cura di Edoardo Massetti — Sportpress24.com

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