La Lazio ricorda e festeggia il 50° anniversario dello Scudetto del 1974. La vittoria contro l’Empoli è stata solo l’inizio di una giornata fantastica e gloriosa che riporta alla mente un gruppo ‘meraviglioso’ che fatto la storia.
Presso l’Auditorium Parco della Musica si è svolto sul palco della Sala Sinopoli l’evento ’Diario di un sogno’.
Numerosi i protagonisti intervenuti, a cominciare dal sindaco Gualtieri e dall’assessore Onorato.
E’ proprio il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri a prendere la parola per primo :
“Per me è davvero un piacere essere qui, più volte abbiamo onorato la memoria della Lazio del 1974.
Quella squadra aveva un’aura magica, quello Scudetto è unico e occupa un posto speciale nei laziali, nei romani e tutti gli appassionati di sport.
Aveva un presidente fantastico, un allenatore incredibile e delle personalità che rappresentavano pezzi della storia del Paese.
Era come vedere un film di Sergio Leone, erano caratteri, non solo persone.
Fu una Lazio straordinaria e siamo contento di rendere omaggio a un momento importante per la città di Roma”.
Le parole dell’assessore al turismo Grandi Eventi e Sport Alessandro Onorato :
“La sfida più importante, complicata e ambiziosa è quella dello stadio.
Siamo a pochi metri dal Flaminio, visti i presenti potremmo fare al volo una Conferenza dei Servizi (ride, ndr).
Penso che il presidente Lotito abbia le idee chiare, il sindaco ha dato la sua disponibilità.
Nei prossimi giorni lavoreremo per risolvere la questione. La città di Roma ha bisogno di un’impiantistica importante.
Sul ‘74, intestate i giardini a Lenzini e gli altri è importante, dobbiamo lavorare per una storia condivisa.
Lo faremo anche per Wilson e D’Amico, questo è per la riconoscenza che la città di Roma ha per questa squadra”.
Emozione anche per il bomber biancoceleste Ciro Immobile entrato prepotentemente nella storia della Lazio.
Queste le sue parole :
“Per me credo che sia il massimo restare così tanto nel cuore dei tifosi, ogni calciatore dovrebbe avere quello come obiettivo, poi ci sono i premi collettivi e personali.
Io e i miei compagni abbiamo fatto il possibile per regalarvi il 100% di quello che vi meritavate, con la vittoria di oggi abbiamo concluso alla meglio la festa.
I laziali? Mi amano e io amo la gente laziale. Ho capito davvero quanto la gente amava Chinaglia quando mi sono avvicinato al suo numero di gol.
Sentivo la gente più anziana essere combattuta perché stavo superando Giorgio ed erano sia contenti, sia tristi perché era Chinaglia.
Gli occhi gonfi? Quando parlo di Lazio e di quello che abbiamo fatto mi emoziono”.
Non poteva mancare la disamina della grande festa biancoceleste del Presidente Claudio Lotito :
“Quando ho visto dare la squadra dare il cinque agli eroi del ‘74 ho capito che vincevamo, c’era troppa responsabilità nei confronti dei tifosi e di queste leggende che hanno vinto con passione e attaccamento, cosa che a qualcuno manca.
Lenzini è morto con la luce staccata a casa per la Lazio, qualcuno lo dimentica. Lui era un buono.
Il calcio lo fanno i giocatori, gli allenatori, lo staff e i presidenti, quelli che mancano nel calcio di oggi, soprattutto presidenti che tramandano e coltivano i valori. Io sono un custode di questi valori.
Oggi siamo qui per questo, in modo che per il nostro esempio venga tramandato ai nostri figli e nipoti.
Un mio precursore donò nel periodo di guerra il campo di allenamento per fare gli orti di guerra, significa che la Lazio non è solo risultato sportivo, ma anche spirito di aiutare gli altri”.
“La Lazio deve esprimere i valori fondanti della società: pensate quanta gente tramite questi eroi hanno migliorato le loro giornate”
“Io ho messo in campo un’azione quotidiana affinché questo avvenga.
Oggi il settore giovanile è in finale ovunque, la Women è tornata in Serie A.
La Lazio oggi ha un peso per le istituzioni sportive, grazie al lavoro fatto negli anni.
Le cose non si fanno dall’oggi al domani, Lenzini ci ha messo nove anni, io ho preso questa squadra dalle macerie.
Il tema dev’essere di vincere tutti insieme, io come presidente devo armonizzare l’ambiente in modo che tutto vada alla perfezione”.
“Senza di me nel 2004 la società non sarebbe esistita”
“Lenzini e la squadra del ‘74 mi hanno insegnato tanto, loro sono qui perché credono nei valori della Lazio, spronare i giocatori attuali, dare un senso di responsabilità che io sento con l’obiettivo di emulare la vostra storia e magari portare uno Scudetto.
Dopo la Juve siamo la squadra che ha vinto di più negli ultimi anni. Io la storia la coltivo e la metto in pratica.
Qui c’è l’Assessore che ha visto il progetto del Flaminio.
Io la storia la coltivo e la metto in pratica, fatti e non parole.
Speriamo che abbia il consenso delle istituzioni.
Chi l’ha visto ha detto che è un capolavoro e che sembra un allargamento dell’architetto Nervi.
Non ci sono cambiamenti di estetica e quindi cercheremo di adeguarlo alle esigenze dei nostri tifosi sperando di aver fatto una cosa fatta bene.
Stiamo ultimando l’accademy, aggiungendo campi, scuola e la chiesa, perché crediamo nei valori cristiani”.
LE PAROLE DEI PROTAGONISTI E DEGLI EREDI DI QUEL FAMOSO E MERAVIGLIOSO 1974
GARLASCHELLI
“Il primo gol in Serie A è quello che mi ricordo meglio.
Se era contento Giorgio quando segnavo? Insomma (ride, ndr). Ringrazio il presidente Lotito perché ci ha regalato una serata splendida, siamo tornati 50 indietro.
Ai tifosi dico: ma dopo 50 anni ancora siamo qua? Ma dico basta! (ride, ndr).
Giorgio? Doveva far gol anche in allenamento, era uno di quelli che quando crossava doveva anche segnare.
Frustalupi? Era l’unico giocatore vero arrivato quegli anni alla Lazio“.
NANNI
“Il gol nel derby nel ‘72? Herrera disse che non volevo tirare in porta, ma si sbagliava, avevo un buon tiro da fuori.
Oggi è stata una festa eccezionale, dico la verità ho pianto, ho visto grande passione e affetto.
Secondo me è questo amore che ci ha spinto a fare questa impresa”.
ODDI
“Il gol di Nanni nel derby? Era semplice, gli avevo dato io la palla. Al ritorno ci siamo fermati sul 2-0 nel primo tempo perché era brutto offenderli troppo.
Ho fermato grandi attaccanti? Dove fare quello e quello ho fatto. Frustalupi era il più forte della squadra, io ho giocato con lui anche al Cesena.
Era un rigorista formidabile, alla Lazio non poteva tirare perché c’era Chinaglia. Una volta eravamo al Cesena, il portiere gli disse che lo conosceva e lui invece di tirare il rigore col destro lo calciò con il sinistro.
Tripodi e la sforbiciata del banana? Avevamo perso 4-0 contro l’Ipsiwich dopo che ci avevano insultato e dopo una partita surreale.
Tripodi è stato tutto l’anno con noi, anche se ha giocato poco.
Il mister lo voleva con noi perché aveva legato bene. In casa contro l’Ispwich è successo un po’ di caos, subendo ingiustizie incredibili.
A fine partita abbiamo litigato con i giocatori avversari, loro scappavano e noi inseguivamo.
Il loro portiere che era enorme, usciva tranquillamente dalla porta camminando perché pensava non gli potesse accadere nulla, invece appena entrato nel tunnel Tripodi lo colpì in sforbiciata e lo lascio per terra”
M. D’AMICO
“Negli ultimi mesi ci siamo sentiti tanto, Maestrelli prende sempre in giro Oddi dicendo che tutti avrebbero potuto giocare oggi, ma Giancarlo no.
Papà? Ha sempre avuto il sorriso. Lui ha sempre dato coraggio agli altri, è stato un padre che mi ha insegnato con gli esempi, poco con le parole.
Ci ha insegnato a vivere la lazialità, di tramandarla e non sbandierarla. Io ho conosciuto il D’Amico laziale e lui l’ha amata davvero, l’ho visto piangere solo per la Lazio e la famiglia.
Quando andò al Torino disse al direttore sportivo che voleva tornare alla Lazio e minacciava che se ne sarebbe andato comunque. Voglio ringraziare tutti per questa giornata travolgente, abbiamo pianto abbastanza”.
S. RE CECCONI
“Dire grazie oggi è scontato, non ci sono parole. Io papà non ho avuto tempo di viverlo, ma i tifosi mi hanno accompagnato per tutta la vita. Sono orgoglioso di far parte di questo popolo”.
MARTINI
“Noi eravamo forti l’anno prima, quell’anno e lo saremmo stati anche l’anno dopo, ma ci è venuto a mancare il nostro punto di riferimento.
Oggi ho visto una cosa eccezionale, uno stadio pieno che si ricordavo delle nostre festa… abbiamo rifatto la banda.
Ogni tanto mi fermo a pensare che una delle cose che rende una vita speciale è essere laziali.
Io per questo ringrazio di cuore la Lazio e il suo presidente Claudio Lotito che è riuscito a salvare la Lazio e a riconsegnarla a tutti noi. Una cosa eccezionale.
Quando la Roma mi chiese di andare io risposi che non potevo, non si poteva fare una cosa del genere”.
J. WILSON
“Ricordo un Milan-Lazio, papà andò dall’arbitro e riuscì a far sospendere la partita perché non si vedeva il campo per la nebbia.
I milanisti erano avvelenati. Io ho difficoltà questa sera dopo una giornata de genere a trovare le parole giuste, ma vorrei solo ricordare tutti quelli che non ci sono più”
M. MAESTRELLI
“Oggi ho vissuto una giornata meravigliosa, grazie a tutti. Giornate come queste si contano sulle dita di una mano. Cosa successe a Napoli nell’ultima giornata del ‘72/‘73?
Il pullman arrivò allo stadio e trovò i cancelli chiusi. Iniziò una sassaiola, Chinaglia scese e iniziò da solo una scazzottata, poi arrivarono gli altri. Aprirono i cancelli dopo 45 minuti.
Lo racconto ai calciatori di oggi, pensate come si poteva giocare una partita così.
Non potevamo vincerla. Babbo torno a casa, io e Maurizio eravamo mortificati, torno in camera e ci disse: ‘ragazzi state tranquilli che lo Scudetto lo vinciamo l’anno prossimo’.
Noi andammo a dormire con questo sogno.
Chinaglia? Giorgio odiava i dottori. Un periodo dormiva da noi perché i romanisti lo aspettavano sotto casa.
Un giorno lo sentiamo in cucina urlare, andammo a vedere e lui si era levato il dente da solo perché non non voleva andare dal dentista.
Com’è arrivato alla Lazio papà? Fu decisiva una partita vinta 5-1 contro il Foggia, nonostante retrocesse aveva tante squadre su di lui, ma lui aveva fatto un voto con sé stesso: non voleva andare in Serie
A, perché era retrocesso l’anno prima e voleva arrivarci con le sue forze, per questo accettò la Lazio.
A Roma trovò quello che cercava, niente più, niente meno”.
G. PULICI
“Grazie per questa magnifica giornata, siamo senza parole. Il 12 maggio del 1974?
Quella giornata inizia in modo particolare, papà chiamo mamma ma non la trovò perché le si erano rotte le acque.
All’Olimpico inizia la partita, arriva una telefonata e risponde Angelo Tonello e gli dicono che ero nato. Con Maestrelli decidono di non dirglielo, anche se era tutto programmato.
Finisce la partita, lui va nello spogliatoio per cambiarsi e scappare in ospedale, ma vicino a lui si cambiava Martini che era infortunato e gli aveva preso i vestiti.
Lui va nella stanza dov’era Martini, prende i suoi vestiti e viene a Milano, porta a mamma la maglietta con cui aveva giocato, lei la prende e la butta a terra, forse non capendone il valore”.
INSELVINI
“Una giornata così nella vita non capiterà mai più”.
PETRELLI
“Facco era un vero signore. Quando diventai io il titolare lui mi disse che era giusto così e non è da tutti avere un compagno del genere”.
N. FRUSTALUPI
“Io voglio solo ringrazio tutti quelli che hanno organizzato questa manifestazione, i tifosi. È stata una giornata bellissima”.
LA GIORNATA ALLO STADIO OLIMPICO
Nel pomeriggio prima della sfida contro l’Empoli, la Lazio ha festeggiato i 50 anni dal primo scudetto, conquistato proprio il 12 maggio 1974.
E lo ha fatto con un francobollo e una medaglia che ricordano le gesta della banda Maestrelli guidata da Giorgio Chinaglia, autore del gol su rigore che consegnò lo scudetto di fronte al Foggia, presentati nella sala stampa dell’Olimpico.
“Sono qui con profondo orgoglio perché sono il custode di un patrimonio di sentimenti comuni con l’obbligo di tramandare la storia del nostro club, che è unica.
Onorare la nostra storia attraverso un francobollo e una medaglia è motivo di grande orgoglio.
Queste iniziative servono a creare le condizioni per portare ai posteri queste gesta e farlo rappresenta un elemento di forza del club”, le parole del presidente Claudio Lotito.
Prima della gara contro l’Empoli tutti i tifosi della Lazio hanno omaggiato gli eroi del 1974 con applausi e cori, bandiere e vessilli con le foto dei protagonisti in Curva Maestrelli.
Alla fine ancora applausi durante il giro di campo degli ex calciatori.
LE FOTO DELLA SERATA “DIARIO DI UN SOGNO”
LA LETTERA DEL PRESIDENTE CLAUDIO LOTITO AL PRESIDENTE LENZINI
Articolo a cura di Stefano Ghezzi – SportPress24.com