Qatar 2022, che fine faranno gli stadi al termine del Mondiale?

Il 20 novembre 2022 alle ore 17.00, l’arbitro italiano Daniele Orsato darà il fischio d’inizio alla partita tra Qatar ed Ecuador che aprirà le porte a quella che sarà una delle edizioni più criticate nella storia dei Mondiali di calcio.

Le accuse rivolte a questo mondiale sono numerose e spaziano dalle violazioni dei diritti umani al danno ambientale procurato dalla costruzione di nuove infrastrutture volte ad ospitare la manifestazione.

Al centro delle critiche ci sono proprio gli stadi creati o ristrutturati dal Qatar per accogliere al meglio un Mondiale che ospiterà tifosi provenienti da tutto il mondo.

L’organizzazione di questi Mondiali, però, ha avuto un particolare occhio di riguardo sul tema della sostenibilità e della lotta contro gli sprechi di ogni genere.

Infatti, gli stadi costruiti in vista di Qatar 2022 hanno lo scopo di ospitare al meglio la manifestazione ma anche l’obiettivo di non creare nuovi “elefanti bianchi” come successo con i Mondiali in Sudafrica o con le Olimpiadi in Grecia.

Gli otto stadi che ospiteranno i Mondiali, al termine della manifestazione, passeranno da una capienza di 380.000 posti complessivi ad una capienza di 210.000 posti.

I 170.000 posti a sedere in eccesso saranno smontati e donati a Paesi in via di sviluppo per altre manifestazioni sportive.

Inoltre, i materiali usati per la costruzione di queste nuove infrastrutture sono in gran parte riciclati o con la possibilità di essere smontati e riutilizzati.

Di questi otto stadi: tre subiranno una riduzione della capienza ma rimarranno veri e propri stadi.

Il Ras Abu Aboud Stadium verrà “smontato” dopo esser stato costruito con vari container e gli altri quattro stadi verranno riutilizzati come sede di centri commerciali, ospedali e hotel di lusso.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Articolo a cura di Andrea Marino – SportPress24.com

One thought on “Qatar 2022, che fine faranno gli stadi al termine del Mondiale?

Comments are closed.

Translate »