Napoli: e se questa volta fosse la volta buona?

I partenopei non stanno sbagliando una partita, e il merito non è solo della loro classe.

Da qualche giorno a questa parte la Serie A ha ufficialmente un nuovo padrone: il Napoli. La squadra allenata da Spalletti dopo aver segnato 4 goal alla Cremonese ha approfittato del pareggio per 2 a 2 tra Atalanta e Udinese per accomodarsi in cima alla vetta della classifica. Un primato in solitaria meritato per un gruppo che gioca un calcio veloce, geometrico, verticale, mai sterile.
I 22 goal segnati in 9 partite di campionato lo testimoniano. Così come i 21 tiri scoccati nello specchio della porta grigiorossa. Raspadori insieme a Kvaratskhelia, è la più bella sorpresa di quest’anno. E’ riuscito, grazie alle sue prestazioni, a non far rimpiangere Osimhen, il giocatore azzurro più forte assente oramai da più di un mese. In realtà non è solo l’attaccante della Nazionale italiana a impressionare quanto tutta la squadra. Dal “muro” Kim Min-jae passando per la riserva di lusso Simeone, tutti stanno dando il massimo. E i risultati si vedono, anche in Champions League. Questo lo sanno bene le blasonate Liverpool e Ajax, superate durante le gare di andata rispettivamente per 4 a 1 e per 6 a 1. Mai il Napoli era partito così bene.

Nemmeno quando lo scorso anno inanellò un filotto di 10 vittorie consecutive in A. In quell’occasione il calcio proposto era sicuramente di qualità, ma oggi si ha la sensazione che gli Azzurri in campo siano inarrestabili. E pensare che in estate i dubbi attorno a questa formazione erano tantissimi, dovuti soprattutto alle partenze (illustri) di Insigne, Koulibaly e Mertens. Oggi di loro non c’è più traccia nella memoria del tifoso partenopeo, che ogni domenica può godersi uno spettacolo di primissimo livello. Un dato su tutti: in Europa solo il Manchester City segna più goal del Napoli.

Stadio Diego Armando Maradona (Napoli)
Vista sul Golfo di Napoli

 

Raspadori (Twitter)

Il segreto di questo successo sta tutto nella preparazione

Insomma, tutto in casa Napoli sta funzionando alla perfezione; e non è un caso se i risultati sin qui ottenuti sono stati straordinari. Il segreto di questo successo risiede senza dubbio nella preparazione, che non è solamente regolare esercizio fisico quanto cura del proprio corpo – per esempio riposando le classiche 8 ore la notte – un qualcosa che riguarda il calcio e anche altre discipline, dove l’attenzione per il dettaglio fa spesso la differenza. L’affermazione per cui “la classe da sola non basta” sarà anche una banalità ma al tempo stesso è anche una grande verità.

Tornando al calcio, se Kvaratskhelia atleticamente non stesse così bene non potrebbe dispensare assist vincenti per i compagni, come è successo contro la Cremonese; se Simeone quando chiamato in causa da Spalletti non corresse a perdifiato probabilmente non si renderebbe pericoloso siglando reti di testa di pregevole fattura. Questo discorso è ancor più vero se si guarda a una formazione di tutto rispetto come l’Inter: nonostante la classe dei suoi interpreti, il gruppo di Inzaghi a livello fisico si sta dimostrando carente, e i risultati non stanno arrivando, salvo nell’ultimo periodo. Quando tutti i giocatori nerazzurri presenti in rosa saranno al top forse riusciranno a rientrare nella corsa scudetto, anche se questo Napoli a oggi dà la sensazione che nessuno sia davvero in grado di insediarlo. Tuttavia dopo tante certezze un dubbio ancora rimane, e ha a che fare con la gestione Spalletti.

Le formazioni allenate da Spalletti storicamente sul più bello si inceppano: lo sa bene il Ciuccio dello scorso anno, che a un certo punto è letteralmente sparito a livello di gioco espresso e di risultati conseguiti. Emblematico a tal proposito fu la rimonta di aprile dell’Empoli sui partenopei, che inizialmente conducevano per 2 reti a 0 e successivamente si fecero superare in 8 minuti grazie ai capolavori di Henderson e Pinamonti. E se dovesse accadere di nuovo di spegnere la luce proprio sul più bello? Non è che la troppa sicurezza di questa stagione alla lunga si rivelerà essere un boomerang? E infine: quanto ancora potranno reggere questi ritmi forsennati i giocatori partenopei? Queste e altre domande possono essere evitate ora, ma non il prossimo anno, quando di solito le formazioni allenate da Spalletti appaiono piuttosto vulnerabili.

 

Articolo a cura di Orazio Bellinghieri – Sportpress24.com

 

 

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