Negli ultimi tempi è tornata a circolare l’ipotesi di una “Super Champions” chiusa, riservata a un’élite ristretta (12 club).
Ma il presidente dell’UEFA, Aleksander Ceferin, è intervenuto con fermezza per liquidarla come idea incompatibile con i principi del calcio europeo.
“Non organizzeremo mai una competizione per soli 12 club” — ha dichiarato Ceferin, ribadendo che la Champions League resterà una competizione aperta e basata sul merito sportivo.
Priopriamente, il presidente UEFA aveva già in passato sottolineato la distinzione tra Champions e Superlega: “Avere più squadre non significa aver creato una Superlega. La Superlega è avere sempre le stesse squadre che giocano tra loro.”
Secondo Ceferin, l’Europa non potrebbe accettare un modello chiuso: “La Superlega avrebbe avuto 12 club che non avrebbero mai lasciato nessuno entrare… finché sarò in questa posizione, non lo sarà mai.”
“Promuoviamo un calcio inclusivo e che sia un’ancora nei momenti difficili che viviamo. Il calcio è un posto dove apparteniamo tutti.
Davanti a crisi politiche e sociali abbiamo bisogno di qualcosa che unisca e il calcio ha questo ruolo e dobbiamo conservarlo. Il cambiamento fa parte della storia del calcio.
Lo sappiamo molto bene. Ma il valore duraturo deriva solo dall’unità, dall’equilibrio e da riforme che rafforzano tutti, non solo pochi” ha aggiunto.
Ceferin è stato poi chiaro: “La Uefa vuole che il sogno continui a vivere. Faremo in modo che il calcio dei nostri club sia inclusivo.
E che tutti abbiano la possibilità di vincere le migliori competizioni. Il calcio non è solo una questione di bilanci. Non è solo intrattenimento.
È la vita nelle nostre comunità. Sono le strade, i club e i tifosi che lo plasmano. E se ci allontaniamo troppo da queste radici, rischiamo di distruggerlo”.
In sostanza, l’“idea Super Champions” è respinta come contraria alle logiche di inclusività e meritocrazia che da sempre l’UEFA afferma di difendere.
Articolo a cura di Stefano Ghezzi – SportPress24.com