Un’immagine insolita quella che ha catturato l’attenzione: durante un allenamento della Nazionale Under-21 guidata da Silvio Baldini, gli azzurrini sono stati visti impegnarsi con una benda sull’occhio, in esercizi tecnici dal sapore quasi da boxe.
Il cosiddetto “Metodo Baldini”, già sperimentato nei suoi precedenti incarichi, approda ora anche alla selezione giovanile in vista delle qualificazioni europee.
Cosa prevede il metodo
• Il tecnico ha fatto allenare i giocatori con un occhio bendato, tecnica finalizzata a aumentare la concentrazione, migliorare la percezione spazio-temporale e stimolare la vista periferica.
• Non solo: sono segnalati anche esercizi nei quali i giocatori giocavano con un braccio nascosto sotto il fratino, per spingere ulteriormente l’equilibrio e la consapevolezza corporea.
• Già in passato Baldini aveva applicato questa tecnica al Pescara: la benda era usata a rotazione per stimolare chi occupava zone field‑visive meno immediate e allenare la capacità di “vedere” con sensi complementari.
Motivi ed effetti
Secondo i suoi estimatori, il metodo serve a “destabilizzare” il sistema percettivo, costringendo il calciatore a usare maggiormente i canali sensoriali residuali. Ciò dovrebbe:
• Migliorare la concentrazione anche in condizioni di disagio visivo.
• Aumentare la rapidità decisionale, poiché l’atleta impara a reagire anche quando la visibilità è limitata.
• Potenziare la memoria dei movimenti e la capacità di visione “cieca” dello spazio.
Reazioni e curiosità
• Alcune foto dell’allenamento con la benda hanno fatto il giro dei social e della stampa sportiva, attirando curiosità e dibattiti.
• Il portiere Tommaso Martinelli è ritratto bendato durante la sessione di allenamento, uno degli aspetti più eclatanti del metodo.
• Critici del metodo sottolineano che, seppur interessante da un punto di vista sperimentale, occorre tempistica, gradualità e non generalizzare troppo dai dati empirici.
Contesto e sostenibilità
Silvio Baldini non è nuovo a sperimentazioni: già in passato, durante le sue esperienze a Pescara, Carrarese e altri club, ha introdotto esercizi inusuali come l’allenamento su ring o sessioni bendate.
Ora applica queste idee anche all’U21, dimostrando che punta a un calcio non convenzionale ma “attivo”, che cerca forme di crescita non solo tecnica ma mentale.
In un classico “campo bendato”, Baldini chiede ai giovani di allenarsi nell’incertezza, di reagire anche quando la visione è parziale.
Una prova di fiducia e stimolo che potrebbe dare forma a un’identità Under-21 meno “standard” e più innovativa.
Articolo a cura di Stefano Ghezzi – SportPress24.com