I classici di Sportpress24 – Il deserto dei tartari

Per i “Classici di Sportpress24”, presentiamo Il deserto dei tartari. Capolavoro di Dino Buzzati,  Pubblicato nel 1940, segnò la consacrazione di Buzzati tra i grandiscrittori del ‘900.

Caratteristiche del romanzo

Per molto tempo Il deserto dei Tartari è stato considerato il romanzo con uno dei finali più perfidi in assoluto e hanno tacciato il suo autore di essere un pessimista senza appello. In realtà questo romanzo, se letto attrentamente, è un inno all’umanità ed alla spreranza. Tra allegorie e metafore, cogliendo indizi talvolta appena visibili, il romanzo mostra paradossalmente a lieto fine. Il tutto smentendo decisamente l’idea popolare creatasi con l’uscita del libro

Trama

Fresco di nomina ad ufficiale, il sottotenente Giovanni Drogo, viene assegnato alla “Fortezza Bastiani”. La Fortezza è l’ultimo avamposto dell’Italia settentrionale. La Fortezza Bastiani è situata su una ricca che domina un’enorme e desolata vallata in pianura, detta appunto “il desrto dei tartari. Un tempo quei luoghi furono al centro di numerose battaglie ma, da moltissimi anni nessuno si è più palesato in quei luoghi. La Fortezza appare completamente svuotata del suo vecchio significato. Addirittura, molti ignorano l’esistenza di quel Forte arroccato e solitario.

Giovanni Drogo e la visita medica

Rientrato da un giro d’ispezione,con il suo cavallo, il sottotenente Drogo percepisce una pessima impressione della Fortezza. Motivo per cui, rivolgendosi al superiore, il maggiore Mutti, chiede di essere riavvicinato alla città. Mutti gli consiglia di attendere quattro mesi, passati i quali Drogo sarà sottoposto alla visita medica periodica. Potrà farsi trasferire per motivi sanitari. La vita all’interno della Fortezza è scandita dai ferrei regolamenti e dalla disciplina militare. Tutto questo esercita sui soldati una forza misteriosa ed indipendente che impedisce loro di lasciare il Forte. Anche il sottotenente Drogo è colpito da questa forza misteriosa. Per tutti l’unico scopo è diventato quello di veder apparire all’orozzonte il nemico. Cobattere contro i tartari per dimostrare il proprio valore e restituire alla Fortezza il suo antico valore.

Il giorno della visita medica è giunto. Drogo vede la Fortezza improvvisamente trasformata; davanti ai suoi occhi si espande a dismisura con camminamenti, spalti e mura che mai ha visto. Rinuncia, quindi al trasferimento. Il sottotenente è rimasto affascinato dalle abitudini del Forte e dalla speranza dei suoi soldati di riuscire a combattere e vincere la battaglia.

I soldati sono in fermento. Tornato dal  recupero di un cavallo smarrito, il soldato Lazzari torna alla Fortezza. Lazzari, però, non ricorda la parola d’ordine per entrare nel Forte. Viene quindi abbattuto da una sentinella, nonostante questi abbia riconosciuto il soldato Lazzari. Ha esguito ciecamente gli ordini di servizio.

Qualche tempo dopo, con i soldati in fermento, lunghe colonne di uomini armati si avvicinano attraverso la pianura deserta. Gli uomini del Forte hanno la loro occasione di gloria. Si scopre, però, che i soldati in avvicinamento sono soldati del Regno venuti a definire la linea di frontiera.

Tra casa e Fortezza Bastiani

Dopo quattro anni, passati alla Fortezza Bastiani, il sottotenente Drogo torna, in licenza, nella città natia. I ritmi di vita della città gli sono, ormai, inabituali. Prova un senso di estraneità e smarrimento nel ritornare al suo vecchio mondo. Anche la casa, purtroppo, non è vissuta come propria. Drogo è spaesato anche con i suoi afferri più cari non riesce più a dialogare. Preso da un forte senso di smarrimento, Drogo si reca a colloquio con un Generale. A lui il sottotenente chiede il trasferimento, come da prassi, per il lungo periodo passato nella Fortezza. Il Generale, contrariamente alle aspettative di Drogo, rifiuta il trasferimento. L’organico della Fortezza sarà drasticamente ridotto e molti colleghi del sottotenente hanno presentato domanda prima di lui, senza minimamente avvisarlo.

Drogo fa ritorno alla Fortezza Bastiani. La guarnigione è al limite della sufficienza di uomini, Il tenente Sironi è convinto di vedere soldati armati che si avvicinano al Forte. Il comandante lo disillude, infatti, poco tempo dopo, si scopre che il Regno del Nord sta probabilmente costruendo una strada diretta verso le montagne di confine. Ci vorranno quindi anni di lavoro prima che la strada attraversi il deserto ed arrivi alla Fortezza.

Epilogo

Dopo trent’anni, passati nella Fortezza Bastiani, Drogo è diventato Maggiore e vicecomandante del Forte. Ha visto alcuni suoi colleghi e soldati morire. Altri sono andati via  la Fortezza ancora giovani o al contrario ormai vecchi. Malato al fegato il maggiore Drogo è costretto al letto. Improvvisamente la guerra contro il Regno del Nord. Soldati ed ufficiali si avvicinano alla Fortezza con le loro artiglierie. Questo evento giustificherebbe tutta la vita trascorsa in questo avamposto.

due regginenti di rinforzo alla Fortezza Bastiani si stanno avvicinando. Il comandante e suo ex collega Simeoni fa evacuare Drogo malato per far alloggiare nella sua stanza i nuovi ufficiali. La morte lo coglierà solo, Senza sentimenti di delusione o rabbia, il Maggiore Drogo è morto in una stanza di una sperduta locanda. Prima si spirare, il Maggiore ripensando alla sua vita ha capito qual era la sua missione: avere l’occasione per provare il suo valore( Aveva atteso per tutta la vita) ed affrontare la morte con dignità.

Consumato dal male e lontano dalla gente, Drogo non ha portato a termine la sua missione. Ha solo sconfitto la paura della morte. Consapevole di aver combattuto questa battaglia decisiva, Drogo muore da vero soldato, rappacificato con la sua storia, della quale ha finalmente trovato un senso che supera la sua individualità.

La frase

“Ma a un certo punto, quasi istintivamente, ci si volta indietro e si vede che un cancello è stato sprangato alle spalle nostre, chiudendo la via del ritorno. Allora si sente che qualcosa è cambiato”

L’autore

Dino Buzzati Traverso nasce a San Pellegrino di Belluno il 16 ottobre 1906.Sono un pittore il quale, per hobby, durante un periodo purtroppo alquanto prolungato, ha fatto anche lo scrittore, il giornalista, il drammaturgo il librettista ed il poeta”Laureatosi in legge nel 1928, nello stesso anno entrò al “Corriere della Sera”. Prima come cronista poi come redattore ed inviato speciale.

Come scrittore esordì nel 1933 con “Bàrnabo delle montagne”, cui seguirono numerosi romanzi e racconti di successo tra i quali: “Il segreto del Bosco Vecchio” (1935), “Il deserto dei Tartari” (1940), “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” (1945), “Paura alla Scala” (1949), “Sessanta racconti” (premio Strega nel 1958), “Un amore” (1963) e “Il colombre” (1966).

La sua scrittura è stata definita spesso come surreale, fantastica e gotica, intrisa di una profonda attenzione per l’assurdità della vita e per l’oscuro mistero dell’esistenza umana. Nei suoi libri, dalla scrittura limpida e precisa, ha esplorato temi come l’angoscia esistenziale, il tempo che passa, il mistero della morte e il rapporto tra l’uomo e l’ignoto. I suoi personaggi si confrontano spesso con l’assurdità della vita, in un’atmosfera di solitudine e di smarrimento.

Dino Buzzati morirà a Milano il 28 gennaio 1972.

Articolo a cura di Massimiliano Vienna – Sportpress24.com – (Foto da X ex Twitter)

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