Al Mondiale per Club l’Italia fa una figuraccia, altro fallimento targato Gravina

Dopo l’eliminazione dell’Inter, anche la Juventus abbandona il Mondiale per Club FIFA 2025, ponendo fine a ogni speranza italiana nella competizione.

Un doppio colpo amaro per il movimento calcistico nazionale, che ancora una volta si confronta con un’immagine internazionale in declino.

Un’Italia deludente al Mondiale per Club

La Juventus ha poco da rimproverarsi: la partita, come aveva chiesto Tudor, è stata fatta con coraggio, credendo davvero di poter battere una squadra oggettivamente superiore come il Madrid.

E pensare che nella prima mezz’ora c’erano state anche le occasioni per fare male agli spagnoli, poi però gli uomini di Xabi hanno preso in mano il pallino del gioco facendo valere la maggiore qualità, schiacciando i bianconeri negli ultimi 30 metri.

Tudor però può essere soddisfatto: i suoi se la sono giocata fino alla fine (anche grazie a un super Di Gregorio) contro uno dei club più importanti al mondo.

Ma sta di fatto che l’uscita prematura della Juventus e dell’Inter al Mondiale per club, certifica il momento difficile del Calcio Italiano in generale e della poca competitività a livello Europeo e Mondiale.

Dopo l’Inter, anche la Juventus

L’eliminazione dei due club più rappresentativi d’Italia nel panorama europeo e mondiale non è un caso isolato, ma un segnale chiaro di una crisi strutturale.

I club italiani fanno fatica a competere sul piano atletico, tattico e gestionale contro realtà meglio organizzate e più moderne.

Una federazione che non regge più

Ancora una volta, i riflettori si spostano sulla FIGC e sul presidente Gabriele Gravina, già criticato per la gestione della Nazionale e ora chiamato in causa anche per il contesto generale del calcio italiano.

Manca una strategia di sistema, mancano investimenti sostenibili e un piano per valorizzare davvero i giovani.

Alcuni critici, come il ministro Abodi, accusano Gravina di scaricare le responsabilità sugli altri e di non affrontare le problematiche strutturali del calcio italiano.

Si continuano a evidenziare problemi finanziari e gestionali che riguardano la Federazione e il sistema calcio italiano nel suo complesso, ma l’unico che non l’ha capito è proprio il Presidente Gravina che chiama ‘Disfattisti’ chiunque la pensa al contrario da lui e lo critica.

Il sistema messo in atto da Gravina ha sfilacciato il calcio italiano. E’ riuscito a dividere e creare una spaccatura tutelando alcuni club e colpevolizzando altri. Divergenze con alcuni presidenti, evidenziano mancanza di lucidità nel gestire i rapporti e questo determina uno spirito di scarsa collaborazione portando ai risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Nonostante la recente conferma come Presidente FIGC e vicepresidente UEFA, Gravina ancora una volta, ha dimostrato di essere una poltrona, non un progetto.

Simbolizza fedelmente un calcio che, tra scandali, scommesse e fallimenti (citofonare Brescia) si ciba di inciuci, di maneggi.

La farsa dei Playout della Serie B

La gestione Brescia/Salernitana/Sampdoria è stata una barzelletta e non come è stato detto “Le regole sono per tutti e devono essere rispettate”.

Tra sentenze, ricorsi e decisioni, la Serie cadetta ha vissuto una delle pagine più tristi della sua gestione. Un tutti contro tutti che ha dimostrato l’ennesima confusione e che alla fine vince sempre il più forte, pardon, il più protetto.

Le regole ci sono è vero, ma solo alcuni sono sotto l’occhio vigile del controllo mentre altri fanno come vogliono, tra plusvalenze fittizie con società amiche, debiti su debiti, banche a supporto ecc…

Una Federazione che non investe sui vivai, sui giovani e predilige il mercato estero non facendo nulla a supporto strategico per i club, non dimostra di volere il bene della Nazionale e di chi la compone.

Spagna, Germania, Francia o Inghilterra hanno dimostrato e stanno dimostrando una gestione oculata e altamente professionale portando a casa risultati notevoli e dimostrando di saperci fare.

L’Italia non è in grado, no…ancora no…

Serve una scossa

Le uscite anticipate di Juventus e Inter dal Mondiale per Club non sono solo sconfitte sportive, ma immagini simboliche di un calcio che arranca.

La Nazionale, la vicenda Spalletti e la gestione di Gravina, continuano a minare la credibilità di una Federazione che ha fatto la storia del Calcio Mondiale, ma che adesso sta diventando una mercè per tutti.

La Finale di Champions League poi, è ormai storia. Molti colpevolizzano l’Inter e la manita subita dal PSG. Ma sarebbe il caso di capire come ci si è arrivati a questo risultato. L’Italia calcistica è rimasta al palo, mentre tutti gli altri paesi sono cresciuti e di molto.

Gravina ha diviso il calcio Italiano, si è fatto tanti e troppi nemici e la Federazione ha perso di credibilità.

Finché non ci sarà una rivoluzione vera nella governance, nella formazione e nella mentalità, il calcio italiano resterà indietro…

…e le figuracce internazionali rischiano di diventare la regola.

Articolo a cura di Stefano Ghezzi – SportPress24.com 

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