Spalletti verso le dimissioni – Terremoto per la Nazionale

Spalletti verso l’ addio alla Nazionale. Nella giornata di martedì ci sarà un confronto tra il Presidente della Figc Gabriele Gravina e Luciano Spalletti. A forte rischio la posizione del Commissario Tecnico dell’Italia dopo la pesante sconfitta 3-0 contro la Norvegia di venerdì. Il match era valido per le qualificazioni ai Mondiali 2026

La situazione attuale
L’avventura di Luciano Spalletti come commissario tecnico della Nazionale italiana è ormai agli sgoccioli: la separazione tra lui e la Federazione è ormai prossima. La notizia emerge alla vigilia della partita contro la Moldavia, in programma a Reggio Emilia, e pochi giorni dopo la pesante sconfitta per 3-0 subita in Norvegia, un risultato che complica già da subito il percorso verso la qualificazione ai Mondiali del 2026. Spalletti interverrà a breve per spiegare le ragioni della sua scelta, maturata dopo diversi colloqui e riflessioni con i dirigenti della FIGC sul momento difficile della squadra. Al momento, il principale candidato a prenderne il posto rimane Stefano Pioli, attualmente allenatore dell’Al-Nassr.

Le dichiarazioni di Gravina di stamattina
Già dalle parole del presidente della FIGC, Gabriele Gravina, pronunciate questa mattina, si poteva intuire che l’esperienza di Spalletti alla guida della Nazionale fosse ormai al termine. “Una sconfitta contro la Norvegia può anche capitare – ha detto Gravina – ma non in questo modo, così non è accettabile. Non posso ancora dire se Spalletti resterà o meno, dobbiamo valutare la soluzione migliore per ripartire già da domani sera. Dopo la partita rifletteremo per affrontare al meglio i prossimi impegni. Spalletti è una persona eccezionale, ha grande sensibilità, senso di responsabilità e attenzione. Vedremo cosa succederà.”

È una domanda dura, carica di delusione e interrogativi, ma che non possiamo più evitare: Luciano Spalletti è davvero ancora l’uomo giusto per guidare la Nazionale italiana?

A questo punto, serve guardare la realtà in faccia con lucidità e onestà. È il momento di fare chiarezza su chi è davvero Spalletti come commissario tecnico. Parliamo di un allenatore con una forte opinione di sé – e non senza motivo. Le sue squadre, dalla Roma al meraviglioso Napoli campione d’Italia, hanno spesso offerto un calcio brillante e coinvolgente. Ma il contesto della Nazionale è un’altra storia. Di fronte a una rosa con pochi veri campioni — Donnarumma è forse l’unico a livello internazionale — Spalletti non ha scelto di semplificare o di costruire su basi solide e concrete. Ha preferito applicare le sue complesse idee tattiche, un mix di genialità e perfezionismo che rasenta l’ossessione.

Il risultato? Agli ultimi Europei in Germania siamo stati eliminati senza appello, mentre lui continuava a parlare di “calcio relazionale”. Anche la Nations League si è trasformata in un percorso faticoso. Il suo carattere, già spigoloso, è peggiorato col crescere dell’incomprensione attorno a lui. Pare evidente che una parte dello spogliatoio non lo segua più. Alcune scelte appaiono confuse — come la convocazione di Acerbi — e lui sembra esserne consapevole, tanto da mostrarsi a disagio anche pubblicamente. Le sue conferenze stampa sono diventate cariche di tensione, tra sospiri e sguardi taglienti. E viene naturale chiedersi cosa succeda dietro le quinte, tra i giocatori.

Ma una cosa è certa: vogliamo tornare a giocare i Mondiali. Mister, ci dica lei: a questo punto, cosa dobbiamo pensare davvero?

Articolo a cura di Rebecca Olivieri – SportPress24.com

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