La Spal del patron Joe Tacopina è ufficialmente fuori dal calcio professionistico. Un verdetto tanto doloroso quanto annunciato, figlio di mesi difficili dentro e fuori dal terreno di gioco. Con la mancata iscrizione al campionato di Serie C 2025/2026, si chiude (almeno per ora) un capitolo centenario del calcio italiano, legato a una delle piazze più storiche e passionali dell’Emilia-Romagna.
A maggio sono emerse le prime indiscrezioni sulla difficoltà della società ad iscriversi. Le scadenze federali per il pagamento degli stipendi, delle tasse e per la presentazione delle garanzie economiche non sono state rispettate. Il risultato? Fallimento, per la terza volta in 21 anni, dovuto all’impossibilità di depositare la documentazione necessaria ad evitare l’estromissione del club dal professionismo.
La stagione appena conclusa ha segnato la definitiva caduta. La Spal era partita già stravolta: tre punti di penalizzazione inflitti per irregolarità nei pagamenti delle ritenute fiscali e previdenziali relativi ai mesi di gennaio e febbraio 2024. Una sanzione confermata anche in appello, che ha compromesso il cammino sportivo della compagine.
Nonostante una situazione esterna abbastanza delicata, sono comunque arrivati segnali positivi sul manto erboso. I 35 punti ottenuti in 38 partite, i 41 gol segnati e le 61 reti subite, hanno fatto si che i biancocelesti si piazzassero al 17esimo posto in classifica regalandosi una salvezza insperata.
STORIA E ORGOGLIO DI FERRARA
Fondata nel 1907, la Società Polisportiva Ars et Labor ha attraversato tutte le epoche. La Spal ha militato per 19 stagioni in Serie A (l’ultima tra il 2017 e il 2020), rappresentando per anni la massima espressione sportiva di Ferrara. Tra i suoi momenti più alti, la finale di Coppa Italia nel 1962 e la valorizzazione di giovani talenti come Fabio Capello.
Nel palmarès della squadra figurano due campionati di Serie B (1950–51 e 2016–17), ma soprattutto una dignità sportiva che ha sempre contraddistinto la tifoseria e lo stadio “Paolo Mazza”, uno degli impianti italiani più caldi e autentici in circolazione.
LE CAUSE DEL DECLINO
Il tracollo affonda le radici in una gestione finanziaria problematica. Le retrocessioni dalla A hanno comportato una drastica riduzione dei ricavi, in particolare quelli televisivi. Gli investimenti infrastrutturali e le difficoltà legate alla pandemia hanno aggravato i debiti, mentre la mancanza di una strategia chiara da parte della dirigenza ha progressivamente affossato il progetto sportivo.
Il risultato è stato un club incapace di sostenere gli obblighi economici minimi per l’iscrizione alla C e oggi, con la prospettiva concreta di un fallimento societario, si apre una fase di grande incertezza.
E ORA?
Il futuro è tutto da scrivere. L’ipotesi più concreta è quella della ripartenza dai dilettanti, forse dalla Serie D o dall’Eccellenza, come già accaduto ad altre società blasonate nel passato recente. Servirà una nuova proprietà, una rifondazione seria e un progetto che sappia coniugare sostenibilità e passione.
Ma una cosa è certa: Ferrara non resterà a lungo senza calcio. La storia della Spal è troppo radicata nel cuore della sua gente per chiudersi definitivamente così.
Articolo a cura di Alessio Giordano – SportPress24.com