Luciano Spalletti si ritrova, forse suo malgrado, a essere l’ennesima vittima sacrificale della Nazionale italiana.
Chiamato a ricostruire dopo il trauma post-Mancini, è stato lasciato solo, nel silenzio delle istituzioni e nel caos di una gestione FIGC malata, dominata da decisioni politiche e incoerenze tecniche.
Il responsabile principale? Il presidente Gabriele Gravina, sempre più al centro delle critiche per una visione poco chiara e per scelte spesso più strategiche che sportive.
Un incarico nato zoppo
Spalletti ha accettato il ruolo di CT senza una vera preparazione, in fretta e furia dopo l’improvviso addio di Mancini.
Il tecnico toscano, reduce dal trionfo con il Napoli, si è trovato con poco tempo, un gruppo incompleto e nessuna riforma strutturale vera.
Il suo spirito è sempre stato collaborativo, ma la FIGC gli ha fornito solo mezzi limitati e pressioni enormi.
Gravina e il doppio gioco
Gravina ha presentato Spalletti come l’uomo della rinascita, salvo poi non supportarlo né politicamente né tecnicamente.
Le promesse di rinnovamento, di potere decisionale e di tutela si sono dissolte davanti alla prima vera difficoltà.
E ora, dopo la sconfitta con la Norvegia e il rischio di un nuovo fallimento, invece di capire il problema e mettersi in discussione, il Presidente della FIGC Gravina, attacca tutti tranne se stesso. Risponde anche in maniera stizzita al Presidente della Lazio Claudio Lotito dopo che pubblicamente ha fatto intendere che quando una squadra non gira, la responsabilità cade sempre sulla proprietà.
Gravina invece di incassare, come giusto che sia e fare mea culpa, ha preferito rispondere in maniera grottesca e lasciatecelo dire, anche senza senso…
“Non posso rispondergli, lui più volte tende a portare i discorsi a livelli molto bassi e lì è imbattibile, non accetto la sfida su questo terreno. Non si può affrontare un tema così delicato con il rancore che ha sempre distinto la sua attività nei miei confronti. L’etimologia di rancore porta al rancido: è qualcosa che non mi appartiene. Lascio a lui quelle espressioni”.
Queste le parole di Gravina che ognuno può interpretare con intelligenza e ragionevolezza.
Spalletti tradito dal sistema ‘Gabriele Gravina’
Il calcio italiano continua a cercare colpevoli tra gli allenatori, ignorando i veri mali: assenza di investimenti sui vivai, riforme mai attuate, strutture federali ingessate.
Spalletti, come Ventura e altri prima di lui, viene scaricato dal sistema senza aver mai ricevuto reali strumenti per lavorare.
Quello che è successo oggi a Coverciano deve far riflettere anche i piani alti della UEFA che hanno demandato a Gabriele Gravina la vicepresidenza del massimo organo calcistico europeo.
Durante la conferenza stampa in cui Luciano Spalletti ha comunicato di essere stato esonerato, non sono mancati momenti di emozione.
L’ultimo è arrivato in risposta alla domanda su un presunto tradimento da parte di qualcuno.
Spalletti alla domanda “si è sentito tradito?” ha elencato i nomi dei dirigenti della FIGC, tutt’altro che in termini accusatori, prima di fermarsi, alzarsi e lasciare la sala stampa di Coverciano visibilmente commosso.
Un’uscita di scena che merita considerazioni urgenti!
Una Nazionale che affonda
Oggi Spalletti si trova esposto, deluso, forse già pronto a fare un passo indietro. E ancora una volta, la Nazionale italiana paga gli errori non del CT, ma di una federazione che ha smarrito direzione, coraggio e coerenza.
Se Spalletti sarà l’ennesimo nome sacrificato, resterà solo l’ennesima dimostrazione di quanto il problema sia molto più in alto.
Foto da Video – Articolo a cura di Stefano Ghezzi – SportPress24.com