Cinque ore e trenta di gioco sensazionale fra il primo ed il secondo della classifica ranking mondiale ma fra Carlitos Alcaraz e Jannik Sinner, è lo spagnolo a vincere: è la finale più lunga della storia al Roland Garros
Al termine di un’infinita battaglia di cinque ore e trentuno minuti, al super tie-break del quinto set, Carlos Alcaraz batte ancora Jannik Sinner – con il punteggio di 4-6, 6(4)-7, 6-4, 7-6(3), 7-6(2) – dopo la finale vinta a Roma agli Internazionali d’Italia e si conferma campione al Roland Garros, bissando il successo dello scorso anno. L’azzurro recrimina per ben tre match point falliti.
Cinque set tutti combattuti, tre dei quali decisi al tie-break. Un livello di gioco sempre elevatissimo per cinque ore e mezza, nonostante la tensione all’inizio e nonostante la stanchezza dopo. La finale del Roland Garros vinta da Carlos Alcaraz contro Jannik Sinner ce la ricorderemo per sempre.
È uno di quegli eventi spartiacque che segnano la storia di uno sport. Migliaia di bambini decideranno di giocare a tennis dopo aver visto questo match. Le magie di Alcaraz e di Sinner. La loro tecnica, la loro tenacia, il loro coraggio. Anche la loro correttezza, che non è mai venuta a mancare. Vince sempre il migliore, oggi avrebbero potuto vincere entrambi.
Più forte. Alcaraz in partenza avrà sempre qualcosina in più di Sinner sulla terra rossa, ma la finale del Roland Garros ha dimostrato che non c’è un reale gap. Poteva farcela Sinner nel quarto set: soprattutto gli appassionati italiani ricorderanno per sempre i tre match point sprecati. Anche il numero 1 al mondo non li dimenticherà.
Alcaraz, che è stato straripante nel tie-break decisivo, ora rischia di diventare la sua bestia nera? Lo ha battuto cinque volte consecutive, è vero. Ma proprio questa sconfitta, la più pesante e la più difficile da digerire, dimostra in realtà che ogni partita tra loro due, da qui in avanti, potrà sempre finire in qualsiasi modo. L’unica cosa garantita sarà lo spettacolo.
Oggi è stato unico, mai visto. Indimenticabile.
“Non riuscirò a dormire stanotte”
“Pochi mesi fa avrei firmato per essere qui, è stato un torneo straordinario, anche se ora è molto difficile dopo questa sconfitta. Grazie a tutti, è un privilegio per noi giocare in questo posto speciale.
“Non dormirò molto bene stanotte, ma va bene così. Ci vediamo nel 2026“. Queste le parole di Jannik Sinner durante la cerimonia di premiazione dopo la finale del Roland Garros. “Complimenti a Carlos, un’altra battaglia stupenda e una prestazione eccezionale. La tua è una vittoria meritata -aggiunge Sinner-. È più facile giocare che parlare in questo momento. Grazie al mio team di avermi messo nelle condizioni di poter giocare una partita simile, abbiamo dato tutto“.
Alcaraz: “Jannik è un esempio, vincerà questo torneo”
“Devo fare i complimenti a Jannik. So quanto teneva a vincere questo torneo e so che vincerà questo torneo tante volte. È un privilegio aver condiviso il campo con lui. Per me è un esempio e fonte di ispirazione. Ringrazio il mio team, la mia famiglia e i miei amici da Murcia che mi hanno incoraggiato dall’inizio alla fine. Un grazie anche al pubblico, che mi ha supportato sin dal primo allenamento“. Queste le parole di Carlos Alcaraz dopo la vittoria contro Jannik Sinner nella finale del Roland Garros
La finale più lunga della storia del Roland Garros, la seconda a livello Slam
È stata la finale più lunga della storia del Roland Garros quella appena vinta da Alcaraz contro Sinner. La seconda a livello Slam: il record resta la finale degli Australian Open 2012 tra Djokovic e Nadal, durata 5 ore e 53 minuti.
Il rimpianto
Sinner ha giocato alla pari con Alcaraz sulla terra rossa, come forse mai era accaduto recentemente. Ha vinto i primi due set, quando era più fresco. Ma soprattutto il grande rimpianto sono i tre match point nel quarto set. Soprattutto il secondo, con un rovescio affossato a rete che invece era stato spesso il suo colpo micidiale.
Non ci dormirai la notte, Jannik, e forse nemmeno i tuoi tifosi ma sono già pronti ad andare avanti, seguendo quello che proprio qui, sulla terra di Parigi, diventò il numero uno del mondo.
Articolo a cura di Michela Catena – Sportpress24.com