Vincenzo Italiano è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia di Milan-Bologna per la finalissima di Coppa Italia
Le parole del tecnico del Bologna alla vigilia della finale di Coppa Italia Freccia Rossa contro il Milan di Coincecao.
La sfida Milan-Bologna è in programma mercoledì 14 maggio alle 21:00 allo stadio Olimpico di Roma. Nel pomeriggio di oggi alle 18:30 Italiano e il capitano del Bologna, Lorenzo De Silvestri hanno parlato in conferenza stampa.
LA CONFERENZA STAMPA DI ITALIANO
Come vivete l’importanza storica di questa finale?
“Con grande entusiasmo, è quello che ci ha accompagnato in questo percorso in coppa. Cercheremo di fare un passo verso la storia tutti insieme, sapendo di affrontare dei campioni ma vogliamo giocarci le nostre chance. Sappiamo che ne abbiamo”.
E’ una squadra che può aprire un ciclo? E’ pronto a fare un “fioretto”?
“Il Bologna sta crescendo molto negli ultimi anni, da quando è arrivato il presidente Saputo lavora bene e cerca di migliorare anno dopo anno. E’ tutta gente ambiziosa. Io avevo smesso con i fioretti ma se dovessimo fare questo miracolo ne riparleremo”.
Come ha preparato la finale contro una squadra abituata a reggere questo tipo di pressione?
“Loro quest’anno hanno già alzato un trofeo ma ogni partita è diversa. Venerdì abbiamo staccato la spina troppo presto, dobbiamo giocare liberi e spensierati e alla fine non avere rimorsi. La qualità deve regnare perché è quella che fa vincere queste partite”.
Sarà la sua settima finale!
“Abbiamo fatto qualcosa di superlativo, non era in programma che fossimo qui. Io sono a 3 pari per quanto riguarda le vittorie: se domani i miei vogliono farmi questo regalo. Ma già è bello così. Regalare emozioni alla gente è già una vittoria, domani proveremo a fare l’ultimo passo”.
Dallinga o Castro? Lei ha parlato agli uomini o ai giocatori?
“Mi chiedevate se il doppio confronto col Milan poteva essere positivo: io credo che si riparta da zero e dobbiamo capire dove abbiamo sbagliato nei 15′ finali. Sono convinto che domani non ci sarebbe neanche bisogno dell’allenatore. Dobbiamo giocarcela con grande spensieratezza”.
Oggi ha fatto un grande discorso al Quirinale e ha sorpreso ancora una volta una città.
“Da quando sono arrivato è stato un susseguirsi di emozioni, sono arrivati risultati e crescita. Una coesione così nel gruppo non l’avevo mai vista. Sono state parole dettate dal cuore, volevo mostrare al Presidente della Repubblica quello che domani sarà per tutta Bologna. Deve essere una festa”.
La storia può essere la vostra arma in più contro un Milan che non è costruito per la finale di Coppa Italia? O la troppa attesa sarà un peso mentale?
“Nella preparazione alla gara bisogna concentrarsi su quello che si farà in campo. Il resto esiste ma in campo devi pensare a giocare nel migliore dei modi. Dopo il fischio iniziale ti dimentichi tutto il contorno”.
Prima non ha risposto, sviando la domanda: gioca Castro o Dallinga?
“Il problema di Castro, il dolore al piede, è passato. Ma non so che autonomia può avere dall’inizio. So quella che avrebbe subentrando. Domani ci voglio pensare bene. Per lui è solo una questione di minutaggio, che al momento gli manca. Devono andare in campo quelli che possono dare il 100%, da questo punto di vista non possiamo sbagliare”.
Domani sarà la trasferta più partecipata nella storia del calcio bolognese, con circa 30mila tifosi al seguito.
“Emozionante, perché abbiamo regalato a una città intera una partita importante e quello che si sta vivendo in città è inspiegabile. Saranno 29303 animali rossoblù affamati come noi: spiace che non potranno entrare in campo con noi ma li sentiremo” .
La conferenza stampa di De Silvestri
“Questo è un gruppo che sta bene, sa anche divertirsi. Abbiamo iniziato la stagione così e domani dovremo affrontare la finale alla stessa maniera. E’ un gruppo magico. Abbiamo battuto tanti record: quando siamo con la rosa al completo e tutti coinvolti, ce la giochiamo sempre per vincere.
La Champions ci ha aiutato a capire che quando il livello si alza bisogna migliorarsi. La partita di Bergamo è stata tosta e ci ha fatto capire che potevamo arrivare in fondo. A livello personale mi soffermo di più sulle cose, le apprezzo di più. Quando vinsi la coppa con la Lazio ero un ragazzo”.