Non c’è pace per Dani Alves. Nonostante la recente assoluzione ricevuta l’ex terzino di PSG, Barcellona e Juventus dovrà continuare a lottare in tribunale. La Procura della Catalogna, infatti, annunciato che presenterà ricorso al Tribunale Supremo spagnolo (ultimo grado di giudizio) contro la decisione di assoluzione dall’accusa di stupro presa dal Tribunale Superiore di Giustizia della Catalogna.
RICOSTRUZIONE
Dani Alves è stato accusato di violenza sessuale da parte di una giovane donna. Il presunto fatto risale all’ultimo dell’anno di 3 anni fa (31 dicembre 2022), in una discoteca di Barcellona. La ragazza sosteneva di essere stata aggredita sessualmente nel bagno della discoteca Sutton di Barcellona.
Condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi di carcere, nel febbraio 2024, a Dani Alves (dopo aver trascorso più di un anno di prigione) è stata concessa la libertà vigilata in attesa del processo d’appello dietro il pagamento di una cauzione di 1 milione di euro. L’ex calciatore, oggi 42enne, è stato assolto venerdì scorso dalla Corte di giustizia Catalana. Stando ai giudici dell’appello, ci sarebbero state prove insufficienti e inattendibili. Un esempio? La testimonianza della vittima, giudicata incoerente rispetto alle immagini delle videocamere di sorveglianza interne al locale.
Di conseguenza: la testimonianza della querelante “non è affidabile”. Ergo, non essendoci “prove sufficienti” per escludere la sua presunzione di innocenza l’assoluzione era inevitabile. Respinti invece i ricorsi sia della Procura, che chiedeva di aumentare a nove anni la condanna, che dei legali della ragazza, per i quali Alves avrebbe dovuto scontare 12 anni di prigione.
Alla luce di ciò la Procura di Barcellona ha deciso di presentare ricorso contro la sentenza.
LA PROCURA SPIEGA I MOTIVI DEL RICORSO CONTRO L’ASSOLUZIONE DI DANI ALVES
Il ricorso si baserà sul concetto che: l’assoluzione in appello di Dani Alves dalla condanna in primo grado a 4 anni e mezzo di carcere, per il presunto stupro, nella notte fra il 30 e il 31 dicembre 2022, “viola i precetti costituzionali e i principi del Codice penale”.
Nella sentenza assolutoria per il brasiliano, la Corte d’appello aveva definito la vittima della presunta violenza una “testimone non affidabile” e giustificato l’assoluzione del calciatore con il suo “diritto alla presunzione di innocenza”. Inutile sottolineare come questo verdetto abbia scatenato forti critiche da parte di associazioni per la difesa dei diritti delle donne, esponenti politici ed associazioni di categoria dei magistrati. E’ dovuto scendere in campo anche Consiglio della magistratura spagnolo in difesa dell’operato dei giudici contro le polemiche scatenatesi. Ognuno difende con ardore le proprie posizioni.
Anche l’avvocato difensore della presunta vittima della violenza aveva annunciato venerdì scorso l’intenzione di presentare ricorso contro l’assoluzione di Alves. Decisione non facile presa dopo un’attenta “una valutazione” della capacità della sua assistita di sopportare ancora la logorante battaglia legale.
Non resta che aspettare e vedere come, si concluderà caso giudiziario.
Articolo a cura di Marco Lanari – Sportpress24.com