Addio a Suor Paola la religiosa tifosa della Lazio. 77enne, malata da tempo. Lotito e i giocatori erano legatissimi a lei alle sue iniziative.
Il mondo del calcio e della tv piange suor Paola. 77 anni nata a Roccella Jonica, tifosissima della Lazio e volto noto di “Quelli che il calcio”, trasmissione in cui è stata ospite fissa dal 1993 al 2005. La religiosa era malata da tempo e si è spenta nella sua stanza di convento, a Via Monti della Farnesina. Apparteneva alla congregazione delle Suore Scolastiche francescane di Cristo Re. Ha dedicato la propria vita all’assistenza di detenuti ed alle vittime di violenza attraverso la ONLUS So.Spe (Solidarietà e Speranza), da lei fondata nel 1998, nel quartiere Bravetta. Creò una casa famiglia per ragazze madri e i loro bambini.
Divenne la suora più nota d’Italia grazie a Quelli che il calcio, il programma di Fabio Fazio. E’ stata ospite fissa dal 1993 al 2005, vivendo in diretta anche lo scudetto biancoceleste del 2000.
Chi era suor Paola
Classe 1947, Nata a Roccella Jonica (Reggio Calabria) il 27 agosto 1947, Suor Paola D’Auria ha vissuto a Roma da quando aveva vent’anni. Nel 1998 aveva fondato l’Associazione So.Spe. Solidarietà e Speranza, impegnata nell’assistenza a ragazze madri, bambini, adolescenti e persone colpite da violenze e povertà. Il suo obiettivo era il recupero sociale e sanitario degli assistiti, compresi i detenuti che dovevano essere aiutati “a rimpossessarsi della dignità umana e a ricostruire la loro identità”.
Claudio Lotito e i calciatori della Lazio hanno sempre sostenuto in maniera concreta e partecipativa le iniziative benefiche della religiosa portando al centro dello sport i valori umani e religiosi creando un connubio indissolubile tra Suor Paola ed il mondo del calcio in generale.
IL CORDOGLIO DELLA LAZIO
“La S.S. Lazio, con in testa il Presidente Claudio Lotito e la Dottoressa Cristina Mezzaroma, partecipa commossa al cordoglio per la scomparsa di Suor Paola D’Auria, fervente religiosa ed orgogliosa ambasciatrice della Lazialità. La sua casa famiglia ha donato solidarietà e speranza (come il nome della sua associazione) a molti giovani, detenuti, vittime della povertà e della violenza, ragazze madri e persone ferite da problemi sociali della nostra epoca. Mancherà il suo sorriso, ma non cesserà di certo l’umanità dei suoi collaboratori nel proseguire ciò che ha creato”.
Articolo a cura di Orazio Bellinghieri – Sportpress24.com