Miami Open, Berrettini ci prova ma si arrende a Fritz: Paolini KO

Giù il cappello, nonostante la sconfitta. Dopo il ko di Jasmine Paolini, anche la corsa di Berrettini si ferma a Miami. Quella di Matteo è interrotta da Taylor Fritz che lo batte per la quinta volta in altrettanti confronti con il punteggio di 7-5 6(7)-7 7-5 in due ore e quarantasei minuti di gioco. Un quarto di finale straordinario, con il romano che sfiora una rimonta favolosa. L’azzurro non molla nel secondo parziale, annulla sei match point, gioca un tie break commovente che rimanda il verdetto al terzo set dove l’americano non perde mai la lucidità e colpisce nel momento decisivo.

Primo set:

Matteo prende in mano il primo punto dell’incontro con un robusto contropiede di dritto. Fritz va fuori giri con il rovescio, segnando lo 0-30 come primo squillo di Berrettini. Il numero tre di Italia è sontuoso in difesa e obbliga l’americano all’errore: tre palle break.

Il californiano annulla le prime due trovando anche il primo ace di giornata, ma conclude malissimo il game di apertura con un rovescio scarico. Un avvio shock per il numero 4 del ranking che prova a togliersi un po’ di ruggine entrando bene negli scambi, atteggiamento che produce la palla dell’immediato contro break.

Il romano si salva con un servizio al corpo, ma alla seconda occasione, come per il rivale, un errore di rovescio completa il botta e risposta tra Italia-USA. Nonostante qualche velleità di risposta aggressiva da parte di Taylor, per entrambi arrivano due game veloci. Nell’arco del quinto game un doppio fallo dello statunitense e una grande difesa di Berrettini mettono nuovamente nei guai il tennista di Rancho Santa Fe, costretto ad annullare due palle break e tenere a fatica la battuta.

Il rovescio falloso di inizio match sembra un lontano ricordo, Fritz arma il colpo e con due lungo linea si conquista un’altra chance di allungo. L’azzurro risponde con il marchio di fabbrica: quarto ace calato e 3-3 conquistato grazie al servizio.

Entrambi tornano a rispettare la loro fama di big server e così si va ad oltranza senza sussulti. Quando il tie break sembra la naturale conclusione del primo set, ecco che la risposta dell’americano diventa più incisiva e, complice la distrazione di Matteo, ecco arrivare due pesantissimi set point.

L’ace non basta come ancora di salvataggio, con il primo set naviga in direzione Stati Uniti: 7-5.

Secondo set:

Nonostante Fritz dia prova che sotto rete non sia propriamente la sua comfort zone ideale, riesce a centrare il terzo game di fila iniziando il secondo set nel migliore dei modi. Berrettini ritrova un po’ di fiducia tenendo il servizio a 0. I game corrono veloci rispetto alla parte iniziale del set precedente e c’è poco spazio per i giocatori in risposta, con il 30 massimo bottino raggiunto.

Sia l’americano che l’azzurro vanno in doppia cifra per quanto concerne la voce ace. Si arriva sul 5-4 con Matteo che serve per rimanere nel match. Il primo punto è l’evidenza che il tocco non fa difetto, con una stupenda palla corta mascherata fino all’ultimo prima di ritornare al classico mettendo giù l’undicesimo ace di giornata.

Due belle istantanee in un game tenuto nonostante i vantaggi, con una risposta bloccata di Fritz che strappa gli applausi del centrale di Miami. Taylor gioca il game perfetto e mette nuovamente sotto pressione l’italiano prima del tie break. Il numero 4 del ranking riceve una grossa mano dal fato, con un nastro che aggiusta un rovescio destinato in corridoio, un errore di dritto e una volée sbagliata del romano a fare il resto: due match point a disposizione.

Lo statunitense manca di pochissimo la risposta vincente di rovescio sulla seconda palla break, e Berrettini strappa un tredicesimo game insperato. Il primo mini break è del classe 1997 che sfrutta un errore in back dell’avversario, conferma i due turni in battuta e vola 4-1. Il numero 30 del ranking si tiene a galla con un altro ace e si cambia campo.

Encomiabile difesa del finalista di Wimbledon 2021, ma il californiano è incessante e si guadagna altri 3 match point. Spalle al muro, l’azzurro si trasforma cancellandoli tutti con la seconda occasione annullata grazie a una palla corta ai limiti della follia. Il coraggio premia gli audaci, si va ad oltranza e sul 8-7 il set point stavolta è tricolore: bordate di Matteo con la testa di serie numero 3 che vede protrarsi un match che sembrava concluso.

 

Terzo set:

L’azzurro vola sulle ali dell’entusiasmo e inaugura il game del parziale decisivo lasciando a 0 l’avversario. Muove il punteggio anche Fritz che prova a ritrovare la bussola dopo la mazzata del tie break.

Oltre agli ace che continuano a fioccare, il romano gioca con più scioltezza variando più colpi del suo repertorio, negando ancora il primo punto in risposta allo statunitense che è chiamato a rincorrere dopo gli albori del primo set. L’americano rimane in scia, e in un momento di sofferenza trova addirittura una palla break.

Con Berrettini sopra 30-0, un suo dritto fuori di un nulla dà il via a tre punti consecutivi del beniamino del pubblico, ma l’italiano sfodera l’ennesimo servizio vincente per evitare la beffa e restare avanti 3-2. Nonostante l’occasione sfumata, il finalista dello scorso US Open trova linfa vitale perché non solo tiene il turno di battuta, ma torna ad essere pericoloso nel settimo game: la prima palla corta fallita di Matteo vale lo 0-30 ma da quel momento il classe 1997 non vede più palla subendo il solito debordante servizio.

Si rimane on serve. Si va sul 5-5, in un match che ha abbondantemente superato le due ore e mezza di gioco. Nell’undicesimo gioco fa tutto l’italiano nel bene e nel male: due tocchi a rete con fortune alterne, due errori di dritto e due palle break salvate.

Non basta per guadagnarsi il tie break, perché Fritz non rimane a guardare e va in spinta a caccia della terza chance: la trova, e la concretizza con Berrettini piegato sulle gambe.

Il californiano è ancora rivedibile a rete con un paio di sbavature, con il classe 1996 all’ultima chiamata. Sotto 15-30, arriva il sedicesimo ace per il giocatore di casa, e dopo quasi un’ora e dieci dopo il primo match point, ecco quello risolutivo che regala allo statunitense la sesta semifinale a livello 1000 dove incontrerà Jakub Mensik.

Sabalenka di un altro livello. Paolini fa quel che può

Semplicemente troppo forte. Inutile girarci attorno. Troppa Aryna Sabalenka per Jasmine Paolini nella prima semifinale del Miami Open presented by Itaù.

Con un doppio 6-2, in un’ora e tredici minuti di gioco, la numero 1 al mondo ha travolto la prima tennista italiana. Una partita sontuosa quella della 26enne di Minsk, ingiocabile in questa giornata.

Quattro palle break offerte e cancellate senza esitazioni per lei, che ha a dir poco ricoperto l’avversaria di vincenti, terminando l’incontro con 31 di questi colpi messi a segno (Paolini 19) con solamente 12 gratuiti (Jasmine 9).

Troppo aggressiva e potente la bielorussa per la nostra portacolori – sconfitta per la quarta volta in sei testa a testa -, che però tornerà in Europa con una fiducia ritrovata e una posizione guadagnata nel ranking (da 7 a 6) grazie alla prima semifinale di un’azzurra nella storia del torneo di Miami.

Dal lato opposto, Sabalenka continua il suo trend positivo in stagione nelle sfide che l’anno vista misurarsi con le top 10, contro cui è ancora imbattuta. Dopo Brisbane, Australian Open e Indian Wells, Aryna conquista la quarta finale dall’inizio dell’anno – la 35esima in carriera nel circuito maggiore, la 12esima a livello 1000 e la prima a Miami – e diventa pure la tennista più vincente del 2025 con 22 affermazioni. È solamente la sesta giocatrice negli ultimi vent’anni a raggiungere entrambe le finali del Sunshine Double nello stesso anno e la terza nella storia, dopo Steffi Graf nel 1994 e Martina Hingis nel 2000, ad aggiungerci anche l’ultimo atto dell’Australian Open. Ma Sabalenka non vuole fermarsi qui. Per mettere le mani sul trofeo, ora dovrà superare in finale Jessica Pegula o Alexandra Eala.

 

Articolo a cura di Michela Catena – Sportpress24.com

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