Djokovic non smette di stupire: il serbo batte Alcaraz in rimonta e ottiene la 50esima semifinale Slam in carriera
Un match fenomenale da parte di Nole che, dopo aver perso il primo set e superato un problema muscolare, ha cambiato tattica e alzato esponenzialmente il livello del proprio tennis. Alcaraz ha faticato al servizio e commesso tanti errori, subendo il gioco del serbo per lunghi tratti. Djokovic tornerà in campo venerdì per la semifinale con Sascha Zverev.
Novak Djokovic risponde alle polemiche degli ultimi giorni facendo quello che ha sempre fatto per tutta la sua carriera: vincere. E non contro un avversario qualsiasi, ma contro Carlos Alcaraz, numero tre del mondo e 15 anni più giovane, che rimanda l’appuntamento con la vittoria all’Australian Open venendo buttato fuori ancora una volta nei quarti di finale, come lo scorso anno. In semifinale ci va l’immenso, eterno Djokovic, che a 37 anni e 249 giorni diventa il terzo più anziano a volare tra i magnifici quattro a Melbourne, dopo Ken Rosewall e Roger Federer. Una lezione, quella che ha dato l’ex numero uno del mondo al giovane rivale, di tattica e di gioco, e Alcaraz ora deve davvero riflettere: lo spagnolo è rimasto fermo alla vittoria di Wimbledon.
Botta e risposta
Pronti, via, ed è subito break Nole. Bentornati al 2015, sembra voler dire il serbo, ma tempo qualche minuto Alcaraz gli ricorda che no, siamo nel 2025, e immediato arriva la risposta con tanto di controbreak.
Djokovic cerca di tessere la sua tela fatta di scambi, di cambi di ritmo e persino di qualche serve and volley, Alcaraz risponde con delle micidiale bordate, specie in lungolinea di rovescio. Scambi su scambi fino al 4-4, quando arriva lo strappo di Carlitos e il break.
Nole ha dolore alla gamba, all’inguine, ed è medical time out, rientra negli spogliatoi ma Alcaraz non trema e con una raffica di servizi vincenti chiude il set. Sembra finita, o quantomeno indirizzata, ma figurarsi. Prima regola di chi gioca contro Djokovic: mai darlo per finito. Fatto sta che ad inizio set Alcaraz si distrae (non sarà l’ultima volta nella partita) e Djokovic vola sul 3-0, facendo il minimo indispensabile. Ha già giocato menomato, ha già vinto da menomato. Carlos non ci sta e come successo nel primo set, reagisce, si ribella furioso e strappa la battuta con un paio di punti da sogno a Nole.
Ancora parità. Si arriva a 5-4 e servizio Alcaraz, ed è blackout per lo spagnolo, come spesso (troppo spesso) accade. Nole sente il sangue e azzanna la preda. Dopo un’ora e 40 minuti di gioco è un set pari.
Capolavoro Nole
Nel terzo va in scena una vera e propria masterclass di Djokovic, che mette in campo tutto quello che lo ha reso il giocatore più vincente della storia di questo sport. Il serbo, tatticamente geniale, si è messo lì, dando il suo ritmo quasi da metronomo, spostando da una parte all’altra Alcaraz, costringendolo più volte all’errore (non che lo spagnolo avesse bisogno di incoraggiamenti, in quel senso) e compiendo un capolavoro in risposta, riuscendo a leggere alla perfezione il servizio del numero tre del mondo, che è andato in totale confusione: ogni turno di battuta Carlitos ha dovuto fronteggiare palle break, finendo per perderne due, più che sufficienti per consegnare il terzo parziale all’ex numero uno del mondo serbo.
Alcaraz entra nel panico, ma dopo quasi tre ore di partita continua a fare gli stessi errori. Anzi, peggio. Diversamente ad altre volte, dove comunque c’erano dei momenti di onnipotenza assoluta durante i match, in mezzo alle frequenti pause, stavolta lo spagnolo non riesce proprio ad accendersi. Merito di Nole, che spegne qualsiasi tentativo di esuberanza da parte del rivale, ma non è solo questo.
Record
Djokovic, ancora una volta, capisce, sente la confusione del giovane fenomeno e piazza, immediatamente, nel primo game del quarto, il break.
Il match non va avanti a colpi di fioretto, Alcaraz sul 2-1 e servizio Nole ha una palla break per rientrare, ma niente da fare.
Sul 4-3 Alcaraz ha due palle per continuare a sperare, ma una la spara a Sydney e sull’altra Nole azzecca un serve&volley perfetto. Sul 5-4 Djokovic serve per il match, e quando Djokovic serve per il match è un assassino spietato.
Finisce dopo tre ore e mezza di grande tennis, con la semifinale numero dodici a Melbourne per il serbo, la cinquantesima in uno slam, record assoluto. Ora tra Nole e la finale c’è Zverev, col tedesco che cercherà di impedirgli di raggiungere quei fatidici 25 slam, vetta che nessuno mai ha raggiunto.
Djokovic: “È stata una delle partite più epiche che abbia mai giocato”
“Voglio prima di tutto ribadire la mia ammirazione e il mio rispetto per Carlos, è un ragazzo fantastico, il più giovane numero uno al mondo della storia, 4 Slam vinti. Sono certo che lo rivedrò ancora tante volte, anche troppe volte rispetto a quelle che vorrei. È stata una delle partite più epiche che abbia mai giocato. Il problema muscolare? Non voglio rivelare troppo. A un certo punto, quello che ho preso, ha iniziato a funzionare. Dovrò prendere un’altra dose del farmaco. Se avessi perso il 2°, mi sarei potuto ritirare. Carlos è stato troppo esitante e io ho iniziato a muovermi meglio”
Articolo a cura di Michela Catena – Sportpress24.com